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Re: Oltre le nostre possibilità
Secondo me bisogna sforzarsi di capire che con la nostra patologia, la fobia sociale, tendiamo sempre a sottostimare le nostre capacità. Siamo sempre concentrati sulla validazione sociale in maniera malata.
Bisognerebbe affrontare le situazioni non sempre come minacce, ma come possibile occasione di qualcosa di positivo. Anche a pensarci razionalmente, come si può pensare di prevedere il futuro con (negativa) certezza? Molliamo un po' l'idea di poter avere la capacità di poter controllare tutto, perché questa capacità non ce l'avrà mai nessuno. |
Re: Oltre le nostre possibilità
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Re: Oltre le nostre possibilità
Si Maffo ... Ma il punto che più volte ho scritto è un altro.
Sono certamente d'accordo - e me ne accorgo con la mia stessa esperienza - che siamo più in gamba di quello che pensiamo, e possiamo affrontare e tollerare più problemi di quanto non pensassimo, ma il fatto è la scorta, la scia, il codazzo di dolore che ogni superamento porta. E' il discorso della salita, di cui parlavo qualche giorno fa: i tuoi muscoli delle gambe possono anche essersi fortificati a forza di fare salite, ma l'ennesima salita non diventa né una discesa né una pianura ... E' sempre salita. E stanca. Poi, per quanto mi riguarda, la comparsa di un linguaggio psicosomatico (mal di schiena, urgenza nell'urinare, ad esempio) mi fa pensare che la mia mente sta cominciando a rompersi i coglioni per il fatto che io non la ascolto. Sai cosa dovrei fare io per ascoltarla veramente, per esaudire i suoi desideri e forse vedere finalmente ridursi il livello di ansia e di espressione psicosomatica? Mollare il lavoro, che mi rende infelice per cinque giorni. Mollare la città, che mi rende infelice sempre e da sempre, visto che io a Roma non mi sono mai sentito a casa mia pure se ci sono nato, di questi tempi poi ti lascio immaginare, devi stare attento a tutto appena esci di casa, e infine immergermi nella natura rigogliosa di quei posti un pò remoti e non troppo di passaggio, non dico per fare l'eremita, ma per vivere di poco e con un certo orto. E' possibile? Non lo so, contando che io non sono un ragazzino ma una persona di mezza età per quanto giovanile (sempre meno comunque, la sofferenza emotiva mi sta invecchiando). Resta il fatto che la prigione attuale (o ruota del criceto che dir si voglia) più il logoramento passato creano una combo che è essa stessa una fonte di sofferenza. Estraneo |
Re: Oltre le nostre possibilità
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La terza soluzione vera sarebbe un abbattimento reale del costo, ma è una cosa che salta fuori del problema e modifica il contesto in cui sei incastrato. Se un alimento costa troppo non è che risolvi il problema comprandolo poche volte, la frustrazione resta lo stesso se non puoi averlo a buon mercato abbastanza spesso. Se spendi di meno meno volte lo avrai, è la stessa cosa. Se spendi 0, ottieni 0, se spendi poco ottieni troppo poco, se spendi molto non ottieni abbastanza. In qualsiasi modo distribuisci la spesa alternado come ti pare le cose rimane uguale tutto questo. Il costo è sempre proporzionale allo stesso modo a quello che ottieni anche alternando spesa a risparmio. La via di mezzo in questo caso non risolve affatto il problema o il malcontento relativo al costo elevato in relazione a quel che ottieni, resta inalterata questa cosa. Solo una sorta di intervento esterno sul mercato potrebbe in linea di principio modificare le cose. Se uno pensa di poterle risolvere dall'interno alternando spesa a risparmio secondo me non ha afferrato bene le cose, a meno che spendendo di meno non si ottiene di più proporzionalmente, ma a me pare non sia così. |
Re: Oltre le nostre possibilità
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