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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Io sto male da sempre praticamente, quindi so come ci si sente, tanti come me hanno lo stesso problema. Secondo te chi ti può capire meglio e sinceramente? Io o chi come me ha una non vita, oppure chi viene su sto forum e poi nei post scopri che hanno una vita sociale, hanno il fidanzato, hanno gli amici ed escono spesso? Guarda che forse non te ne sei accorto ma alcune che mettono i ringraziamenti dove gli accomoda per screditare gli utenti a loro non graditi, sono proprio quelle e quelli che poi prendono per il culo. Io preferisco essere sincero almeno |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
Io credo che gran parte delle nostre difficoltà nei contesti sociali sia dovuta a una certa rigidità, criticità di pensiero (magari dovuta a un'educazione genitoriale troppo severa).
Mi spiego meglio, le persone "comuni" non si fanno tutte queste seghe mentali, sono più semplici e vivono meglio. A noi manca quella "leggerezza" che ti porta a vivere così come viene, a non farsi tremila seghe mentali, a vivere un po' allo stato brado animale (hai mai visto un animale che si vergogna ad uscire? :mrgreen: ). Sono sicuro che molti inorridiranno a tale pensiero (meglio essere problematici e riflessivi che spensierati e bestie!, diranno), ma tant'è... In noi c'è un certo compiacimento a tormentarci con quesiti esistenziali più o meno complessi, magari perchè così possiamo additare gli atlri come persone superficiali e sentirci migliori. C'è tanto narcisismo nella depressione... |
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
§ Mi metto nei panni di tutti coloro che vedono nero e sono convinti che non ce la faranno mai e nessuno potrà mai farcela...
Vi capisco, ma non si può generalizzare, ognuno in fondo ha una storia, un vissuto diverso dagli altri e un modo unico di vedere e affrontare la vita... Non dico sia facile, so per esperienza personale che è molto dura, specie se non sei più adolescente e hai lunghi anni di isolamento/evitamento alle spalle per cui non sei abituato a relazionarti con scioltezza e a condividere certe esperienze con gli altri, per cui hai paura degli altri, di te stesso, del tuo passato, di ciò che non hai vissuto... Ma è un cane che si morde la coda: più si guarda il proprio passato, ci si sente depressi e falliti senza speranza e non si agisce, più la qualità della vita peggiorerà... Sono convinto che alla fine, sul letto di morte, se non avremo fatto nulla, avremo il rimpianto non solo di non aver vissuto come volevamo (secondo i nostri valori, le nostre passioni, i nostri desideri profondi), ma soprattutto di non averci almeno provato davvero con tutte le nostre forze... Io voglio provarci e ci sto provando a (ri)costruirmi una vita secondo i miei valori e le mie priorità: il percorso è lungo e impervio, non mancano le difficoltà e le cadute, situazioni dove l'inesperienza, l'imbarazzo e la paura arrivano, ma cerco di osservarle, accettarle come parte di me e andare avanti senza fuggire... Ormai in tanti nel mondo della psicoterapia, del coaching e della crescita personale affermano che le paure e il dolore (per quanto appunto facciano paura e creino sofferenza) vanno accettate, affrontate e non evitate (né subite passivamente) per poterle un giorno lasciar andare e far spazio alle qualità interiori... Gente che ci sta provando in questo forum ce n'è, e c'è anche chi ci è riuscito tramite un suo percorso: mi ricordo dell'utente Caostotale, di Serotonino, ma anche del famoso Clark Kent, la cui storia è esemplare e invito tutti a cercarla sul forum e a leggerla fino in fondo... Ognuno deve avere la forza e l'umiltà di guardarsi dentro, sentire nel profondo cosa vuole dalla vita, rendersi conto delle proprie qualità e difetti e decidere di ripartire dalla situazione in cui si è, un passo alla volta, con amore verso se stessi e perseveranza. Nei casi più gravi (psicofarmaci o gravi fobie) è senz'altro meglio farsi seguire da un bravo terapeuta (magari olistico) che sappia accompagnarti nel percorso... Coraggio, proviamoci assieme a creare la vita che vorremmo, almeno così non avremo rimpianti... :consolare: |
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Ci vorrebbe una persona che ha una buona igiene mentale, non dico estroversona (perchè ci sentiremmo inadeguati) ma nemmeno introversa/ansiosa/depressa. Poi, come si dice, l'allegria è contagiosa, quindi anche la tristezza... Due persone con grossi problemi psichici si infuenzerebbero a vicenda e la situazione peggiorerebbe per entrambi... |
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
Quando la parte migliore della vita se n'è andata senza averla vissuta o averla vissuta col freno a mano tirato serve a poco dire "tutti ce la possono fare". Comunque il vuoto che ti lasci dietro niente e nessuno potrà colmarlo, poi darti da fare quanto vuoi ma quel che è perso è perso. A quel punto insorge lo scoraggiamento e ci si domanda se valga la pena fare sforzi enormi per risultati irrisori nella migliore delle ipotesi. Cioè una persona che ha superato i 40 alla fine non trova grande soddisfazione nel riuscire andare al ristorante con più di due persone, non lo vede come un traguardo chissà cosa allettante. Penso che punti ad esempio a trovare una donna e mettere famiglia, ma a quel punto diventa un'impresa visto che per arrivare a questo devi passare per tutta una serie di altre cose che non riesci a fare. Ad un certo punto diventa estenuante.
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
Infatti quando tu per ottenere 10 devi fare 100 mentre per gli altri la fatica è nella norma..é chiaro che uno si scoraggia alla fine..e poi molla la presa e non ci prova nemmeno piú
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Ho sentito e letto anche qui di alcuni che proponevano come soluzione, quella di andare in palestra, iniziare a curare in maniera maniacale il proprio look, fare diete ferree, così piano piano qualcuno e qualcuna si accorge di te... Ma fare tutti sti sforzi, dopo 8 ore di fabbrica andare in palestra a sfacchinare e fare diete per cosa? Per sperare che qualcuno si accorge di me? Ma tanto poi ammesso che una si accorge di me, quando si tratta di parlare, di approcciare, di raccontare qualcosa di sé stessi, chiunque si accorgerebbe quasi subito di avere davanti una persona con poco da dire di sé, senza esperienze, senza niente di interessante. Sforzi enormi per sperare in un accorgimento da parte degli altri? No, se proprio voglio fare palestra e mi piace, lo faccio per la mia salute, così come le diete.... Ma fare mille sbattimenti per sperare in uno sguardo quando poi non so interagire ne stare in mezzo agli altri ne avere relazioni, ne avere nulla da dire, direi che il gioco non vale la candela, anche perché penso che una persona deve notare un altra per cose più profonde e importanti della palestra e delle diete e dei viaggi |
Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Con la differenza che una persona già depressa di suo avrà più difficoltà a gestire un'altra depressione (l'insofferenza è tipica della malattia), mentre una sana di mente magari può conviverci meglio. Sia chiaro, per un depresso la situazione è difficile in entrambi i casi ma, potendo scegliere, non vedo perchè aggravare la cosa stando insieme ad un altro/a depresso/a. Magari perchè può capirti meglio, essendo anch'esso nella stessa tua situazione? Illuso, nei depressi l'empatia è molto scarsa. |
Io parlo per me, solitamente le amicizie solide e vere si fanno dal periodo elementari alle medie. Se uno durante questo periodo non si crea nessuna amicizia rischia di restare fuori già da tutto. Solo che a 14 anni sei inconsapevole e speri che le cose si risolvano alle superiori. Io non sono riuscito a costruirmi nulla perché i contesti non lo permettevano. I tuoi coetanei avevano già la loro bella compagnia e magari alcuni non avevano nulla da spartire con te. Aggiungo che in età infantile il calcio era un buon momento di socialità, se nessuno ha mai spinto per farti giocare, già lì mancavi di un occasione.
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
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Re: rassegnarsi al socializzare o addirittura cercare l'anima gemella
Una persona depressa non vuole un'altra persona depressa,
Una persona non depressa schifa come la peste una persona depressa, Quindi? Conclusione? |
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