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Re: Ossessione del riposo eterno
Quote:
Se tu hai avuto modo di associare qualcosa di ciò che ho scritto ad un pensiero di qualche illustre autore, il dubbio, benché lecito, ti ha suggerito un'inferenza fuorviante. *Nel senso che non v'è stata in me alcuna fonte di ispirazione esterna durante la mia vita. |
Re: Ossessione del riposo eterno
Non male esser morti, si risolvono in un colpo solo un mucchio di problemi...
Cosa cucinare domani, dover andare dal dentista... E così via. |
Re: Ossessione del riposo eterno
Secondo me la tua ossessione deriva dal recente lutto che
ti ha colpito. Quando i nostri cari se ne vanno, anche una parte della nostra vita se ne va con loro; e se non abbiamo una vita nostra restiamo molto legati a chi non c'e' piu', e con la voglia di andarcene con loro; nel senso di starci ancora insieme. Bisogna riuscire a riempire la nostra vita con qualcosa, ma se gia' prima eravamo molto spenti e demotivati si arriva all'ossessione di cui parli. Dovrebbe invece sorgere un sentimento di riscatto e rinnovamento; penso la tua sia una fase transitoria legata al lutto ancora da elaborare. |
Re: Ossessione del riposo eterno
E soprattutto (me ne esco così, ex abrupto) basta con questo totalitarismo del pro-life a tutti i costi!!!
Lo so che c'è una certo filone etico cui la società deve reggere il moccolo, e che qualsiasi disquisizione sulla morte debba essere bollata come morbosa, "depressione da guarire" e via ammonendo, ma... ...ma così abbiamo di fatto troncato le gambe ad una delle riflessioni filosofiche più stimolanti che l'uomo, in quanto essere auto-cosciente, possa mai formulare... e tutto questo per adeguarsi ad una consolazione preconfezionata ed omologata per tutti. Un'escatologia da supermarket. Ma io non ci sto! Ci sarebbe questa scatola (lo spazio) al cui interno ci sarebbero questi mattoncini (energia, dapprima libera, poi coagulata, quantizzata in pacchetti di materia). Nulla entra e nulla esce da questa scatola: le cose si trasformano in questo sistema chiuso, e tendono a passare da uno stato ordinato ad uno sempre più disordinato... Ci sono alcuni di questi mattoncini che, assemblandosi, sembra abbiano acquisito delle proprietà. Gli acidi nucleici, ad esempio. Sembra che questa materia inizi a seguire delle regole di livello più alto. La materia diventa viva, ma questo ad un costo: deve compensare un suo inevitabile disordine crescente (dato dalle regole generali del sistema di cui è parte) rubando l'ordine residuo attorno a sè. Fosse anche ad altra materia vivente. La vita già da subito ruba vita altrui per conservare il proprio stato di ordine. La vita ha bisogno della morte di altra vita per sopravvivere. La natura non è una hippy ante-litteram, tutta love and peace: tutt'altro! La materia vivente iniziò a supportare firmware a layer logico sempre più di alto livello: non c'era più solo la duplicazione del materale molecolare genetico, c'erano abilità sviluppate per eseguire la funzione primaria in modo sempre più efficiente... Le release del firmware più adatte all'ambiente si affermavano a scapito di quelle con troppi bachi. Se una variazione si presentava nel codice, diveniva regola da seguire o anomalia da epurare a seconda della sua capacità di sottrarre in modo più efficace ordine ad altri sistemi per contrastare il proprio decadimento nel disordine, e quindi avere più possibilità di replicarsi. E tutto va avanti così, nella nostra scatola chiusa piena di energia dalle varie forme e configurazioni. Solo che ad un certo punto, si presenta un'interessante evoluzione del firmware installato sulla materia organica: l'auto-coscienza. Gli organismi con a bordo l'auto-coscienza sottostanno a tutte le regole precedenti, ma sono consapevoli d'esser vivi. Un layer logico on-top a quelli precedenti. Quindi, se prima era solo una questione di vivere senza sapere perchè, così come una lavatrice lava i vestiti senza sapere chi è o cosa fa, ad un certo punto ci si ritrovò con qualcosa che sa chi è e sa cosa fa. Ma le regole che valevano prima continuavano ad imperversare: le varianti del firmware più adatte andavano avanti, quelle non idonee, "unfit", dovevano estinguersi... solo che qui non c'era più solo materia vivente inconsapevole d'esser viva... Anche le anomalie erano organismi consapevoli, e guardavano la loro sorte nefasta in un sistema spietato in cui la loro esistenza era considerata "inadatta". Le altre creature viventi cedevano a questa logica senza aver mai saputo d'aver vissuto: ma qui ci si pone il problema. Quindi arriviamo a noi... |
Re: Ossessione del riposo eterno
Da svariati anni, ormai, ho smesso di scontrarmi "bonariamente" con le persone che hanno ancora una visione spirituale, diciamo così, consolatoria e presa in prestito da qualche corpus mitologico.
Sono cose che agiscono ad un livello molto profondo, soddisfando bisogni umani molto radicati come il senso d'appartenenza a qualcosa e il dover esorcizzare la paura della morte percepita come horror vacui. Qualsiasi discussione è inutile. |
Re: Ossessione del riposo eterno
Quote:
Oltre alla scatola e la materia è venuta fuori un'altra cosa che non è materiale né rappresenta semplicemente un'organizzazione complessa della materia (cioé la materia è andata a creare una particolare struttura che prima non c'era). Questo non significa ovviamente assumere che questa cosa sia libera ed indipendente dalla materia però che sia una cosa ben diversa e che va distinta per me difficilmente si riesce a negare. Un fenomeno, un'esperienza soggettiva può avere dei correlati neuronali ma non coincide semplicemente con l'attivazione di questi, tanto è vero che possiamo anche descrivere come si "accendono" e "spengono" i neuroni e capire anche perché e quando lo fanno, ma la perfetta descrizione di tutto il meccanismo e magari anche la sua riproduzione non basta per capire poi in prima persona l'organismo che li attiva, quando li attiva cosa prova. Possiamo usare solo l'analogia e sfruttare quel che sentiamo noi suppondendo che l'altro provi qualcosa di simile o analogo. Un cieco dalla nascita può afferrare metaforicamente che significa vedere tramite altre esperienze soggettive, non arrivarci tramite la conoscenza di come è organizzata la materia nella scatola. Potrebbe capire perfettamente tutte le leggi che regolano la materia nella scatola e perché la materia passa da uno stato all'altro e lo stesso nemmeno sfiorare quale sia il senso di "veder qualcosa". Il vedere in prima persona qualcosa o cose analoghe saltano fuori dalla scatola e dalla materia presente nella scatola che si organizza in vari modi. |
Re: Ossessione del riposo eterno
Quote:
Perchè il protone è proprio così? O perchè un fotone fa proprio il fotone? Descriviamo con la matematica, che è il linguaggio umano più adatto, un sistema che si basa su certe regole e certe logiche, e lo facciamo dalla posizione svantaggiata di essere osservatori solidali col sistema, senza avere un punto di vista oggettivo, esterno. La fisica cerca di fare reverse engineering di un software compilato e in esecuzione di cui noi stessi facciamo parte. Ma sul perchè il software giri in un certo modo (o chi, o cosa, lo abbia scritto) possiamo solo fare speculazioni. |
Re: Ossessione del riposo eterno
In seguito a lutti recenti (tra i quali di un mio parente ancora giovane e un mio amico di poco più di 50 anni) anche a me sono venute idee e "fisse" sulla morte e su tutto cio che la circonda (cimiteri, ecc)...
credo sia anche normale, magari per tantissimi anni non abbiamo a che fare con la morte poi all'improvviso con il decesso di un parente o di un amico viviamo l'evento e il lutto con tutte le conseguenze,tra le quasi si riflette maggiormente sul "senso della vita" e si percepisce quanto sia "effimera" malgrado tutto. Un mio pensiero ricorrente è proprio sull'effimerità di questa... spesso penso che se dovessi morire come queste due persone (dopo i 40/45 anni, tra l'altro, il rischio di una malattia incurabile oppure di un infarto aumentano drasticamente) mi rimangono solo 10/15 anni di vita... |
Re: Ossessione del riposo eterno
Sinceramente non vedo nella vita tutta questa gioia e soddisfazione che hanno gli altri.
Forse perché siamo incompresi e incompleti a vivere una realtà fatta di furbizie e competizione. Dove trovare un lavoro è un miraggio per molti o fare un lavoro di merda, e avere una donna solo come ologramma. |
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