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Originariamente inviata da gattasilvestra
ma c'è. Solo che non si può esplicare subito nell'incontro, non ce la faccio, devo prima fare altri passi. Li sto facendo e sono passi abbastanza importanti, non me la sento però di parlarne qui.
Perciò avevo chiuso questa non-storia... ammetti che vederlo tornare (sapendo che non posso incontrarlo, ora!) poteva farmi sperare che lui fosse disposto ad aspettare?
Anche perché mi ha detto chiaramente "voglio aspettarti".
Tra l'altro aspetterà *felice e contento* circa quattro mesi per un viaggio - e non voglio paragonarmi ad una settimana ad amsterdam (LOL) ma se si tiene a qualcosa per cui si deve aspettare... si aspetta.
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Se è stato così esplicito allora si. E se senti di voler tendere alla completezza anche. In una situazione non a distanza, in cui la conoscenza è più bilanciata fra il piano mentale e tutto il resto (il mondo fisico del contatto, delle sensazioni, del linguaggio non verbale, della condivisione di esperienze ecc.), comprendere il proprio sentimento è più semplice, decidere di aspettare anche. In situazioni filtrate come questa invece, si tende a confondere una parte (l'intesa mentale) per il tutto (l'intesa tout-court). Se poi ci si mettono di mezzo anche le paure legate all'universo delle fobie, la tentazione di credere che quello sia davvero il tutto, di illudersi da soli e tramite quest'illusione provare emozioni vere e intense, è molto forte.
@animaSola: parlando come mangio (e ieri sera sono stato ad una "cena con delitto" :D ), volevo dire semplicemente che a volte inconsciamente siamo noi a porre la distanza che ci separa dagli altri, perchè al momento non siamo pronti ad avvicinarci davvero, giustificandola però come un ostacolo esterno, che non siamo stati noi a scegliere ma che ci si è parato davanti. Bisognerebbe scartare quest'ipotesi, prima di preoccuparsi e ripetersi "non voglio caderci più", perchè se è così capiterà ancora e non avrà senso appellarsi di nuovo ai sentimenti in stile "al cuor non si comanda, però che sfortuna", perchè la distanza in qualche modo è ciò che al momento ci fa comodo, qualcosa che riusciamo a controllare, il grado massimo di sopportazione, camuffato però da "tragico destino" per farci sentire non troppo limitati.
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Originariamente inviata da animaSola
Comunque non è un appellarsi...è semplicemente credere nella forza di un sentimento...e ora nn me veni a dire che al mondo esiste qualcosa di Palpabile che sia piu forte di un emozione che può essere d'amore o di odio...perchè non ce credo manco se me sdrotoli er tappeto rosso ad ogni mio passaggio...
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Certo, ma l'amore, anche se è fortissimo, deve basarsi su una conoscenza e vicinanza che dev'essere piena, chiara, totale...o comunque deve tendere sempre a quello. Amare uno sconosciuto non si può, però ci si può invaghire di un'illusione, e allora il torto lo facciamo a noi stessi.
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