Originariamente inviata da ~ Gazer
(Messaggio 2393386)
Pensavo si capisse che ti davo ragione LOL
Senza scomodare Durkheim e Weber, la scuola di Chicago o le teorie della devianza di Merton, mi pare siamo d'accordo sul fatto che la società sia un costrutto. È una seconda natura esistente perché gli individui hanno dotato di senso ciò che li circonda e da qui derivano due conseguenze:
- che hanno accettato un complesso di usi e costumi basico necessario a vivere in una società
- che tali pratiche possono essere messe in discussione, come è accaduto nel corso dei secoli, e modificate. Il modo il cui un albero produce clorofilla non può essere cambiato (che io sappia :interrogativo:) perché è naturale, "innato", ma che le donne non possano andare a votare perché boh, decidiamo che sono stupide e i maschi devono dominare il mondo, giustamente è stato abolito.
Quindi, certo, posso riflettere sul fatto che la società in generale mi dica che dormire con i peluche oltre le elementari è un po' strano e magari tra cinquant'anni sarà la norma. [alla fine ho tirato fuori questa cosa di me, che non mi dà alcun problema, per fare una riflessione en passant, non pensavo si sarebbe finiti a parlare dei massimi sistemi]
Se pensi che non sia solita sottoporre a critica tutto ciò che mi circonda ti sbagli, fa parte del mio carattere, ma ovviamente non lo puoi sapere :) Sono consapevole che la normalità in senso lato non esista, tuttavia, c'è sempre un terreno (per quanto labile, mutevole) condiviso dalla maggior parte delle persone su cosa sia accettabile o meno, del resto è una delle funzioni a cui assolvono la società e l'opinione pubblica: fare da tribunale che sanziona moralmente, attraverso il giudizio. E, sempre con l'uso della ragione e del pensiero critico per indagare, penso sia giusto esistano dei confini... altrimenti si sfocia nel relativismo e soprattutto nel caos totale.
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