![]() |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
|
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
Ti dico che cosa ha ispirato il mio thread. Sul momento mi ha ispirato un dialogo avuto con una mia collega che mi conosce da poco è costei mi fa andare in stato di discomfort soltanto trattando l'argomento "trovare la ragazza". Mi sono chiesto: "ho voglia di andare via e di scappare da questa discussione, ma è possibile che una cosa del genere mi porti così lontano dal comfort?". Una sensazione brutta ma brutta. Poi lei mi ha detto che l'ambiente dove lavoriamo è pieno di belle ragazze per cui posso tranquillamente trovarla lì (insegnanti). Lì io ho pensato quanto è difficile per me rompere un muro con quelle persone e provarci. L'altro motivo per cui ho aperto il thread è un pensiero che covavo da un po' riguardo una mia lettura di un libro che ancora non ho finito. Sylvia Loeken in "Introversi e Felici" scrive questo: AFFRONTARE LA PAURA - STRATEGIE UNIVERSALI (...) La grande difficoltà consiste nel cambiare le proprie abitudini. Per ogni cervello rompere una consuetudine è fonte di fastidio. Quando vi rifiutate di percorrere i cammini già battuti, nei quali ormai reagite in modo automatico, è molto stancante per il vostro cervello, disturbato da tutto ciò che è incognito. A maggior ragione È importante che agiate in maniera consapevole. Lo scrittore e imprenditore americano Seth godin nel suo libro La chiave di svolta consiglia un metodo ancora più drastico. Sostiene che chi dice a voce alta la cosa di cui ha paura, la fa sparire. Provate anche voi! dite: "ho paura di tenere questa presentazione, perché nel pubblico ci sono dei miei detrattori". Dal punto di vista neurobiologico, la fase successiva è un'ottima strategia: la corteccia cerebrale, il luogo del pensiero consapevole, ha il potere di calmare il centro della paura del cervello (ovvero l'amigdala). Acquisendo coscienza del perché la cosa di cui avete così tanta paura sia importante, aiutate il vostro cervello a creare nuovi percorsi. A quel punto, l'area deputata alla paura non ha più bisogno di attivarsi nella stessa misura per quella specificazione. Se prendiamo ad esempio una presentazione in pubblico, questo può significare non provare più panico ma soltanto un lieve disagio. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
E quando è che il metodo di Godin si utilizza?
Quando hai amici di cui ti fidi per cui puoi raccontare le tue paure. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Ma Folle, il mio territorio qual è? La riflessione? Non voglio mica diventare Zanza, però almeno avere più facilità nello stringere rapporti di amicizia.
|
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Io pur essendo una tipa riservata e riflessiva mi espongo abbastanza, nel senso che non riesco a fingere, sono abbastanza naturale (sicuramente più della media) e spesso mi si legge in faccia quello che provo/penso. Per questo non sono molto capace di nascondere i punti deboli.
|
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
|
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
|
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
|
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
Penso che un punto di equilibrio esista eccome, lo incarna un mio conoscente che ho sempre ammirato. Sorride sempre, è gentilissimo, aperto, parla volentieri di tutto, la gente sta sempre tutta benissimo in sua compagnia, viene chiamato, cercato, è sempre in compagnia festereccia. Ma a malapena qualcuno dei suoi conoscenti sa dove abita e che lavoro faccia. Altro di lui non si sa. Ha un sacco di conoscenti proprio perché molto solare ma la sua persona è blindata. Inutile dire che per me è un ideale straordinario e irraggiungibile. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
|
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
Poi non sono del tutto d'accordo. Penso sia molto difficile trovare qualcuno capace di essere sensibile ed empatizzare verso qualsiasi tipo di problema e disagio: si tende invece a empatizzare verso problemi che sono simili a quelli che abbiamo vissuto. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
Così nella vita. Se riguardo a una situazione ti senti forte e preparato, allora ci entri; se invece ti senti debole e impreparato, non ci entri. Quel che bisognerebbe fare è fare in modo di sentirci pronti per le situazioni che ci interessano. Nel tuo caso a una prima impressione il problema non mi pare così invalidante. Se l'inibizione è causata solo dallo scarso curriculum sessuale... beh, delle esperienze sessuali mica se ne parla fin da subito, non sono argomenti frequentissimi in ogni conversazione. Quindi potresti provare a instaurare rapporti sperando di entrare in confidenza con qualcuno o di essere molto apprezzato prima ancora di entrare nel cuore dell'argomento "esperienze sessuali" |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
|
Come fa uno senza vita sociale ad aprirsi? Se facessi conoscenza con qualcuno, questo verrebbe a sapere che sono senza amici e conduco una vita miserevole. Mi prenderebbe per uno con dei problemi mentali e mi eviterebbe. A me poi non va di sentirmi in completo imbarazzo e quindi me ne rimango per conto mio.
|
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
Non è in fondo così diverso quello che si fa da un terapeuta? solamente il potersi aprire con una figura professionale e in teoria non giudicante, da la sensazione di aver fatto un passo avanti. E in un certo qual modo non è lo stesso principio su cui si basa la confessione come va avanti da secoli? Se sei sincero, ammetti paure e debolezze alla fine si dovrebbe creare la congiunzione giusta per ripartire o avere benefici su medio termine. Viceversa, si è obbligati a nascondere, a dover evitare e rinunciare per continuare a tenere in piedi il castello di carte. Poi la cosa drammatica, che non so se è il caso della tua collega, è che le persone non sono stupide e intuiscono o sentono la tua "falsità" o tentativi di indossare una maschera per autodifesa, e quindi ti testano, ti mettono sotto pressione, proprio perché cercare di smascherare qualcuno che si capisce indossare una maschera è un qualcosa di naturale, come se fosse una sorta di istinto predatorio. Quindi, in un ambiente di lavoro come il tuo, dove sicuramente un chiacchericcio di sottofondo tra colleghe è presente, alla fine il tuo muro rischia proprio paradossalmente di attirare l'attenzione e la voglia di smascherarti, mentre per te magari diventerà sempre più complicato nasconderti dietro una facciata. Non so se è una tua amica, ma in fondo questa collega di cui parli è andata in avanscoperta e sembra quasi aver percepito. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
|
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
Magari trovi la persona che pur avendo delle esperienze alle spalle può scoprire qualcosa di nuovo con te (e viceversa). Mai dire mai. |
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
|
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
|
Re: Riservatezza: non sono più convinto
Quote:
È ciò che ogni volta dico agli psicoterapeuti. E loro mi rispondono "ma non è vero, vedrai che nessuno ti giudica male se scopre che hai una vita sociale penosa" ahah, certo, come no. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 19:06. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.