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Neppure nel mondo delle fiabe tutti si vanno a genio a vicenda, mi pare chiaro che ci sarà sempre da scontrarsi con persone più o meno amabili nella vita, il punto è piuttosto: imparare ad incassare le cattiverie gratuite (sapendo che in quanto tali sono con tutta probabilità state pronunciate da persone un po' misere), imparare a localizzare il limite fra l'errore del prossimo e l'errore nostro, e soprattutto imparare a non affrettare giudizi a nostra volta. |
Re: Il giudizio degli altri
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Re: Il giudizio degli altri
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Re: Il giudizio degli altri
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Re: Il giudizio degli altri
Male, mi divora. Mi fa male il detto e pure il non detto. Sia che il giudizio venga palesato chiaramente che non, ci rimango sotto.
Talvolta magari mi faccio dei complessi sul nulla, complice anche la mi tendenza al paranoico, ma nella stragrande maggioranza dei casi invece, quando fosse anche un leggero sentore, ci indovino. |
Re: Il giudizio degli altri
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Ti rispondo comunque, secondo me, essere "equilibrato" non va d'accordo con "vivere" perchè è solo una sovrastruttura che ti crei perchè non sei abbastanza maturo per sostenere delle tue idee, dei tuoi pensieri, per essere te stesso ecc e temi il confronto con gli altri, e allora piuttosto che stare nell'ombra trovi la soluzione nell' equilibrio, nè bianco nè nero, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? destra, sinistra o..meglio centro, un ruolo che può durare per un po', poi se hai un te stesso che ti preme dentro prima o poi ti verrà a bussare e se non lo ascolti incominicierà a battere i pugni e poi sempre peggio, fin quando non ti decidi ad ascoltarlo, perchè non hai scelta, e torno all'ultima frase del mio primo messaggio, perchè diventa una questione di vita o di morte, vuoi vivere o morire? alla fine una scelta la devi fare, alla faccia "della verità che sta nel mezzo", mi vien da dire. |
Re: Il giudizio degli altri
Se non ci si concentra nel farsi una propria idea degli altri e credere al proprio intuito si finirà per essere in balìa del giudizio di chiunque. Gli altri ci valutano, tu valuta a tua volta. Questo non significa giudicare, ma scremare, e avere delle persone di riferimento a cui tieni, che ti ispirano e i cui pensieri su di te hanno significato. Direi che ci sono poche persone il cui giudizio su di me è indifferente, persone il cui giudizio su qualcosa di me merita di essere ascoltato, e pochissime persone che spero di non deludere. (una di queste sono io stessa)
È fondamentale non denigrarsi e non parlarsi male da soli. |
Re: Il giudizio degli altri
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Esempio: uno è brutto e lo dimostrano tutti nei fatti che lo giudicano così, arriva il coglione positivo di turno, anzi magari proprio la bella ragazza consolatrice che gli dice che è normale e magari anche un tipo, e questa cosa può infastidire perché poi magari anche la bella ragazza consolatrice si tiene a debita distanza casomai il tipo ci provasse. Un giudizio positivo dove ti danno 30 quando fai un esame non penso infastidisca nessuno. Quote:
Che libertà hai se poi hai il vuoto sociale intorno? Se uno fosse ebreo e sapesse di trovarsi in posti dove li prendono e li deportano e si mette a gridare per strada "sono ebreo, sono io, sono questo e basta!", uno può farlo però poi che libertà avrà se finisce in un campo di concentramento? Sarà davvero più libero? A me sembra una cazzata. A me sembrano le solite cose consolatorie che si ripetono sempre. |
Re: Il giudizio degli altri
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Re: Il giudizio degli altri
Soffro particolarmente il giudizio delle persone a cui tengo, ancora di più quando magari scopro a mie spese che l'importanza reciproca non è sulla stessa lunghezza d'onda.
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Re: Il giudizio degli altri
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Se una persona desidera molto alcune cose ma non riesce a ottenerle, è molto difficile che accetti di non averle ottenute e si metta il cuore in pace. Si potrebbe banalizzare dicendo di riconoscere e accettare i propri limiti: ma se questi limiti ci impediscono di condurre una vita soddisfacente, allora è dura accettarli. Alla fine si disprezza se stessi o si è incazzati col mondo o entrambe le cose. Se vado a un ristorante con una gran voglia di spaghetti allo scoglio e mi portano solo riso in bianco, ovvio che mi senta frustrato. Mi posso chiedere: ho sbagliato qualcosa io o il ristorante mi prende in giro? E così con le cose importanti della vita. Se al ristorante della vita si ordinano con desiderio soldi, ragazze, amici, belle case e invece arriva solo polvere... come accettare tutto ciò? E come spiegare agli altri che non sono io incapace ma la sorte attraverso circostanze sfavorevoli mi mette bastoni tra le ruote? |
Re: Il giudizio degli altri
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Re: Il giudizio degli altri
Interessante comunque che si dia per scontato che parlando di "giudizio" si parli per forza di cose di giudizio negativo.
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Re: Il giudizio degli altri
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E così nella vita reale. Ci sono persone a cui la vita dà ciò che chiedono e altre che invece subiscono rifiuti, malattie, circostanze sfavorevoli, ostacoli. Quote:
Un datore di lavoro - a parità di CV - a me dice no e a un altro sì. Una ragazza a me dice no e a un altro sì. Non è equo. Se invece due persone pagano per avere una bottiglia d'acqua entrambe ottengono la bottiglia: questo è equo. Se il commesso del supermercato si rifiutasse di dare la bottiglia a uno dei due ci sarebbero proteste. Quote:
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Re: Il giudizio degli altri
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Ma ad ognuno il suo. Quote:
Il bicchiere riempito a metà lo abbiamo di fronte tutti, compreso chi reputi più fortunato di te. Tutto è solo una questione di punti di vista. Come ci sarà sempre chi è più fortunato di noi, ci sarà sempre chi è più sfortunato e ci invidierà addirittura. Sempre per l'azzardato paragone, c'è chi ucciderebbe per potersi sedere ad un ristorante e mangiare riso in bianco, nonostante non sia ciò che è stato ordinato. Rassicurati: sei uomo, sei bianco, non patisci la fame né la sete, non sei nato con malformazioni o patologie gravi, se sei malato puoi curarti, puoi accedere a qualsiasi tipo di istruzione, hai accesso all'acqua potabile e ai servizi sanitari, hai un tetto sotto il quale dormire, puoi permetterti di dedicare del tempo ad attività diverse da quelle della sopravvivenza (ad esempio scrivere in un forum). Gli spaghetti allo scoglio li hai già sotto al naso. |
Re: Il giudizio degli altri
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Tutto dipende dai propri desideri e dal grado in cui essi sono realizzati. Dipende da quanto la vita desiderata si avvicina a quella vissuta. Dall'esterno la vita di una persona può apparire perfetta, ma finché alcuni suoi forti desideri vengono frustrati e non realizzati, questa persona continua a sentirsi infelice e a non accettare se stesso oppure il mondo attorno a sé. Quote:
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Re: Il giudizio degli altri
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Il punto è: nessuno ha il bicchiere pieno. Quindi diventa tutta una questione di postura: posso decidere di approfittare del riso in bianco, nonostante tutto, o posso decidere di farmi venire l'ulcera e passare la vita a lamentarmi perché l'erba del vicino è sempre più verde. Quote:
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Re: Il giudizio degli altri
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Potrei scientemente dire "ok, mi va bene il riso in bianco, sono soddisfatto così", ma sentirei di andare contro me stesso. Se si potessero manipolare i propri pensieri a piacimento sarebbe una gran cosa. Mi direi "da adesso scelgo di pensare che la mia vita è meravigliosa e adorabile: oh che bello respirare, gli alberi, gli uccellini, il senso del gusto, quello dell'udito!" Ci posso provare, ok, ma c'è qualcosa non sotto il mio controllo razionale che mi spinge a volere altro, mi arrivano pensieri che contrastano con quelli che mi forzo ad avere. Non penso che chi si lamenta ed è frustrato decida di esserlo. Evidentemente ci sono pensieri che gli arrivano che lo portano a essere tale, e non riesce a scacciarli. Fosse per lui, probabilmente preferirebbe accontentarsi ed essere sereno. Del resto pure Schopenhauer diceva che la condizione ideale è l'ascesi, in cui ogni desiderio è soppresso. |
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