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Re: Digitalizzazione e fobia sociale
noi siamo aiutati dalla digitalizzazione, ma per un estroverso sarà sempre meglio vedersi di persona. a me sinceramente non frega nulla di incontrare qualcuno, preferisco connettermi qua che uscire al bar e non perché abbia più stima dell'utenza di fs rispetto ai paesani.
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Per quanto riguarda lo smartworking sono d'accordo che ha molteplici vantaggi, e adesso che rischio di cambiare parzialmente modalità di lavoro (se non lo perdo proprio) rivivo più da vicino le preoccupazioni e gli svantaggi collegati al lavorare in azienda. Però c'è comunque qualche elemento che proprio non mi è piaciuto dell'esperienza che ho fatto del lavoro da remoto. Sei costretto a rimanere in casa, e anche se ci rimarresti lo stesso, fa un effetto diverso l'essere proprio obbligato (un po' come quando c'era il lockdown). C'è un miscuglio di situazioni che vorresti tenere separate, la tua casa non è più completamente la tua casa. Senza il controllo diretto dei superiori e la presenza dei colleghi nello stesso posto diventi più "volatile", tendi a lasciarti andare, ti metti a rimuginare e ti annoi di più. Devi passare almeno 8 ore da solo a lavorare, è facile perdersi, lasciare la concentrazione che devi mantenere verso l'attività e passare a pensare, perché non ti viene spontaneo fare altro visto che non hai abbastanza tempo, e inoltre puoi avere sensi di colpa, per metterti a fare cose diverse dal lavoro. Rimuginare e oziare invece sono "azioni" che non richiedono tempistiche definite né attenzioni e coinvolgimento particolari nel farle, quindi finisci in quegli stadi lì. Inoltre se è vero che non c'è la prossimità fisica nei rapporti coi colleghi e non vivi un ambiente condiviso che causa ansia a un fobico, dall'altra parte si organizzano spesso riunioni tramite videochiamate con molte persone e tu sei lì al centro dell'attenzione di tutti quando parli. Il rapporto tra due colleghi che si parlano in call, entrambi dal proprio ambiente domestico, può essere vissuto in modo stressante, perché in un certo senso è come se la comunicazione fosse meno distaccata rispetto a quella di due che si parlano in ufficio, si avverte come più vicina la presenza dell'altra persona. Detto questo, aspetto di provare come è ritrovarsi a lavorare in azienda per probabilmente pentirmi di aver pensato male dello smartworking. |
Ehi... Negli anni 80 è 90 avevamo quelle definite "enciclopedie" per reperire queste informazioni.
Ma posso capirti. L'invenzione dello smartphone può aver apportato un cambiamento epocale nella società umana... Ma non sono sicuro se sempre in modo positivo. |
Re: Digitalizzazione e fobia sociale
Internet è uno strumento come un altro e dipende dall'uso che ne fai.
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Re: Digitalizzazione e fobia sociale
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Può sembrare una uscita da boomer, però ho l'impressione che questo strumento leda la nobile arte della conversazione. Ma anche la discussione di Barracrudo ne era un esempio: il pensare a come la prenderà la nostra ragazza quando, nonostante siamo con lei, passeremo il tempo a smanettare lo smartphone (che poi sia per venire su questo gruppo o altro è relativa come questione) |
Re: Digitalizzazione e fobia sociale
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Re: Digitalizzazione e fobia sociale
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Re: Digitalizzazione e fobia sociale
Io ammetto di passare tantissimo tempo con lo smartphone in mano, lo faccio soprattutto per noia. A volte non ricordo cose che mi sono state appena dette, non so se mi sto rincoglionendo anche per colpa del telefono, possibile.
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