Originariamente inviata da Broken Mirror
(Messaggio 2650041)
Provo a riportare le mie due esperienze completamente in contrapposizione tra loro.
Sono sempre stato un introverso, no way. E' così e, oggi, amo finalmente essere così (con dovuti equilibri raggiunti). Ho un mondo tutto mio, quando interagisco con gli altri sento poi di dovermi ricaricare per dire, una volta rientrato a casa. Son elementi che solo un introverso può capire. Però ho trovato i miei personali adattamenti nel tempo.
Fatta questa premessa, io per anni mi sono detestato. Alla mia introversione si aggiungeva, bisogna sottolinearlo, una profonda insicurezza personale su tanti fronti, il più delle volte percepita solo da me, barriere mentali insomma.
Beh, a quei tempi non riuscivo a interagire facilmente né con donne né con uomini, nemmeno per un'amicizia o una semplice conoscenza. Ero "repellente". Brutto da dirsi ma era così perché, inconsciamente, con tanti miei atteggiamenti tendevo ad allontanare chiunque.
Detto ciò, quando nel corso del tempo ho lavorato su me stesso modificando tanti parametri che mi bloccavano (fondamentale la psicoterapia per me in tal senso), non ho ricevuto alcun effetto di fastidio dalle persone, qualsiasi genere esse avessero, anzi la mia figura naturale di "mediatore / sostenitore" è sempre stata apprezzata, al punto che i feedback positivi erano così tanti che non ne potevo più di tutte quelle persone intorno a me.
Prima di questa parentesi, cioè essere apprezzato come introverso senza forme di "aggressività caratteriale" (sono assertivo e deciso - semmai), ho vissuto un periodo di adattamento, qualcosa che un terapeuta definì come "istrionismo compensativo". In pratica, per superare l'ansia sociale e la tendenza evitante, complice pure l'uso di alcol mi comportavo in maniera esuberante e iper-socievole anche con gente appena conosciuta, un periodo di estroversione mai avuto, a tratti quasi una socievolezza inopportuna. Ecco, debbo ammetterlo: alla gente piace tutto questo, compresa la teatralità, in effetti quello fu il periodo dove mi bastava poco per farmi conoscere da un intero palazzo di uffici o una intera università (quando studiavo anni or sono).
E' stato un incredibile esperimento sociale e debbo ammetterlo: l'estroverso, in queste cose, è avvantaggiato. L'introverso, senza assertività o "carisma", rischia di essere completamente sotterrato. Allora che bisogna fare? Detesto le indicazioni stile mental coach e altre cose disagevoli di sto tipo, ma acquisendo alcune abilità è possibile essere ammirati proprio come introversi. Ragazzi, vi giuro, a un certo punto sarete saturi di fronte a quante persone vi vorranno, mi riferisco anche al piano sentimentale. Quante avances assurde che ho ricevuto, il mio vecchio me simil-autistico non ci avrebbe mai creduto...
Consiglio pratico? Un percorso di psicoterapia può dare strumenti pazzeschi, senza assolutamente doversi "snaturare" nella propria indole!
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