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Re: Accettare la propria introversione
Cerco di frequentare persone che non la facciano pesare, maschero un po' in certi casi, ma è una fatica costante e alla lunga salta fuori sempre.
Ma la accetto, anche perchè son finiti i tempi dello snaturarsi troppo per gli altri, vedendo poi che grandi risultati ottieni dalla gente. |
Re: Accettare la propria introversione
Jung scrisse un libro intero sui tipi psicologici ed i due tipi “fondamentali” psicologici sono l’estroversione e l’introversione, non esiste nessun tipo che sia esclusivamente estroverso e nessun tipo che sia esclusivamente introverso, esistessero tipi tali sarebbero già internati da qualche parte.. esistono soltanto differenti gradazioni di introversione ed estroversione, voi intendete l’estroverso come un tipo socievole? Sbagliato.. l’estroverso non è il “tipo più socievole” (semmai ne è una conseguenza), ma un soggetto in grado di essere prevalentemente mosso dai “fatti” esterni, dalla realtà oggettiva esterna, il tipo introverso invece viene mosso prevalentemente dalle percezioni interiori che la realtà esterna gli rimanda.. chiaramente il soggetto introverso può avere maggiori difficoltà di adattamento perché quello che prova difficilmente può essere compreso socialmente, a differenza degli estroversi che riferendosi ai “fatti” sono sempre più adattati alla realtà e dunque potenzialmente più socievoli.. ma si tratta di differenze di libido, non di socializzazione.. e poi ricordiamoci che sono due tipi fondamentali, nè l’estroverso nè l’introverso hanno qualcosa di “sbagliato”
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Non l’ho mai accettato...
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Re: Accettare la propria introversione
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Re: Accettare la propria introversione
Il problema è l insicurezza...e la depressione..non l' introversione
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io credo che spesse volte invece i disturbi possano essere naturale conseguenza della natura introversa, quindi un ottimo passo iniziale potrebbe essere quello anzitutto di accettarsi per quello che si è senza sentirsi inferiori ma riconoscendo le proprie qualità. Sin da bambina ho sentito il peso del giudizio, ero timida, silenziosa, troppo introversa rispetto a mia sorella sempre sorridente e dinamica. Io che in classe facevo fatica a stringere amicizie, mia sorella che era amata da tutti. E mia madre me lo diceva sempre, sottolineava questa differenza caratteriale, per non parlare di mio padre che mi prese in giro perché in una gita alle medie in pullman ero sola, non parlavo con la bimba accanto che era di un’altra classe, insomma nessuno della mia classe era seduto con me. O in un’altra gita, dove nessuno voleva stare in stanza con me e un’altra mia amica, e la professoressa esordì “queste bambine non possono essere sempre discriminate!”
Ero una bambina, cavolo, una bambina. Cosa pensate abbia causato questa serie di eventi? Di certo insicurezza, ma io sono così. Faccio fatica a conoscere nuove persone, faccio fatica ad andare d’accordo con tutti subito, ho i miei tempi per aprirmi, e potrei non farlo mai. Sento che con alcuni riesco ad instaurare un bellissimo rapporto di scambio, con altri no, con chi avverto distante da me, tendo a chiudermi a riccio. Per questo ho pochissimi amici, gli storici, e pochi nuovi con cui ho una bellissima amicizia. Ho il mio ragazzo che ha una comitiva enorme, con solo una ragazza riesco a parlare e ad aprirmi, col resto zero, e non ci faccio una bella figura. Ma è gente con cui non ho gran feeling, nè ho mai avvertito grande voglia di conoscermi da parte loro. Ecco, io non inseguo le persone, sono per la naturalezza dei rapporti, con loro sono uscita tante volte, ma mai uno scambio che andasse oltre convenevoli di due minuti! se sono ignorata ignoro, poi si stupiscono e criticano perché nel gruppo whatsapp non intervengo mai. Ecco, queste sono le robe che odio. Se non mi consideri dal vivo come pretendi che poi intervenga sulle stronzate scritte in un gruppo whatsapp con venti persone? Questa superficialità che gira intorno ai rapporti, questo dover seguire per forza uno schema con gli altri, questo dover andare d’accordo sempre con tutti, perchè in fondo “che te ne frega, basta che fai faccia!!”. È più importante farsi accettare, sentirsi parte si un gruppo, costi quel che costi. Ma alla fine essere se stessi può significare risultare antipatici, perché non si segue la strada dei convenevoli, della maschera..in quel gruppo del mio ragazzo c’è una persona che si comporta spesse volte male, mai nessuno le fa pesare nulla, chiaramente per paura di rompere squilibri. Perché essere aggrappati al gruppo è tutto!!! Io invece sono una di quelle che se mi stai sul culo te lo faccio notare e prendo le distanze, ma poi l’asociale che non va d’accordo con gli altri sono io. In definitiva io conosci la mia natura, non riesco a farmi andare bene tutti, nè io posso piacere agli altri. Ma ho ancora paura del giudizio, nonostante fossi consapevole della mia natura introversa e fortemente selettiva, ho sempre paura di essere giudicata male, antipatica, anonima, che resta sulle sue..ecco! il mio desiderio è quello di essere più sicura di me e fottermene di questi giudizi continui di gente che poi nella mia vita è influente poco quanto niente.. D’altro canto, in questo contesto che ho appena citato, spero che anche il mio ragazzo capisca come sono fatta e che per me non è semplice conoscere nuova gente o stare a contatto con chi non mi fa stare a mio agio..e su questo ci sarebbe da scrivere un altro papiro.. |
Allo stesso tempo riconosco che invece si può migliorare. Ad esempio conoscendo se stessi, migliorando, fare quello che ci piace fare, trovare passioni, qualcosa in cui si ha un talento o si è bravi.Ecco, io gli altri li vedo sempre super dinamici e che fanno mille cose. Io no, a volte mi sento vuota e per nulla speciale. Non sento di essere brava in nulla, nè mi impegno nel valorizzare mie qualità, che tutti abbiamo e che dobbiamo far emergere in qualche modo. Ecco credo che per rispondere alla mia stessa domanda, accettarsi significa anche amarsi, volersi bene e valorizzarsi! Perché tutti abbiamo un valore. Abbraccio tutti i presenti, è bello ogni tanto essere compresi e non sentirsi poi così soli!
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Re: Accettare la propria introversione
C è poco da fare l introversione in questa società è vista male ,è un mondo di estroversi fatto per estroversi . Da piccola ho sofferto molto perché mi sentivo diversa e sbagliata adesso sono in pace perché so che non posso cambiare la mia personalità quindi inutile starci male ma venderei l anima per non avere più la depressione .
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Re: Accettare la propria introversione
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Re: Accettare la propria introversione
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Re: Accettare la propria introversione
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Re: Accettare la propria introversione
Se gli altri accettassero anche chi non è estroverso, festaiolo, o che quando esce deve avere per forza al seguito il battaglione della brigata alpina julia, sarebbe forse tutto un po' semplice, o se preferite sarebbe comunque difficile, ma un po' meno difficile dell'insormontabile...
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Re: Accettare la propria introversione
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Re: Accettare la propria introversione
essere introversi non pregiudica nulla, un introverso ha amici, esce, si sposa e fa figli.
essere fobici invece è un altro paio di maniche, come sempre confondete le due cose. |
Re: Accettare la propria introversione
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Re: Accettare la propria introversione
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tra tutti e due le tipologie è una gara a chi fa peggio!! |
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Re: Accettare la propria introversione
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Purtroppo viviamo in un nazione frivola, teatrale e con una popolazione in larga parte estroversa.. ma fin qui ancora nessun grande problema, il brutto è quando poi iniziano le fobie.. e da qui tutta la via crucis dei disturbi che ne derivano |
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