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Fammi un esempio di pensiero negativo |
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Re: Uscire da depressione
Per me uscite non ce ne sono, posso solo sopravvivere ai down atroci, quelli che ti portano a un passo dal suicidio. Il meglio è alle spalle, davanti a me c'è solo un tirare a campare in attesa della mia ora. Adesso come adesso spero non manchi molto.
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Re: Uscire da depressione
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Re: Uscire da depressione
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La mancanza di energia e il rincoglionimento sono le cose che più mi fa star male. Gia passato questi periodi altre volte, l'unica cosa da fare dopo un adeguato tempo di "meditazione" è buttarsi a far qualcosa, anche se ti senti na pezza, poi pian piano passa. L'importante è nn stare troppo a meditare perché poi si sprofonda troppo e uscire fuori da quella spirale diventa sempre più difficile, perché l'energia cala sempre di più man mano che passa il tempo e per uscirne ne è richiesta in modo proporzionalmente maggiore. |
Re: Uscire da depressione
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Quando uno non ne vuole uscire, non ne vuole uscire
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Re: Uscire da depressione
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Gran parte dei pensieri possono essere trasformati in positivo
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Re: Uscire da depressione
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Il depresso vede negativo anche quello che teoricamente è positivo, è uno dei tratti principali della malattia. Non è in grado di "scegliere" quale sentimento provare verso una determinata cosa. Se potesse sceglire farebbe i salti di gioia appena sveglio la mattina, ma la depressione lo porta a sperare che la giornata finisca presto. |
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Non è questione di "quanto vuoi pensare positivo", "cercare il positivo nelle cose" proprio non bisogna accettare il negativo, non è necessario.
"quanto è rovinata la strada" ==> "è un luogo unico e pittoresco ; in comunicazione con il significato della natura e la sua mutevolezza e si va più piano." "una vita con ritmi umani." |
Vi faccio un esempio pratico, da quando ho la depressione che porta a momenti di estremo malessere omeglio di non-essere, sono abituato a vedere questa caduta di energie come uno scendere in stati di negatività emozionale e sprazzi di paranoia ; da quando non mi lascio andare alla collera interiore che tutto annebbia, essi si rivelano in quanto primordiale stato di paura, che tende all' angoscia ma non alimentando quello stato d'animo tutto si manifesta in attacchi di panico nei pochi casi ingestibili e trovo il panico molto più gestibile della paranoia, essa mi distacca piano piano da tutti, dalla realtà, mi isola in meandri oscuri della mia coscienza, il panico invece è gestibile con la respirazione, e sono quello che sono per tutta la durata dell'attacco, un ottimo passo avanti.
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