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Re: progettare un futuro da freelance-worker
Hai mai pensato di fare un lavoro statale?stipendio basso ma sicuro,contratto a tempo indeterminato una marea di diritti e in molti casi un ritmo di lavoro tranquillo almeno paragonato al privato,io lo valuterei.
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Re: progettare un futuro da freelance-worker
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Anche se ovviamente anche come dipendenti statali bisogna fare le cose fatte bene, sennò ti possono (se vogliono) buttarti fuori (scarso rendimento principalmente). Ma comunque è sempre meglio che da dipendente di un privato, lì hai ancora meno tutele.. |
Re: progettare un futuro da freelance-worker
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Hai in genere molto a che fare con il pubblico, sempre se non hai fortuna e riesci a farti spostare in un posto come un archivio o un piccolo ufficio. Però è comunque sempre un essere visti come dei poveretti con problemi :( Mentre gli altri, anche se dipendenti pubblici, li vedi che sono "normali".. |
Re: progettare un futuro da freelance-worker
Sono sulla tua stessa barca, grossomodo.
Dopo una vita da dipendente non riesco più a immaginarmi un capo che mi rompe i coglioni perché la notte prima ho avuto problemi a dormire e mi sono trovato a far tardi, anche se all'atto pratico non c'era nessuna contingenza a giustificare la mia presenza in ufficio. Ma per entrare nel mondo del freelancing prima di tutto è necessario professionalizzarsi nell'ambito della gestione burocratica, finanziaria e fiscale. In altre parole, bisogna ragionare da imprenditori. Cos'è un'impresa? E' un'attività che trasforma dei beni/servizi in altri beni/servizi. E' insomma una funzione di trasformazione, in cui il plusvalore è derivato dalla differenza tra il bene/servizio offerto e i beni/servizi utilizzati per offrirlo. All'atto pratico se non ragioni nell'ottica della domanda di beni/servizi esistenti, di quello che tu potresti offrire e delle risorse di cui disponi, rischi di incappare in una sonora delusione. Ad esempio, io potrei aver in mente il più bel romanzo di fantascienza filosofica mai scritto (incidentalmente la cosa è pure vera :sisi: ); ma la domanda per questo servizio è attualmente zero (il romanzo è solo nella mia mente). I beni/servizi richiesti per produrlo invece sono notevoli. Supponendo di scrivere 20 pagine al giorno (molto velleitario) e pianificando un prodotto finito di 800 pagine, avrò bisogno di:
Diciamo che me la cavo con 1000 euro, perché il computer già ce l'ho, la documentazione la ricavo in libreria, ecc. Se per ogni romanzo venduto ci ricavo 5 euro, potrei raggiungere il pareggio vendendo 200 copie del romanzo. Da lì poi si inizia a guadagnare, con un bel po' di fortuna. Questo è il cosiddetto rischio imprenditoriale. E' da tenere in conto. Ma se mi domandi a proposito della fattibilità: beh, c'è chi lo fa. E molti ci campano anche bene. Quello che farei io nei tuoi panni (che poi è quello che sto cercando di fare) è trovare un lavoro part-time spegnicervello, in un bar o come commessa o simili -cosa che ti permetterebbe peraltro di tener allenate le competenze sociali e sfidarti nelle tue difficoltà, anziché sfuggirle (come osserva Muttley). Nel frattempo inizierei a cercare clienti e mi informerei sull'aspetto fiscale e contributivo del freelancing (se non erro sotto un certo fatturato la p.iva non è necessaria). La differenza sostanziale tra la libera professione e il lavoro dipendente è che nella prima sei te la prima responsabile della risoluzione dei problemi dei tuoi clienti; mentre il dipendente deve "solo" fare ciò che il capo dice, lasciando che sia il datore di lavoro a preoccuparsi di far incontrare la domanda con l'offerta. Il vantaggio di avere un lavoro part-time è che ti permette di avere un'entrata fissa che compensi le fisiologiche fluttuazioni di mercato; inoltre se risparmi il più possibile puoi costruirti un tesoretto da utilizzare per eventuali investimenti (ad esempio un sito e relativo SEO/marketing), i quali se ben studiati accelererebbero parecchio la costruzione del tuo portafoglio clienti. Tutto ciò ovviamente non vale nel caso di una fobia sociale gravemente invalidante. In quel caso ti direi di rinunciare a meno che tu non sia un genio dell'informatica. Ho conosciuto geni dell'informatica che si sono ritirati a vivere nella loro stanza (o nel bel mezzo della foresta amazzonica!): campano di lavori su commissione, non comunicano coi clienti se non per via telematica e sono talmente autonomi che non hanno neanche bisogno di un posto specifico da dove lavorare. Ma questi sono casi estremi. La maggioranza delle persone necessita di abilità sociali e relazionali minime per potersi sostenere: devi capire se il tuo è un bisogno di fuggire da un problema che ti sembra irrisolvibile, oppure la presa di consapevolezza che, pur sapendoti sforzare per relazionarti agli altri, la tua indole è prevalentemente solitaria. Nel primo caso lascerei perdere questo discorso almeno per il momento e mi dedicherei a curare la fs con un percorso psicologico/psichiatrico ben definito. |
Re: progettare un futuro da freelance-worker
si potrebbe vivere di qualsiasi cosa, in fondo basta essere sopra la media in quel che vuoi fare.. palate di disciplina
che alla fin fine è anche l'unico modo sensato di prendere la vita |
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Re: progettare un futuro da freelance-worker
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"da oggi con il simpatico uomo medio in omaggio" |
Re: progettare un futuro da freelance-worker
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Stavo leggendo questo blog: https://www.esperienzeviaggimondo.co...ita-a-30-anni/ |
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In ciò che per me era appassionante mi sono sempre impegnato molto, a partire dalla musica (alle superiori invece di studiare mi esercitavo 4/5 ore ogni giorno al sax) fino ad arrivare all'università. Purtroppo però se si hanno problematiche sociali, malattie mentali o non si riesce nonostante il duro lavoro ad ottenere competenze minime per stare al passo con gli altri, gli esiti sono tutt'altro che positivi. A chi ci circonda interessano i risultati, non l'impegno. Se fossi un ragioniere e ogni volta in cui bisogna fare dei calcoli sbagliassi tutto, non penso che ai superiori interesserebbe granché della mia dedizione... |
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Il signore del blog intanto non ha problemi relazionali... |
Re: progettare un futuro da freelance-worker
Come va lo spicchi inglisci?
Hai imparato qualche parolaccia nuova? |
Re: progettare un futuro da freelance-worker
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