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Però nella mia visione idilliaca l'uomo FELICE è simile in tutto agli animali, con giusto poche regolette in più... quindi non faccio testo. Forse è il mio ultimo messaggio per oggi... 'notte a chi legge :) P.S. giusto per apparire più "umana", la mia TOP-MODEL preferita/sana/stupenda esiste e - per ora - è Laetitia Casta... |
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oddio ma quale sarebbe il prezzo della salvifica regressione alla condizione animale in vista della tanto agognata felicità di cui tu parli.... te lo dico io, è un concetto semplice, si chiama "fine della storia", il mezzo per ottenerla sarebbe prima di tutto un'accurata relativizzazione dell'incidenza numerica della specie umana sulla superfice di questo gnocco minerale..... da li l'oblio relativamente a cio che è stato, la distruzione sistematica del lascito culturale sedimentatosi nel linguaggio negli strumenti ed in tutte le vestigia che la nostra civilizzazione ha prodotto.... sarebbe un'evento di un'orrore che avrebbe dell'ineffabile, un'operazione di una violenza e di una determinazione disumane ed incomparabili, un pirotecnico canto del cigno che solo una regia superiore potrebbe mettere in scena.... da li nascerà l'uomo nuovo e madre terrra troverà riscatto.... |
Non parlavo di _regressione_ animale (anzi ho scritto 'evolversi')... intendevo dire che l'uomo dovrebbe seguire di più, come fa qualunque animale, la sua natura (che comprende anche l'intelletto e che ha il pensiero razionale tra le sue caratteristiche distintive) ... rimanere se stesso ma nella sua essenza, abolendo molte sovrastrutture ritenute necessarie e in realtà false e inutili, che generano solo sofferenza gratuita.
L'arte, la scienza, il progresso, e molte altre cose secondo me sono necessarie e legate alla natura più intima dell'uomo; gli uomini preistorici, molto più animali di noi, inventarono ai tempi i graffiti per soddisfare esigenze varie e fondamentali quanto nutrirsi e bere... però l'ho detto, non fa testo, tendo all'utopia... |
Re: finalmente iscritto
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T.D.M. Tìratela Di Meno |
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credo piuttoisto nell'indole predratrice, arrafatrice ed accumulatrice dell'essere umano anche se proiettato in uno stadio evolutivo identificabile con "lo stato di natura"".... penso che l'essere umano manifesti di default l'attitudine prevaricatrice, non riesco ad immaginare l'essere umano scevrato dalla sua dimensione "capitalista"... per me il disegno escatologico dovrebbe contemplare altre premesse, sicuramente estranee a quelle relative al concetto di progresso scientifico... un tentativo recente e concreto di rifiuto delle logiche alienanti della civiltà moderna è da rinvenirsi per me nell'esperienza della "summer of love", una sorta di prova generale di sovversione del sistema con un capovolgimento di punti di vista ottiche e valori ottenuto grazie al ricorso a sostanze psicotrope ultrafunzionali all'uopo..... esperienza effimera purtroppo |
Re: finalmente iscritto
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cosi al limite troverei pure maniera di rispondere |
Re: finalmente iscritto
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Togliti questa maschera, si vede benissimo che dietro c'è una paura fottuta. Non devi dimostrare nulla a nessuno, anche perchè così trasmetti tutt'altro, rispetto a ciò che vorresti far intravedere. Trasformare la tua paura in qualcosa che ti rende unico e speciale, diverso da tutti e migliore degli altri, è un meccanismo deleterio, che non fa altro che risucchiarti sempre di più e costringerti a censurare te stesso, a vivere con l'assillo perenne di dover dimostrare di essere qualcosa che non sei. Sei costretto a dimostrare agli altri la tua superiorità per mostrarla innanzitutto a te stesso. Tutto questo per non incrinare l'immagine illusoria di cui hai bisogno, per contrastare la dannata paura del rifiuto. E' un circolo vizioso di una pesantezza inaudita, è vivere col freno a mano tirato. |
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Poi son pensieri duri da mandar via, a volte ancora ci casco e me ne accorgo dopo, ma quando cominci a concentrarti sulle emozioni e sugli altri, tutto il resto diventa un cumulo di sciocchezze. |
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E poi ripeto, non mi da nessun fastidio...cerco solo di dire che almeno qui la maschera può buttarla via, per il suo bene. |
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Poi adesso con tutto questo dibattito non vorrei pensasse che lo sto attaccando...non era questo il mio intento. |
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Cioè? Questa me l'ero persa. Ci racconti, su, non si faccia pregare. Su cosa ha da sempre mentito? ImpiccioneModeOFF |
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Alla base c'è sempre l'incapacità di accettare il rifiuto e il bisogno di venire accettati (e stimati, lodati e quant'altro) da chiunque, non solo dalle persone che "scegliamo". Di conseguenza si dà un peso esagerato al giudizio degli altri. E' proprio l'impossibilità reale di essere accettati da chiunque che genera la spersonalizzazione, perchè ovviamente non può esistere una persona che piaccia a tutti. Per ovviare a ciò si mira ad una impossibile perfezione, nella vana speranza di travolgere tutti con essa e di farsi ammirare. Si evita al contempo di esporsi in tutto ciò che viene considerato espressione di debolezza e imperfezione, come per esempio le emozioni. Si finisce per razionalizzare tutto e disimparare a "sentire" le cose, piuttosto che a "capirle". Al limite si può arrivare ad ammettere le proprie debolezze, ma solo se le si riveste di una sorta di patina bohemienne/esistenzialista/ribelle. Colui che soffre non è un individuo ma un simbolo: soffre perchè ha una sensibilità maggiore rispetto alla massa, perchè lui è diverso e arriva dove gli altri non possono. La sofferenza ammessa, diventa un ulteriore strumento per cementare ancora di più l'immagine perfetta di sé stessi. E' un meccanismo davvero contorto e subdolo, ma perfettamente logico. E' un fortissimo bisogno di essere amati, unito alla paura di non esserlo e trasformato in qualcosa che permette di andare avanti senza esporsi emotivamente, qualcosa di fortemente razionale. (dico che non riesci a capire non perchè ti manchi l'intelligenza, ma perchè non sei mai stata dentro un meccanismo del genere. Così come io non posso capire davvero un attacco di panico perchè non l'ho mai vissuto.) |
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Il bisogno è quello di vedersi perfetti, il fatto che si traggano conferme dal sentirsi superiori è solo una conseguenza. Andrebbe bene anche un mondo in cui tutti si è perfetti, per assurdo. La perfezione, per come la si idealizza, protegge dall'eventualità di venire rifiutati. Il bisogno di essa nasce quindi da una grande e unica paura di base. |
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Ehm, c'ha rinunciato mi sa. 8)
Il Faut, già che c'è, la risposta massimo 3 righe e a puntate, che c'ho gli occhi gonfi come patate* (rima). (Calimero esci dal mio corpo! 8)) *di mio, eh, non per i suoi messaggi. |
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Portarli alla luce e correggerli è possibile, io lo sto facendo tramite la psicoterapia. Certo, è un processo lento, perchè sono cose ormai automatiche e sedimentate, ma lo spazio di manovra c'è, se si è disposti a mettersi in discussione. Il peso che do al giudizio altrui è molto diminuito, di conseguenza anche il bisogno di sentirmi perfetto lentamente scema. Sono molto meno rigido nei miei confronti e in quelli degli altri. Poi mi sto concentrando molto di più sulle emozioni e sulle sensazioni. Sto riscoprendo pian piano la serenità di non dover rendere conto agli altri di una mia immagine fasulla. E' molto bello, ci si sente più liberi e disposti verso gli altri. |
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Poi anche nel tuo caso può aver influito l'ambiente ipercritico e anaffettivo, ma magari hai reagito in maniera differente. Sull'ultima frase hai assolutamente ragione. |
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