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Re: ci sto diventando matto
La tecnica comportamentista del non prestargli attenzione può funzionare. Da un punto di vista cognitivo invece interrompere il loop non credo si possa fare se non partendo dal presupposto che si tratta comunque di un'espressione di sé, quindi una parte di sé, quindi intrensicamente preziosa. Allora uno può godersi quell'espressione di sé e quando uno si gode qualcosa lo lascia sempre scorrere liberamente.
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Che farmaci hai provato? Ho letto che il clonazepam potrebbe essere efficace, ma gli effetti collaterali? Vale la pena? Arrossendo non si ammazza nessuno è vero, ma se ad esempio si parla di violenza o altro, e arrossisci, gli altri ti hanno già inquadrato come un poco di buono, mentre invece sei il più mansueto del mondo... Ho seguito il link sull'intervento e qualche volta ho risposto. Penso che comunque questa sia una soluzione peggiore del problema visto i side che tutti hanno (possono negare quanto vogliono quelli che lo sponsorizzano) |
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Prova ti a vere un attacco de emicrania che te salta via el serveo e godarte. No farme tanti discursi. Prova. Sa te ghe riessi, dopo ndemo mi e ti nei ospedai a dirghe ai morti de dolori che i ga da goderse l'espressione di sé. Quando ca te si pronto, ciamame.Butemo via tutte e pastiglie. Dai che lo femo. Me racomando. Te speto. Pensa ti la zente quanto ebete che la zé. La va dai dotori. Basta godarse. Noi capisse gnente. |
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Il più efficace é inderal. Ma io non sto molto dietro farmacologicamente all'eritro perché ho problemi medici più urgenti da curare. A me non fanno sto gran effetto. Il più efficace é inderal, ma prendendoli al bisogno é difficile, non é che sempre uno sa quando arrossirà. Effetti collaterali ne hanno tutti, la libido é il meno. Uno deve valutare se per lui vale la pena. Se il problema é invalidante e ti fa diventare matto vedi tu. Io mi drogo per svariate ragioni, prendo 3-4 psicofarmaci diversi al giorno e faccio terapia da anni, non faccio testo. Non fare niente non aiuta di sicuro, a provare magari si azzecca. |
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Nel secondo caso c'è un'attenzione spontanea, come può essere il gustarsi qualcosa di buono, oppure la rêverie di una madre con il bambino però fatta verso sé stessi. |
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Ci vorrebbe un farmaco che vada preso giornalmente ma così magari oltre ai side perde pure di efficacia col tempo. A questo punto dovrei tornare a fare terapia più con uno psichiatra che con uno psicologo, soprattutto per via del costo. Certo poi dovrei trovare il coraggio per andare in farmacia a comprare le medicine:miodio: |
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Se andrai da uno psicologo e avrai miglioramenti nell'eritro, tienimi aggiornata per favore. Se migliori in qualsiasi modo, anche con strategie tue, di internet, qualsiasi cosa, insomma. Grazie :) |
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Se non ci aiutiamo tra di noi qua non ne veniamo fuori. Grazie a te per l'appoggio |
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Purtroppo i side effects Ci son sempre. Bisogna vedere se son minori o maggiori dei disagi dati dal disturbo. Il clonazepam se non erro è una benzo.... Non son state progettate per l ansia persistente ma per tamponare le emergenze perché purtroppo ci si abitua e bisognerebbe sempre aumentare.... Per il non al bisogno ci sta roba tipo gabapentin, Lyrica, alcuni anti depressivi. Anche se l effetto è sempre soggettivo. Spero ti vada bene in caso decidi di provare. Se l ansia di andare dal farmacista sta nel fatto che vedano che sono psicofarmaci e ti giudichino 1 alcuni di questi farmaci son usati anche per altre patologie e loro lo sanno 2 le benzo e gli ansiolitici son usati anche da alcuni normali in periodi di forte stress quindi si ritorna a sopra 3 penso pensino a ben altro etc ma immagino sia superfluo dirlo In ogni caso vivo una fobia diversa ma solidarietà. Aggiungo che presi al bisogno significa ogni tanto o max in teoria per un paio di mesi, se il tuo è un problema radicato che hai ogni santo Gg da anni una terapia farmacologica non potrebbe essere al bisogno perché il bisogno sarebbe ogni gg e purtroppo le benzo danno assuefazione. Dovresti stare sempread aumentare e riabbassare come faccio io col rivotril ma non è manco nelle linee guida dei farmaci. |
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Se posso essere sincero vedo la tua risposta come una specie di colpo basso - per il quasi-zero che mi fa soffrire beninteso :D - prendendomi su un lato che per me effettivamente conta ma non ai fini della discussione quanto per poter avere qualcosa da contrappormi. Questo lo affermo perché in questa discussione penso di aver tenuto toni abbastanza ragionevoli. Non sapevo che esiste l'intervento e che il problema possa avere una forte base organica, non ho nessun problema a pensare e dire che è infinitamente meglio così e ne sono felice dato che in parte questi problemi li ho avuti anche io. Se avessi tenuto un profilo "integralista" affermando che tutto si risolve con l'abitudine graduale e che chi non lo fa vuole soffrire forse ci poteva stare ricordarmi una situazione in cui non ho razzolato quanto ho predicato (anche se le fattispecie sono diverse, molto, ma lasciamo andare). Lascio la porta aperta alla possibilità di aver toccato un nervo scoperto della tua sensibilità, casi in cui si tende a sparare alzo zero e sono il primo a farlo quindi no problem. |
Re: ci sto diventando matto
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Il presupposto di cui parla non l'ho trovato negli altri interventi, non così esplicito almeno (magari è un po' implicito nella repulsione verso l'operazione, perché è letteralmente come mutilare una parte di sé o quasi). Poi convincersi di quel presupposto è un altro paio di maniche. Ma pure se è difficile, potrebbe dare una direzione e un primo obiettivo. Penso io. Poi a me verrebbero altre domande sui risvolti e i confini del godere di parti preziose di sé ma si va off topic. |
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Per farlo però serve un'attenzione attiva, per cui è ottimo l'esempio della rêverie, che non è lo stato passivo della ninna nanna o della mucca che guarda il treno passare, ma uno stato di attenzione attiva in cui si è però mollato un attimo il proprio personale manuale della vita e proprio perché lo si è un attimo mollato si può stare in contatto con qualcosa che non sia quello. Osservando in questo modo un'emozione uno già subito elimina tutto il problema del loop che ci costruisce sopra, poi via via ci entra in contatto, la comprende, metabolizza, reintegra, e risolve quello che rimane. |
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