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Credo che l'aiuto dello specialista riguardi soprattutto i pensieri però. Dietro alle azioni ci sono proprio i pensieri, lo specialista va a modificare quelli credo.
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clark ...... quando ti svegli dal sogno parlaci un po' di te .....
A) Se è tutto vero: Sei un rotto in culo; B) Se è un sogno svegliati..... CIAO |
devil, secondo me clark sarà pure riuscito ad ottenere tutti quei risultati, lo ha voluto e stop...
c'è da dire che lui ha parlato di "estrema timidezza", che è di gran lunga diverso dalle patologie + comuni descritte qua dentro... una cosa è combattere la timidezza, e una cosa è uscire da un tunnel di bassa autostima durato 22 anni... a okkio il paragone non regge.... non voglio sminuire ciò che hai passato clark, anzi, dal tuo racconto mi complimento per la crescita personale che hai intrapreso e saputo mantenere, ma si tratta solo di crescita personale, ben diversa da molti disturbi descritti in questo foro... quanti anni hai clark? |
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in effetti è ben diversa la timidezza da patologie .... Parlo per me ...... io credo di rientrare in un livello di timidezza nella norma ma è ben differente e piu' grave per esempio il mio disturbo di peronalità e psicopatologico ...... |
Complimenti Clark.
Ammiro molto la tua determinazione. :wink: Per curiosità, quanti anni hai? |
davvero bel post !
...grazie per aver condiviso la tua bellissima evoluzione :D |
Re: La mia vittoria. Una testimonianza
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Cari amici,
ritorno il forum dopo qualche settimana di lontananza per affetti, lavoro, danza nonché vari svaghi estivi. Ho letto tutti i vostri post e sono contento che il thread abbia ripreso vita, anche perché lo ritenevo ormai defunto. Mi ha colpito in particolare il messaggio di ignotus- e sono felice di aver trovato un commento così profondo. Alcuni punti, in particolare, mi sembrano molto interessanti e comincerò da quelli: > "Per spiegarmi meglio dirò questo: ho sempre sostenuto di non credere che noi, timidi o fobici, siamo persone speciali, migliori delle altre cosiddette normali, come se la patologia che ci affligge avesse, quale effetto secondario, quello di renderci persone più sensibili, più intelligenti, più colte, ecc. Non è affatto così. Ciò che ci differenzia dagli altri è solo che non riusciamo a fare e ad essere quello che vorremmo, gli altri si o, almeno, in misura maggiore. " Concordo in pieno e mi riconosco totalmente. I giudizi che davo su me stesso erano praticamente gli stessi, ed a volte utilizzavo addirittura le stesse parole. La scoperta più sconvolgente durante il lavoro di trasformazione personale (sconvolgente non è aggettivo metaforico, credetemi) è stato proprio questa: per anni avevo vissuto in un prigione creata da me stesso. Le mie migliori energie erano state impiegato per autogiustificarmi e per indorare le sbarre, ovvero mettere in atto una serie di mistificazioni e bugie psicologiche per concludere che - in fondo - va bene così. La situazione era oggettivamente negativa, non dava nessun vantaggio concreto, eppure avevo creato un raffinato autoinganno per renderla accettabile e sopportabile. Vi faccio notare l’enorme tornaconto psicologico di questa situazione, perché ci autorizza a sentirci contemporaneamente eroi e vittime. E’ infatti così gratificante sentirsi vittima, permette di trasformarsi nel povero innocente oppresso dalle circostanze estere (la società, la famiglia, gli altri, la scuola i colleghi) permettendo di scaricare comodamente su di loro le colpe. Addirittura rende possibile giocare all’ accusatore, magari puntando il dito contro tutti coloro che riteniamo colpevoli della nostra sfortuna, ad esempio perché non riconoscono la nostra delicata sensibilità, la nostra raffinata intelligenza oppure la nostra profonda cultura. Con un capolavoro finale di bugie e di autoinganni si riesce addirittura a trasformare le nostre fughe in atti eroici, confermando così la nostra bella immagine di eroi sfortunati. Tutte balle. La conclusione a cui sono arrivato è molto più dura ed aspra, ma allo stesso tempo luminosamente bella perché presuppone libertà, coraggio e responsabilità individuale. Ve la virgoletto tutta, poiché esce pari pari dal mio diario: “Io sono il primo responsabile della mia felicità. Entro limiti realistici, ho il potere di fare ed essere quello che desidero” Ovviamente non è facile, anche perché più le cose sono desiderabili più richiedono impegno, determinazione, coraggio e sacrificio per essere raggiunte. Conoscete Sciascia? “Soltanto le cose che si pagano sono vere, che si pagano a prezzo di intelligenza e di dolore”. Per fortuna, ne vale la pena. > "Dico questo anche perchè si ha quasi l'impressione che venga attribuito un "diritto alla guarigione" solo a chi è ispirato da "buoni sentimenti", mentre agli altri no, o almeno non nella stessa misura. Se io non ho il coraggio di andare a puttane perchè sono timido, ho diritto di guarire per poterci andare quanto quello che invece vuole guarire per dichiararsi alla ragazza acqua e sapone della porta accanto di cui è segretamente innamorato da 10 anni e per la quale si è finora mantenuto illibato. Non c'è alcuna scala di valori, nessuna priorità, nessun fine più meritevole di altro. Esistono per tutti solo esigenze da appagare (nel rispetto della legge), ciascuna con pari dignità, e cause ostative da rimuovere." Che emozioni che mi hai dato ignotus! Hai espresso benissimo ciò che ho sperimentato io, e l'hai fatto con parole talmente incisive che penso di non dover aggiungere altro. Vi faccio un esempio. Per la mia estrema timidezza, i miei corteggiamenti erano lunghissimi ed avevano ritmi e modi da '800. In realtà si trattava di un atteggiamento non solo inutile e dannoso, ma un modo di fare che mi poneva ai confini del ridicolo. Quante ragazze avranno pensato cose "Ma cosa aspetta?", "Ma perché non si decide?" ecc. ecc. ? Io, da parte mia escogitavo tutto un raffinato autoinganno per giustificare a me stesso il mio comportamento evitando di vedere la sgradevole e dolorosa verità: "Sono sensibile e delicato", "Io non allungo le mani", "Queste cose le fanno gli altri, io sono superiore a certi modelli", "Sono intelligente e colto, non mi comporto da camionista" Vi prego non fraintendetemi, ma questa trasformazione ha aggiunto un filo di ‘cattivera’ alla mia personalità. Nulla di cui vergognarsi, beninteso, ma la consapevolezza che la distanza fra i miei desideri e la loro realizzazione possa essere deliziosamente breve. Se qualcosa mi piace (ed ho la possibilità di averla rimanendo nei limiti dell’etica) semplicemente me la prendo e me la gusto. Punto e basta. Ovviamente tutto questo sta in quadro generale di aspettative realistiche. Se desidero ardentemente di volare non mi spunteranno le ali appena mi lancio dalla finestra, a meno che – beninteso – non mi sia leccato un cartone di LSD. Inoltre, riconosco serenamente che alcuni fattori sono governati completamente dal caso (mi cade un vaso di fiori in testa, un pazzo mi taglia la strada con il TIR) oppure dipendono da cose su cui non ho il minimo controllo (una crisi economica, la mia azienda decide una riduzione di personale). Al di la di questo, la felicità è nelle mie mani. Era il nostro primo (e sottolineo primo) appuntamento ed avevo intuito subito che c'era calore ed atmosfera. Ci siamo seduti vicini e tutto è andato come doveva andare. Desideravo baciarla, ho percepito che anche lei lo desiderava, ho fatto: punto e basta. Abbiamo passato una notte memorabile. > convinto di fare una perfetta analisi delle situazioni, molto più realista di quello che potrebbe fare uno piscologo che neppure c'era Potrei quotare tutto. Anch’io pensavo che nessuno può conoscermi meglio di me stesso, ma ho scoperto con enorme sorpresa come di solito ciò non sia vero. Quello io che credevo essere l’esatta e oggettiva situazione, è risultata essere un insieme mistificazioni, schermi, travestimenti, finzioni e raffinati auto-inganni che avevo accumulato nell’arco di due decenni buoni. >Per curiosità, quanti anni hai? 35 > Credo che l'aiuto dello specialista riguardi soprattutto i pensieri però. Dietro alle azioni ci sono proprio i pensieri, lo specialista va a modificare quelli credo Esattissimo. Funziona proprio così. Le nostre idee (modelli, schemi, associazioni mentali) sono alla base dei nostri atteggiamenti. L’atteggiamento crea l’azione, l’azione crea i risultati che noi desideriamo. E’ evidente che se il primo anello della catena non funziona, tutto il resto rimane sterile. Il terapista lavora proprio sulle idee, “disinnescando” le associazione che vi stanno alla base. Fatto questo, tutto il resto segue a ruota. > Mi spaventa quel dover tentare azioni che si ritengono ansiose In realtà non succede nulla di terrificante perché la terapia è come un allenamento in palestra. Invece di mettere su massa o aumentare il numero delle ripetizioni, si sviluppano semplicemente nuove capacità e abilità mai sfruttate: le azioni smettono di essere ansiogene proprio perché si acquisiscono nuovi e più efficaci mezzi per gestirle. Quindi: non devi sforzarti di fare qualcosa di ansiogeno per scoprire che non è hai più paura, semplicemente un giorno smetti di averne paura e la fai. > sembra una pubblicità ad uno psicoloco. ci manca solo il nome ed il numero di telefono E’ infatti non c’è né l’uno né l’altro, proprio perché non mi sembra di dovergli nulla in particolare. O meglio, non devo a lui più di quanto debba alla mia bicicletta per la gioia di una bella scampagnata: senza quel mezzo non avrei fatto nulla, ma la fatica, la forza e l’energia sono state le mie. Non voglio dire che non gli sia grato, né che io scantoni per strada quando la incontro. Ha fatto molto bene il suo lavoro come io ho fatto bene il mio: per un periodo della vita siamo stati un’eccellente squadra. Il senso di quel messaggio è diverso, e si ricollega alla struttura stessa del forum. Come si condividono le esperienze negative per trovare conforto e sostegno, così è giusto condividere quelle luminose per dare ispirazione, speranza e stimoli. Nel mio passato ci sono state delle persone che mi hanno spinto ad agire e fare qualcosa, persone che hanno preso a cuore il mio stato e mi hanno indirizzato verso la giusta soluzione. Oggi, riconosco serenamente di aver ricevuto del bene in modo disinteressato, e quindi sento il dovere morale di comunicarlo agli altri. In altre parole, se volete un metafora poetica, sto semplicemente pareggiando i conti con la vita. > una cosa è uscire da un tunnel di bassa autostima durato 22 anni... a okkio il paragone non regge.... Già, non regge. Il mio è durato 24. Felicità a tutti, Clark |
non mi resta che quotare propro tutto ..ma tutto...dalla sensazione di vittima...al volersi nascondere dietro quella rete di scappatoie e bugie...di barriere...grazie comunque del post
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Questo topic dovrebbe stare sempre nella home page,da monito per tutti quelli che dicono che ''fobico è bello'' e per quelli che rinvendicano un improbabile orgoglio delle nosta condizione di ombre del mondo e per tutti quelli che invece sentono di avere la dinamite dentro e vorrebbero far brillare la propria anima nel mondo.
Ripeto ancora che chi accetta la propria fobia ''è già morto'' Io sono stato sconfitto tante volte e ora vado anche io dalla psicologa. Non sò come andrà a finire,ma spero un giorno di poter fare un topic come questo. |
Questo è forse il topic più denso di verità che abbia mai letto su questo forum.
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Per me era solo un po' timido (cit.)
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sto topic va un casino quest'anno, prima o poi troverò il tempo x leggerlo
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Io l'ho letto in diagonale...
Quanto basta per capire il genere... si tratta di fantascienza... :lol: |
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Se sei un Very Fobic come dici,dovresti farlo e magari abbandoneresti certe idee deleteie che hai... |
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http://www.fobiasociale.com/postt6754.html dove il lieto fine è il passaggio dal cattivo estroversone all'introspettivo ovetto kinder |
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