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Re: A cosa aggrapparsi?
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Re: A cosa aggrapparsi?
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Re: A cosa aggrapparsi?
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Re: A cosa aggrapparsi?
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Re: A cosa aggrapparsi?
Quando perdi di vista il valore di tutto non resta che aggrapparsi ai palliativi ammazza-tempo, e vai avanti finche funziona. Poi quando viene a noia passi ad altro, ed altro ancora.
Prima o poi finirà questa vita, a questo ci si può aggrappare. A forza di danneggiarsi con i piaceri temporanei quel momento non dovrebbe tardare troppo a giungere. Ma a volte anche per queste cose viene a mancare la motivazione, la giustificazione dello sforzo. E quindi il tedio domina incontrastato e non rimane altro che rifugiarsi nella propria mente, vivere di allucinazioni. L'ipersonnia auto-indotta come una specie di eutanasia può essere la risposta. Ma poi ti svegli ed è tutto ancora lì, spaventosamente immutato. |
Re: A cosa aggrapparsi?
quando il futuro di chi più amo, e di conseguenza il mio, si sono fatti bui e senza via d'uscita, ho trovato sollievo nella bellezza e nelle piccole cose, nei piccoli piaceri che dipendono quasi solo esclusivamente da me.
vero, però, che il domani, così burrascoso e sempre più tremendo, si basa per ora su un presente economicamente sufficiente, se amministrato con parsimonia. |
Re: A cosa aggrapparsi?
stai li guardi che succede , poi tanto lo sai che succede .... alla fine tanto tocca perdere tutto e tutti , funziona cosi , meno hai meno perdi .... le robe vanno da una situazione magari creata di ordine e soddisfazione a una situazione inevitabile di caos e distruzione , è proprio la natura delle cose , quindi boh tocca aggrapparsi a sto cazzo :sisi: .
penso che cmq se uno crea tanto e fa una vita pianificata e ha faticato per conquistarsi qualcosa resta ancora più inculato alla fine di uno che magari è stato li a fare l ebbete fino alla fine :sisi: per fortuna la morte è comunista :D in sostanza a qualsiasi cosa decidi di aggrapparti il risultato nn cambia .... passi il tempo .... come le scimmie che s aggrappano a un albero e poi a un altro ... poi finiscono tutte uguali |
Re: A cosa aggrapparsi?
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La morte non è il peggiore dei mali, la morte non è nemmeno un male, mentre il morire sì, quel che la precede e la provoca è sempre diverso e produce sofferenze di diversa intensità. Altre persone non lo vedono nemmeno tutto questo, usano frasi come le tue, però secondo me non è che colgono la realtà dei fatti. Basta guardarsi intorno e vedere delle morti veramente terribili, la lapidazione ad esempio. Per questo può essere utile anticiparla la morte e con un metodo adatto, se muori in un modo specifico ti risparmi sicuramente tutti questi altri tipi di morte. E' illogico dire ad un tizio che vuol suicidarsi che sicuro poi morirà. Che morirà sicuramente è vero, quel che resta indeterminato è il come. Finché resti vivo rischi di soffrire ed agonizzare in modi indicibili, una volta morto questo rischio si azzera. Bisognerebbe lasciare davvero liberi tutti (non solo i malati terminali e persone specifiche) di poter decidere in che modo morire e fare in modo che si possa accedere agevolmente a questi metodi (droga, forme di anestesia drastiche e così via). Rappresentano delle terapie del dolore anche questi per me, l'estrema via di fuga, l'ultima porta ancora aperta, l'ultimo scoglio a cui aggrapparsi. Ci si potrebbe aggrappare a questa cosa qua se a tutti 'sti stronzi pro life del cazzo (pro life non nei confronti della loro esistenza ma nei confronti di quella di merda che vivono altri) che ci sono in giro qualche divinità che abbia a cuore la giustizia gli regalasse la certezza di vivere e crepare nel peggiore dei modi, quello che loro più temono. Solo così mi sa che cambierebbero idea. Agire in certi modi, far vivere certe esperienze a delle persone è più educativo e convincente di mille discorsi. Perché i romani inchiodavano le persone su delle travi di legno? Se un modo di morire vale un altro, perché i tizi dei cartelli messicani ammazzano le persone tagliandole a pezzi da vive? Non si spiegherebbero questi modi di agire se fosse vero quel che dici. |
[QUOTE=Dr. House;2610241]«Insomma…quando capisci che non c'è più niente da fare;
Cosa fare in questi casi?» La domanda nel modo in cui l'hai posta è paradossale rispetto alle premesse (Cosa fare se non c'è più da fare?). Tuttavia, se cerchi ancora una una riposta vuol dire che non tutto è perduto. C'è modo e modo di vivere la sofferenza, anche soltanto cambiare il modo in cui si convive con essa è decisivo per la salute della nostra coscienza (dico questo sia perché lo vivo sulla mia pelle, sia perché sono convinto che ha un valore oggettivo valido per tutti). A freddo direi che se non l'hai già fatto e se lo potessi fare, valutare di mettersi in cura da uno psichiatra, al fine di stabilire con rigore la definizione terminologica del disagio e intraprendere un percorso mirato di trattamento psicologico ed eventualmente farmacologico. A cosa aggrapparsi? Al desiderio contro ogni speranza di voler trovare ancora, nonostante tutto, qualcosa a cui potersi aggrappare.[/QUOTE 👏👏👏👏 |
Re: A cosa aggrapparsi?
All'immaginazione e alla fantasia,puo funzionare un minimo secondo me
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