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Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
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Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
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https://www.lastampa.it/topnews/prim...nar-1.38825008 “L’appartamento di via Gradoli a Roma come punto d’incontro, attraverso le solite trame occulte, fra due gruppi terroristici di matrice ideologica opposta che hanno insanguinato l’Italia quarant’anni fa: le Brigate Rosse da una parte e i Nuclei armati rivoluzionari di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro dall’altra. Sullo sfondo si intravvedono le manovre di oscuri burattinai che hanno avuto un ruolo negli eventi più tragici della nostra storia recente: il sequestro Moro nel 1978 e la strage di Bologna del 2 agosto 1980. E’ il legale dei familiari delle vittime della bomba alla stazione, Andrea Speranzoni, a rivelare il collegamento, proprio nel giorno in cui ricorre l’anniversario dell’uccisione dell’allora presidente della Democrazia cristiana: “Il primo troncone di indagine sui mandanti della strage di Bologna ha verificato che nel covo di via Gradoli 96, a Roma, dove nel 1978, per il primo mese di detenzione, Aldo Moro era stato tenuto dai brigatisti, due anni e mezzo dopo, esattamente in quella palazzina e a quel numero civico, c’era un covo dei Nar”. Gli stessi Nar che sono stati individuati e condannati come esecutori della strage. Secondo il legale, intervistato dal Tgr Emilia-Romagna, “questa è una novità giudiziaria con vari sviluppi”. Il legame fra via Gradoli, celebre per essere servita da base per le Br, e la formazione di estrema destra, era già stato evidenziato dal collegio di parte civile durante il processo conclusosi con la condanna all’ergastolo di Gilberto Cavallini. Nel corso dell’indagine sui mandanti della strage, poi, la procura generale di Bologna ha inserito fra gli indagati proprio l’amministratore di condominio di via Gradoli, Domenico Catracchia. Secondo i magistrati, quest’ultimo avrebbe detto il falso negando di aver affittato, fra settembre e novembre 1981, un appartamento situato in quell’indirizzo. Gli appartamenti in uso ai terroristi dei Nar, così come quello utilizzato dalle Br, sarebbero riconducibili a società immobiliari e figure legati a spezzoni deviati dei servizi segreti facenti capo al Sisde.” |
Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
Condivido, avranno aggiunto quell’aggettivo per evitare problemi.
Da Piazza Fontana alla strage di Bologna c’è un periodo di cui forse è meglio non sapere tutta la verità |
Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
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A te basta cha uno si avvolga nella falce e martello rossi e lanci quattro proclami vagamente marxisti per abbuonargli tutto in nome della (presunta) "causa". A me no, actions speak louder than words (cit.) |
Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
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Il velo ideologico ti impedisce di vedere la realtà. Ma per rispondere alla domanda nessuna delle due mi piace, le Brigate Rosse sono il male assoluto, non solo per la società comunista che volevano instaurare e già questo basterebbe, ma paradossalmente hanno favorito una reazione opposta nel Paese col rischio di una svolta autoritaria opposta a quella desiderata. Le 'squadracce fasciste' in Italia non esistono dalla fine della guerra e la cosiddetta 'liberazione' esistono invece gruppi estremisti e violenti, anche quelli abbastanza pericolosi ma con scarso seguito per fortuna, penso a Fiore personaggio squallido con interessi e residenza a Londra e Casapound gruppuscolo parafascista con una certa patina intellettuale, abbastanza pericoloso anch'esso specie se la situazione italiana dovesse precipitare... |
Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
mi scuso con Gummo non era un attacco personale, in realtà ho quotato senza notare il nick :mrgreen:
sul resto sono in profondo disaccordo, so che un certo mainstream di sinsitra vede nella destra italiana (MSI) tutto il male possibile, io quegli anni gli ho vissuti e credi no è così come la rappresentano. Le foto postate non dimostrano nulla, la violenza c'era a sinistra e tanta, quella di destra era quasi sempre di reazione per difendere il diritto a parlare. ricordo solo un piccolo episodio: A Livorno venne Giorgio Almirante a parlare elezioni regionali, tutta una piazza urlante con bandiere rosse, tanta polizia a fare da argine, uno sparuto gruppo di "neofascisti" davanti al palco avevano caschi e mazze pronte all'uso, ma erano una minaccia per migliaia di rossi? Certo che no! Ad Almirante fu impedito di parlare, questa era la democrazia dei compagni e non è stato un caso unico direi la norma in quegli anni. Per non parlare delle molte vittime di estrema destra da parte dei rossi... Oggi le cose sono un po' diverse per fortuna e la violenza politica è molto in calo. Miei beniamini ma anche no! solo che da liberale riconosco a tutti il diritto di parlare persino ai compagni :D |
Come chedermi se fosse meglio pestare una merda col piede sinistro o con il destro.
Non saprei, poi adesso giro con le infradito....serebbe un problema. I fascisti li investirei a vista, invece parlare di dittatura del proletariato oggi equivale a discorrere di scie chimiche, o quasi. Mi stanno più simpatici i filosofi anarchici (non i coglioni che spediscono le buste con l'esplosivo ) |
Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
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Ah già siccome loro sono di più, giustamente noi veniamo con caschi e mazze "pronte all'uso", evviva la democrazia! :sisi: Quote:
Comunque è sbagliato impedire a qualcuno di parlare (salvo che non commetta apologia di reato, e un comizio di (post)fascisti ci va già molto vicino). Così come è sbagliato lasciare impunite alcune cosette, tipo questa o questa: https://upload.wikimedia.org/wikiped..._redazione.jpg |
Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
«Mentre i galantuomini sono nelle loro case a dormire, arrivano i camions di fascisti nei paeselli, nelle campagne, nelle frazioni composte di poche centinaia di abitanti; arrivano accompagnati naturalmente dai capi dell'agraria locale, sempre guidati da essi, perché altrimenti non sarebbe possibile conoscere nell'oscurità in mezzo alla campagna sperduta la casetta del capolega o il povero miserello ufficio di collocamento, si presentano davanti alla casetta e si sente l'ordine: "Circondate la casa!" Sono venti, sono cento persone armate di fucili e rivoltelle. Si chiama il capolega e gli si intima di scendere; se il capolega non discende, gli si dice: "Se non scendi ti bruciamo la casa, tua moglie, i tuoi figlioli". Il capolega discende: se apre la porta lo pigliano, lo legano, lo portano sul camion, gli fanno passare le torture più inenarrabili, fingendo di ammazzarlo, di annegarlo, poi lo abbandonano in mezzo alla campagna, nudo, legato ad un albero. Se il capolega è un uomo di fegato e non apre e adopera le armi per la sua difesa, allora è l'assassinio immeditato che si consuma nel cuore della notte. Cento contro uno. Questo è il sistema del Polesine.»
(Giacomo Matteotti) «...Se nella prima metà del '21 i fascisti poterono spadroneggiare in vaste zone d'Italia, condurre quasi impunemente la loro offensiva contro le organizzazioni "rosse" e influenzare notevolmente i risultati della consultazione elettorale del 15 maggio ciò non fu dovuto a volontaria debolezza del governo, ma a cause oggettive e soprattutto alle simpatie e alle connivenze che essi godevano tra le forze che avrebbero dovuto assicurare l'ordine e il libero svolgimento della campagna elettorale e delle votazioni. Invece di agire imparzialmente contro tutti i perturbatori dell'ordine pubblico, in moltissimi casi queste forze favorivano infatti i fascisti a danno dei loro avversari.» (Renzo De Felice) «'Sti quattro delinquenti co' le facce come er sego portavano la morte e il me ne frego anche noi ce ne saressimo fregati se il governo come a lor ci avesse armati...» (Canto popolare degli antifascisti del quartiere romano di San Lorenzo) |
Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
https://rizzoli.rizzolilibri.it/libr...ione-fascista/
E a proposito di Matteotti... È innegabile che Matteotti sia stato ucciso per le sue idee, ma soprattutto per le sue denunce. Comincia nel 1921 a raccogliere le informazioni sulle azioni delle squadracce; in una lettera di dicembre 1922 scrive a Filippo Turati che vuole metterle insieme per pubblicare un libretto. Meticolosamente annota tutto in un dossier che pubblica nel gennaio 1924 con il titolo Un anno di dominazione fascista, un’inchiesta che è anche il primo saggio militante sul fascismo per come lo intendiamo oggi. Nella parte iniziale ci sono le centinaia di citazioni dai comizi di Mussolini o dalla stampa fascista, Il Popolo d’Italia in primis, che incitano alla violenza squadrista; nella seconda quello che Matteotti stesso chiama “i fatti”. Novembre 1922. La Spezia. Achille Vallelunga e Arturo Micheli sono trovati uccisi nei giardini pubblici con arma da fuoco. Spello. Il figlio del capolega, Bonci Guerrino, è pugnalato nel buio della notte. Castelvisconti (Cremona). Due automobili di fascisti si presentano a una casa cercando di due fratelli socialisti. Presentandosi il padre lo uccidono con un colpo di fucile. Così comincia, e va avanti per pagine e pagine: in un rosario del quale l’autore – in modo ancora più straziante – sarà nemmeno inconsapevolmente il grano che manca. Ne fanno parte gli assalti ai giornali, ai circoli, alle associazioni, alle case del popolo, alle scuole, alle parrocchie, ai consigli comunali, alle sedi sindacali, alle case private, a ogni luogo democratico o resistente. Omicidi, agguati, devastazioni, aggressioni, linciaggi, bombe, attentati. Sfregi, bastonate, esecuzioni di fronte agli occhi dei familiari, stupri collettivi di fronte al marito. L’uso dell’olio di ricino, che oggi consideriamo come solo una delle caratteristiche del fascismo, è invece sostanziale in ogni azione squadristica, come una firma, un atto che garantisce che alla violenza si accompagni sempre anche l’umiliazione. Fa davvero impressione leggere Un anno di dominazione fascista e ascoltare chi oggi difende o discute del fascismo, ridimensionandone l’aspetto di pura, brutale e capillare violenza, o di tollerare l’ispirazione di formazioni neofasciste che a quello squadrismo si rifanno. “La violenza rigeneratrice”, “l’arditismo”, “il me ne frego” sono state e sono lo sporchissimo tentativo di dar lustro a una pratica di sistematico sopruso che non ha risparmiato nessuna città d’Italia: Imola, Bari, Alpignano, Afragola, Caluso in provincia di Torino, Galatina in provincia di Lecce, Pariana in provincia di Massa Carrara… L’elenco che Matteotti riesce a ricostruire è sterminato, centinaia di denunce al mese, e colpisce anche quando il fatto raccontato non è un omicidio. Dicembre 1922. Avezzano. Il dottore Ettore Tramazza, svegliato nottetempo dai fascisti, è costretto a recarsi alla sede del Fascio. Sulla porta trova donne piangenti in attesa e alla ricerca dei loro mariti trasportati prima di lui nella stessa sede. Tutti sono costretti a ingoiare una forte dose di olio di ricino; ad alcuni vengono tagliati i capelli in segno di sfregio. Alcuni giorni dopo, alle 9 della sera, il dottore è di nuovo condotto al Fascio, e alla risposta che voleva querelarsi per le precedenti violenze subite, è di nuovo percosso violentemente. Recatosi alla caserma dei carabinieri per denunziare il fatto, all’uscita è nuovamente bastonato. Ma Un anno di dominazione fascista non si limita a censire l’azione delle squadracce; ricostruisce anche il moltiplicarsi delle connivenze negli apparati dello stato, il crescendo di impunità che permette ai fascisti non solo di non rispondere della violenza, ma di inorgoglirsi, di acquisire consenso, di creare emulazione, fino a poter sospendere le libertà democratiche, sciogliere le amministrazioni, prendersi lo stato de facto prima di ottenerlo de jure. |
Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
Assolutamente winston il razzismo è lontanissimo dal mio modo di pensare, ed è da condannare in ogni caso.
Sul resto non concordo, se sono aggredito giornalmente io mi difendo, si chiama legittima difesa oggi pure ammessa dal codice penale. Vi scuso perchè probabilmente troppo giovani non avete vissuto quegli anni, io sì ma non sono stato proprio un 'militante' diciamo così, ho visto la violenza rossa. vigliacca di tanti contro uno. Un mio compagno di scuola del Fronte della Gioventù venne preso e picchiato da 15 di Lotta Continua, un caso estremo lo riconosco ma succedeva eccome, non escludo che in altre realtà ci fosse una violenza opposta di estrema destra, quasi mai di appartenenti al movimento sociale erano gruppi alla destra del MSI-DN che ripudiava la violenza come metodo di lotta politica (almeno ufficialmente) Capisco che una certa narrazione sia differente, questa è la mia che quegli anni gli ho vissuti, veramente era un clima pesante. cmq si trattava di ricordi del passato, non sono mai stato 'fascista' anche se sono stato simpatizzante di destra, oggi sono su ben altre posizioni politiche, però siccome non sono un infame, non mi vergogno del mio passato come tanti... A proposito di antisemitismo: Il giovane Giorgio Bocca discettava sui pericoli del piano ebraico di conquista del mondo rivelata dai (falsi) Protocolli dei savi Anziani di Sion. [Pierluigi Battista corriere.it] |
Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
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Squadrista degli anni '20 graziato. Per non parlare dell'antisemita e cacciatore di partigiani Almirante, addirittura in parlamento a capo di un partito, così come di tanti criminali graziati o non perseguiti a sufficienza a causa del mutare degli equilibri postbellici. Squadristi del nuovo millennio a piede libero. |
Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
Sergio Ramelli, ucciso nel 1975 in via Paladini a Milano, la sua unica colpa fu quella di non essere schierato a favore del dilagante conformismo di sinistra di quegli anni. Scrisse pure un tema contro le br e fu costretto a cambiare scuola a causa delle continue minacce ricevute dai Kompagni Kattivi.
Alcuni dei suoi assassini occupano oggi posti di rilievo nella sanità milanese!!!!!!! https://upload.wikimedia.org/wikiped...io_Ramelli.jpg |
Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
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Quanto al MSI, di "duri e puri" ce ne erano pochi, direi (a parte i picchiatori che c'erano comunque). |
Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
grande Muttley! Onestamente ci furono vittime anche a sinistra ora non ricordo i nomi ma , Giusva Fioravanti e la sua compagnuccia, giravano armati tipo gangsters. Vero che partiti dal MSI se ne erano distaccati fondando i NAR e questi gruppuscoli, insieme a avanguardia nazionale, Ordine Nuovo erano più propriamente fascisti e violenti...
Per me merda quella come le BR |
Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
Però c'é una cosa che mi perplime sul caso Ramelli: a destra dicono che fu ucciso in maniera singolarmente barbara. Furono molte le vittime dell'estremismo politico in quegli anni, da ambo le parti, ma di solito si moriva in scontri di piazza, in situazioni non generalmente premeditate. Ramelli fu invece l'unico (forse) ad essere ucciso in un agguato studiato a tavolino, quindi una cosa particolarmente efferata.
Però non è forse quello che hanno fatto gli squadristi ai tempi che furono? I neofascisti criticano una violenza che i loro avi perpetrarono molti anni prima? Quindi vuol dire che certi metodi li hanno proprio sconfessati, o no? |
Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
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sul discorso della violenza squadristica hai pienamente ragione, un vero democratico non massacra di botte un avversario politico e per giunta in 10 contro uno... Era il 'clima' di quegli anni potevi avere paura ad attraversare certe zone, cmq a Milano c'era San Babila dove dettavano legge gli estremisti di destra, se gli capitavano a tiro uno di sinistra era lo stesso... Gran brutto periodo :( |
Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
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Re: Brigate rosse o squadracce fasciste?
Si e no. Cioè è vero che l'omicidio Ramelli fu più significativo di tanti altri per efferatezza ed esecuzione, e qui la gente di sinistra dovrebbe riconoscerlo. Ma bisognerebbe anche riconoscere che erano metodi usati dagli squadristi, quindi condannare quell'omicidio significa condannare certi metodi del ventennio, cosa che non tutti i neri fanno.
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