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Svalvolato 02-02-2024 18:43

Re: Il peccato del fallimento.
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2924162)
Ti sentivi uno schifo ok, ma in che senso eri considerato quello che hai scritto? Ti piovevano addosso commenti di un certo tipo in continuazione?

In continuazione no (non frequentando posti e conoscendo tanta gente), ma quando frequentai per esempio un corso di inglese, a dire in cosa mi ero laureato una mi disse direttamente che sarei finito disoccupato. Un altro, solo perché laureato in architettura (quindi si considerava di default superiore) mi fece le stesse osservazioni, in maniera ancora più sprezzante e diretta, tanto che a distanza di oltre 10 anni lo ricordo ancora.

Tutta gente che manco conoscevo, ma si è sentita il diritto di giudicare la mia laurea e il mio percorso.
Comunque mollai il corso a metà solo per non vedere più le loro facce di merda.

Idem ad esempio dopo le superiori feci uno stage, e il sindaco mi chiese se avevo fatto lo scientifico o il classico (io sono ragioniere), e alla mia risposta sospirò e mi guardò come avesse visto un piccione morto sul marciapiede.
Certo, perché in un ufficio protocollo di un Comune di 4 anime in croce un diploma scientifico o classico sarebbe stato di sicuro più utile per prendere il numero di protocollo corretto.

muttley 02-02-2024 18:47

Re: Il peccato del fallimento.
 
Quote:

Originariamente inviata da Svalvolato (Messaggio 2924173)
Idem ad esempio dopo le superiori feci uno stage, e il sindaco mi chiese se avevo fatto lo scientifico o il classico (io sono ragioniere), e alla mia risposta sospirò e mi guardò come avesse visto un piccione morto sul marciapiede.
Certo, perché in un ufficio protocollo di un Comune di 4 anime in croce un diploma scientifico o classico sarebbe stato di sicuro più utile per prendere il numero di protocollo corretto.

A me è capitata la stessa cosa quando ho detto che ho fatto il classico.

CamillePreakers 02-02-2024 18:54

Re: Il peccato del fallimento.
 
a me sono già 6 le persone che senza che gli abbia detto nulla mi hanno incitato a fare la magistrale

Varano 02-02-2024 19:00

Re: Il peccato del fallimento.
 
Classico>scientifico>linguistico>ragioner ia>ITIS>professionale>CFP
Almeno per la logica comune, poi è tutto da vedere il vantaggio di fare una scuola piuttosto che un'altra. Certamente la classe dirigente italiana proviene da una ristretta cerchia di licei per gente benestante, università alla bocconi/cattolica/IULM.
Questa è la realtà oggettiva italiana, sentirsi dire da chi ha fatto facoltà scientifiche che ci si è laureati in scienze delle merendine è una cosa scontata.
C'è classismo in Italia, forse meno che da altre parti ma c'è. Da me chiedevano che lavoro fanno i tuoi genitori? Domande tutt'altro che disinteressate...quando dissi alla mia relatrice che ero figlio di operai, mi disse immagino la pressione che ti senti addosso.
Invece non mi sentivo nessuna pressione, semplicemente perché non ci avevo mai pensato o non me l'avevano fatto notare.
L'ostacolo era solo nella sua mente, io ero tranquillo e ignaro del mio futuro.
Più tardi ho realizzato che senza rete sociale avrei fatto il triplo della fatica.

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Keith 02-02-2024 19:10

Re: Il peccato del fallimento.
 
Quote:

Originariamente inviata da Forever Red 2 (Messaggio 2924144)
che lavoro fai?

Preferirei non specificare troppo, è il classico lavoro dipendente di livello medio-basso, però è su turni, non faccio mai lo stesso orario, può capitare una settimana che non faccio quasi niente e la settimana dopo 55 ore. Quella settimana da 55 ore per me, ma per chiunque, è un qualcosa di distruttivo, e ancora più distruttiva è l'ansia che precede. Nessuno è mai riuscito a risolvermi questo problema. Manca solo mettere l'avvocato, ma poi lì è guerra.
Qualcuno direbbe di mettersi in malattia, ma io non sono capace, anche perché poi ho un medico di base restio a dare malattie.. dovrei cambiarlo, dovrei cambiare lavoro, dovrei cambiare tutto.. ma non ho la forza per cambiare nulla.

XL 02-02-2024 19:18

Re: Il peccato del fallimento.
 
Il problema generale è trovare un modo di vivere che a noi stia abbastanza bene, e per me, per usare una metafora, è come dover riuscire a risolvere un'equazione con una marea di incognite senza essere mai certi che una soluzione esista.
Per questo poi c'è da un lato una spinta a cercare ancora di risolvere qualcosa e dall'altro il dubbio che si cerchi qualcosa che non si troverà mai, e ritorna l'idea del suicidio come sottoobiettivo di ripiego.
A me non sembra una cosa da malati di mente questa, per questo non comprendo perché le persone che hanno questa difficoltà le classificano così.

cancellato25407 02-02-2024 21:12

Quote:

Originariamente inviata da Varano (Messaggio 2924160)
Concordo che non basta un lavoro normale per essere visti come persone rispettabili, però che ne sanno loro che l'alternativa era magari finire imbottito di farmaci in qualche reparto di psichiatria oppure in mezzo a una strada per davvero.
Poteva andare meglio? Con le premesse che c'erano a 13 anni magari sì, mi aspettavo una vita migliore di quella che faccio attualmente.
Ma a un certo punto ero davvero spacciato, a 26-27 anni ero messo molto male.

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Io mi sento spacciato e ho l'etá che avevi tu quando ti sentivi anche così, però non mi sento affatto positivo,inoltre a differenza tua non ho alcuna laurea.

CamillePreakers 02-02-2024 21:16

Re: Il peccato del fallimento.
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2924200)
Il problema generale è trovare un modo di vivere che a noi stia abbastanza bene, e per me, per usare una metafora, è come dover riuscire a risolvere un'equazione con una marea di incognite senza essere mai certi che una soluzione esista.

una definizione perfetta

Varano 02-02-2024 21:25

Re: Il peccato del fallimento.
 
Quote:

Originariamente inviata da Fallitodepresso (Messaggio 2924240)
Io mi sento spacciato e ho l'etá che avevi tu quando ti sentivi anche così, però non mi sento affatto positivo,inoltre a differenza tua non ho alcuna laurea.

La laurea mi ha aiutato ma non è stata decisiva, l'importante è stato iniziare dal fondo, da un tirocinio pagato 300€ al mese di cui oltre 100 mi partivano per raggiungerlo con i mezzi. Li ho imparato un po' a comportarmi, a stare in un ufficio, a rapportarmi con le donne.
Prima ero selvatico, poco loquace e venivo da un periodo di depressione.
Poi ho tagliato la corda, sono andato all'estero perché non trovavo un lavoro pagato decentemente. Là non ce l'ho fatta, sono tornato senza una lira e sono ripartito facendo l'operaio qua.
Dopo una gavetta durata 4 anni ho avuto una promozione, ma è stato cruciale sbloccare la fase neet. Sebbene mi sfruttassero e basta, sebbene abbia perso due anni guadagnando il nulla, per una professione che non mi piaceva e anzi mi faceva ribrezzo.

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cancellato25407 02-02-2024 21:35

Quote:

Originariamente inviata da Varano (Messaggio 2924243)
La laurea mi ha aiutato ma non è stata decisiva, l'importante è stato iniziare dal fondo, da un tirocinio pagato 300€ al mese di cui oltre 100 mi partivano per raggiungerlo con i mezzi. Li ho imparato un po' a comportarmi, a stare in un ufficio, a rapportarmi con le donne.
Prima ero selvatico, poco loquace e venivo da un periodo di depressione.
Poi ho tagliato la corda, sono andato all'estero perché non trovavo un lavoro pagato decentemente. Là non ce l'ho fatta, sono tornato senza una lira e sono ripartito facendo l'operaio qua.
Dopo una gavetta durata 4 anni ho avuto una promozione, ma è stato cruciale sbloccare la fase neet. Sebbene mi sfruttassero e basta, sebbene abbia perso due anni guadagnando il nulla, per una professione che non mi piaceva e anzi mi faceva ribrezzo.

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L'operaio? Ma non lavori in ufficio?

Varano 02-02-2024 21:50

Re: Il peccato del fallimento.
 
Quote:

Originariamente inviata da Fallitodepresso (Messaggio 2924251)
L'operaio? Ma non lavori in ufficio?

Sì ma non ci sono arrivato dall'oggi domani, ho fatto anche il rider

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Darby Crash 02-02-2024 22:17

Re: Il peccato del fallimento.
 
Quote:

Originariamente inviata da Crepuscolo (Messaggio 2924158)
Io sono un caso estremo (pure all'interno del forum) senza lavoro e senza relazioni, l'unica cosa che posso fare è nascondermi come un topo di fogna ed evitare il più possibile i rapporti con le altre persone.
Mi piacerebbe vivere isolato come quei tizi che si vedono nei film americani, che abitano dentro le roulotte in mezzo ai boschi, dove nessuno mi vedrebbe.

anche io :mrgreen:
ma a differenza tua non mi piacerebbe vivere isolato, bensì sono rovinato da forti ambizioni sia riguardo al lavoro che riguardo alle relazioni

Varano 02-02-2024 22:32

Re: Il peccato del fallimento.
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 2924200)
Il problema generale è trovare un modo di vivere che a noi stia abbastanza bene, e per me, per usare una metafora, è come dover riuscire a risolvere un'equazione con una marea di incognite senza essere mai certi che una soluzione esista.
Per questo poi c'è da un lato una spinta a cercare ancora di risolvere qualcosa e dall'altro il dubbio che si cerchi qualcosa che non si troverà mai, e ritorna l'idea del suicidio come sottoobiettivo di ripiego.
A me non sembra una cosa da malati di mente questa, per questo non comprendo perché le persone che hanno questa difficoltà le classificano così.

anche risolvendo la propria equazione, non è detto che gli altri approvino il nostro stile di vita. c'è il rischio di restare soli perché si sceglie una vita non convenzionale.

CamillePreakers 02-02-2024 22:34

Re: Il peccato del fallimento.
 
Quote:

Originariamente inviata da Darby Crash (Messaggio 2924272)
anche io :mrgreen:
ma a differenza tua non mi piacerebbe vivere isolato, bensì sono rovinato da forti ambizioni sia riguardo al lavoro che riguardo alle relazioni

abbraccia le tue forti ambizioni, ma accetta l'incertezza, siamo condannati a costruire il successo come se fosse una casa, un mattone alla volta, e senza assoluta certezza che arriverà nella forma iniziale che sognavamo.
ce la puoi fare.

vikingo 02-02-2024 22:36

Re: Il peccato del fallimento.
 
Io non potrei fare l'operaio non siamo tutti uguali ma so che non sarà facile ripartire senza corso di formazione..se di formi in un settore allora il discorso cambia

Varano 02-02-2024 23:08

Re: Il peccato del fallimento.
 
Quote:

Originariamente inviata da vikingo (Messaggio 2924287)
Io non potrei fare l'operaio non siamo tutti uguali ma so che non sarà facile ripartire senza corso di formazione..se di formi in un settore allora il discorso cambia

ognuno ha il suo percorso, non lo vedo come disonore sporcarsi le mani e fare un po' di gavetta. mio fratello si è saputo vendere meglio, ha ottenuto subito il lavoro buono da colletto bianco, ma gli manca la fame adesso. dà tutto per scontato, non ha stimoli.

un_lettore 02-02-2024 23:56

Re: Il peccato del fallimento.
 
Chamomile ...

Lo so che è in genere difficile, ma se sei disoccupata o quasi è invece più semplice cercare di non andare troppo dietro alle opinioni degli altri. Non hai l'impegno a gestire una relazione con colleghi e superiori, non hai l'impegno alla routine quotidiana che ti fa accumulare stress, e via dicendo.

Intendo dire ... Se la tua attuale quotidianità è quella di una persona disoccupata ma che comunque mangia e beve e ha un tetto sulla testa, allora non preoccuparti troppo.

Conosco bene entrambi i lati della barricata: sono stato disoccupato per ANNI ... e lì mi è mancata la terra sotto i piedi, e ho provato una angoscia che mai avevo conosciuto negli anni precedenti.

Ora ho un lavoro stabile, direi fisso. MI sento meglio? NO.

Si, ho uno stipendio ... Ma non è sufficiente a farmi sentire meglio.

Proprio oggi una persona (che potrebbe essere mia figlia) che vedo tutti i giorni mi ha chiesto: come va? E io: è venerdi, sono un pò stanco. E lei mi ha risposto: sei stanco e sei triste. Io le rispondo: si vede? Si, si vede.

Estraneo

Keith 03-02-2024 00:11

Re: Il peccato del fallimento.
 
Quote:

Originariamente inviata da Varano (Messaggio 2924243)
La laurea mi ha aiutato ma non è stata decisiva, l'importante è stato iniziare dal fondo, da un tirocinio pagato 300€ al mese di cui oltre 100 mi partivano per raggiungerlo con i mezzi. Li ho imparato un po' a comportarmi, a stare in un ufficio, a rapportarmi con le donne.
Prima ero selvatico, poco loquace e venivo da un periodo di depressione.
Poi ho tagliato la corda, sono andato all'estero perché non trovavo un lavoro pagato decentemente. Là non ce l'ho fatta, sono tornato senza una lira e sono ripartito facendo l'operaio qua.
Dopo una gavetta durata 4 anni ho avuto una promozione, ma è stato cruciale sbloccare la fase neet. Sebbene mi sfruttassero e basta, sebbene abbia perso due anni guadagnando il nulla, per una professione che non mi piaceva e anzi mi faceva ribrezzo.

avete le palle per cambiare, lasciare, partire, ricominciare.. io da 20 anni sempre la stessa sofferenza.. mai un cambiamento.

Varano 03-02-2024 00:36

Re: Il peccato del fallimento.
 
A volte si è costretti dalle circostanze...il mio titolare si ammalò gravemente ed ero certo che sarebbe morto nel giro di pochi mesi.
Allora, visto che non mi stabilizzava e che nessuno mi assumeva, ho preso la palla al balzo e sono andato all' estero senza un piano preciso. Fondamentalmente volevo tagliare i ponti con quel lavoro, dove neanche mi pagavano i contributi. La parentesi estera è stata in parte un fallimento, in parte una lezione. Sono tornato in Italia e un lavoro generico l'ho rimediato.
Poi ho cambiato ogni anno ma senza stravolgimenti.

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Non registrato 03-02-2024 04:41

Re: Il peccato del fallimento.
 
Certo che vivo una condizione simile, se parliamo del fenomeno "neet" io sono uno dei principi.
Ho abbandonato gli studi a quindici anni e mi sono rinchiuso in casa a giocare ai videogiochi (genitori fantastici a cui non fregava più niente e che hanno deciso di mantenermi come un animale domestico).
Adesso ho trentadue anni e sono ancora qua, che dire della vergogna?
C'è, ma è poco importante se si accetta di essere morti, insignificanti per la vita.
Quando incontro qualcuno racconto solo bugie, dico di stare lavorando come operaio, per evitare stigmatizzazioni, perché non è solo vergogna, essere cosi può portare il prossimo a diventare violento, strafottente, sentirsi superiore, quindi meglio dire sempre di avere la propria "indipendenza".
L'unica cosa importante sono i genitori che ci mantengono.
Il resto è irrilevante, se tu che leggi sei come me sai che non avrai mai la tua vita perché sei sfregiato troppo irreparabilmente.
Bisogna andare avanti come si può, lasciarsi alle spalle le vergogne.
Godere del godibile.


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