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Re: Fine del mondo / inizio del mondo
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Re: Fine del mondo / inizio del mondo
Chi crede all apocalisse?
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Re: Fine del mondo / inizio del mondo
Quote:
Non ci credo minimamente. In altri sensi ? nemmeno. (sono ateo al 100%) Non credo ad un destino o fato o predestinazione. Se ci distruggeremo e annienteremo sarà per stupidità, follia, arroganza.. non per altro. Se ci estinguerà qualcosa d'altro sarà frutto del caso, dell'indifferenza cosmica dell'universo. |
Re: Fine del mondo / inizio del mondo
non si può essere tristi perché è una bella cosa, ci riuniremo con i nostri cari nel regno dei cieli e saremo in pace. Un giorno, dopo tante fatiche e sofferenze e perché no anche gioie, saremo insieme in paradiso
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Re: Fine del mondo / inizio del mondo
sogno sempre che la vita umana cessi di esistere, ma non c'è bisogno di distruggere il mondo
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Re: Fine del mondo / inizio del mondo
Questo brano è tratto da "Cronache Marziane"... https://youtu.be/cRFbDDfgbgY?t=1h19m51s La vita sulla Terra non è mai stata composta di qualcosa di veramente onesto e nobile. La scienza è corsa troppo innanzi agli uomini, e troppo presto, e gli uomini si sono smarriti in un deserto meccanizzato, come bambini che si passino di mano in mano congegni preziosi, che si balocchino con elicotteri e astronavi a razzo; dando rilievo agli aspetti meno degni, dando valore alle macchine anziché al modo di servirsi delle macchine. Le guerre, sempre più gigantesche, hanno finito per assassinare la Terra. Ecco che cosa significa il silenzio della radio. Ecco perché noi siamo fuggiti. La fortuna ci ha assistito. Non ci sono più razzi, sulla Terra. È ora che sappiate che la nostra non è affatto una partita di pesca su Marte. Ho voluto attendere fino a questo momento a dirvelo. La Terra non c’è più. I viaggi interplanetari non torneranno in auge per secoli, forse non torneranno più. Ma quel modo d’intendere e vivere la vita si è rivelato errato, e si è strangolato con le sue mani. Voi siete giovani. Vi ripeterò tutte queste cose, ogni giorno, finché non vi saranno entrate in testa per sempre. Tacque per gettare dell’altra carta nel fuoco. – Ora noi siamo soli. Noi e un pugno di altri nostri simili che arriveranno nei prossimi giorni. Abbastanza, comunque, per poter ricominciare. Abbastanza per voltare le spalle a tutto quello che fu nostro sulla Terra e ricominciare secondo nuove idee. Il fuoco fiammeggiò altissimo, come per dare rilievo alle sue parole. E ora tutti i giornali erano stati bruciati, meno una carta. Tutte le leggi e le credenze della Terra erano arse e ridotte in cenere, che in breve il vento avrebbe disperso. Thimothy guardò l’ultima carta che il babbo gettò nel fuoco. Era una grande carta del Mondo, e si raggrinzì e si contorse, ardente, finché – flinf! – non si librò nell’aria e non scomparve lieve come una calda farfalla nera. Thimothy volse altrove lo sguardo. – E ora vi farò vedere i marziani – disse il babbo. – Su, venite tutti con me, anche tu, Alice. E la prese per mano. Michael stava piangendo di gusto, tanto che il papà dovette tirarlo su e tenerselo sulle spalle, mentre tutta la famiglia si dirigeva tra i ruderi al canale. La notte scendeva immensa intorno a loro, e si vedevano le stelle. Ma Tim non riuscì a vedere la Terra. Era già tramontata. Ecco una cosa su cui valeva la pena di riflettere. Un uccello notturno fece udire il suo richiamo. Disse il babbo: – La mamma e io cercheremo d’insegnarvi. Forse non vi riusciremo. Ma non dispero. Abbiamo avuto molte cose da vedere e da imparare. Progettammo questo viaggio, anni fa, ancor prima che voi nasceste. Anche se non fosse scoppiata la guerra, saremmo venuti su Marte, credo, per restarci e crearvi la nostra nuova forma di vita. Ci sarebbe voluto ancora un secolo, prima che Marte fosse definitivamente avvelenato dalla civiltà della Terra. Ora, si capisce… Erano giunti al canale. Un canale lungo, diritto, sottile, un canale ricco di frescura e di umidità e di riflessi, nella notte. – Ho sempre voluto tanto vedere un marziano – disse Michael – ma non lo vedo mai. Eppure, me lo avevi promesso, papà! – Guardali, dove sono, i marziani – disse il babbo, che si tirò Michael in braccio, indicandogli l’acqua. Laggiù, i marziani? Michael cominciò a tremare. Erano là, i marziani, nell’acqua del canale, che ne rimandava l’immagine. Erano Tim, Mike, Robert, la mamma, il babbo. E i marziani rimasero là, a guardarli dal basso, per molto, molto tempo, in silenzio, a guardarli dall’acqua che s’increspava lieve… |
Re: Fine del mondo / inizio del mondo
Apocalisse vuol dire "rivelazione", perciò credo si possa cercare attivamente l'apocalisse ogni giorno: qualcosa che scardini il nostro mondo dalla fondamenta e lo riscriva
Dovremmo chiederci come trovare la nostra apocalisse quotidiana e il cambiamento mi è parso un inizio: Ho letto in Miti, sogni, misteri di Eliade che ogni desiderio di cambiamento nascondo una nostalgia per la Creazione, quindi sono d'accordo con chi ha detto che si debba distruggere per ricreare. Cos'ho cambiato da quando ho avuto la rivelazione che avrei dovuto "operare una Creazione"? Ho iniziato a morire, ovvero a eliminare tutte quelle abitudini tossiche in cui mi identificavo e che credevo mi rendessero quella che sono, ma ogni rituale di iniziazione consiste nel morire Ieri sera sono stata in un boschetto a un'ora da casa per meditare, mentre la sera faceva posto alle spaventose possibilità notturne: ho potuto parlare con me stessa, finalmente. E' sempre tremendo incontrarsi come ricorda il mito del doppio e l'avvertimento: se incontrerai il tuo Doppelgänger, morirai. Non viene detto che ogni rituale di iniziazione consiste nel morire, e rinascere, ricreati (un rituale per gli aspiranti sciamani era di nuotare dalla prima alla nona buca scavata sotto il ghiaccio, prendendo aria dalle buche fra la prima e l'ultima...) Sarebbe interessante sapere come operereste voi l'apocalisse quotidiana e la Creazione. (Quali rivelazioni potrebbero restituirvi un mondo diverso da come lo conoscete? etc) |
Re: Fine del mondo / inizio del mondo
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Re: Fine del mondo / inizio del mondo
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Re: Fine del mondo / inizio del mondo
Alla deriva
c’è soprattutto il mare il mare vero l’annientante malinconia delle alghe morte alla deriva ci sono sogni della sera le ultime voci dei fondali profondi. Non posso esser vivo e ricordare i morti non voglio esser vivo se devo ricordare i morti da vivo non si vive se ci accompagnano i morti e l’ossessione della loro esistenza. Alla deriva c’è invece il mare il mare aperto infinito alla deriva c’è finalmente la vita filtrata digerita c’è la leggerezza del corpo vuoto. |
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