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visto che non ho mai avuto la minima compagnia femminile,ecco il perche' desidero avere una donna,la vedo come un occasione per avere compagnia femminile |
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Forse devo chiarire meglio il sistema di riferimento da cui parto, che non è ortodosso. Io parto da un sistema di riferimento in cui esiste un'etica che presuppone una catena di responsabilità etiche che vincola ogni essere umano al dovere di tendere alla meta-comunicazione. In questo sistema di riferimento, è ovvio che la fobia sociale è, prima ancora che un disturbo ansiogeno del soggetto, una prova per gli altri (e per il soggetto) di fare meta-comunicazione. Nell'etica comune la fobia sociale, limitando la comunicazione extra-verbale, è socialmente inaccettabile, inadeguata per poter partecipare alla comunicazione sociale. Nella mia etica di riferimento, invece, la fobia sociale non implica un'impossibilità del socialfobico di comunicare, e quindi l'emarginazione del socialfobico, in questo sistema di riferimento, non è giustificata. Quote:
Però allo stesso tempo vorrei che l'accoglienza degli altri non sia condizionata al fatto di riuscire a raggiungere l'espressività extra-verbale, ma che sia presente a priori, altrimenti, quand'anche in futuro riuscissi a raggiungere un'espressività completa ed essere accolto, la soddisfazione sarà amara, perchè sarei sì accolto, ma saprei che, comunque, quell'accoglienza non me la darebbero se non avessi superato la fobia sociale, e quindi non sarebbe, in linea di principio, un'accoglienza completa. Quote:
Come si traduce, sul piano pratico, questa necessità psicologica di giustizia? Semplice: cercando di persuadere gli altri a tendere ad essa anche se la probabilità di persuasione è bassa. Il fatto che la probabilità di convincere gli altri a usare la meta-comunicazione è bassa non mi sottrae dalla responsabilità di farlo, se esiste anche solo una possibilità su 100 di rendere giusti i rapporti sociali, non sfruttare quella probabilità è un errore :) Quote:
In questo caso la funzione dell'attacco ad personam è un po' come la funzione del dolore quando ti ostini a maltrattare il tuo organismo :) |
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In particolare queste frasi: "la preclusione non la percepisco come una conseguenza della mia fobia sociale, di un mio limite, ma della non accettazione, o non comprensione, da parte degli altri, del mio modo di esprimermi. " E qui: "eppure continuo a non sentire in me il problema". Ma anche adesso, a mio avviso, nella frase che ho messo in grassetto poco più sotto (vedi giù). Quote:
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Superare la fobia sociale non è una condizione necessaria per comunicare, quindi sul piano logico e pratico, io affermo che non mi sento responsabile della mia emarginazione. Quote:
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Se poi la logica dimostra che esiste un modo per meta-comunicare, un'etica che pone come condizione necessaria il superamento della fobia sociale non può trovare un fondamento nella logica. Quote:
Come ho detto prima, poi, le probabilità basse di realizzare la meta-comunicazione non mi portano a concludere l'inutilità dell'impegno in quel senso. Inoltre nel frattempo io non sto ad aspettare che il resto del mondo cambi, cerco anche di superare la fobia sociale. Quote:
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Il mio ideale etico non è individualista, tende a una meta-comunicazione generale tra tutti gli esseri umani, poi ovviamente tenderei a frequentare le persone a me più affini, ma non per impossibilità di comunicazione con gli altri. Quote:
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In effetti mi sfugge come un interlocutore non sciolto ma bloccato (dalla fobia sociale) possa meta-comunicare. Hurry, non mi starai parlando della telepatia? |
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(torniamo a parlare di cose serie...) la mia psichiatra è poco più grande di me. nel senso che ha circa solo cinque-sei anni in più. e non so perchè ma questo fatto mi ha fatto subito sentire più tranquilla: conosce le abitudini dei gggiovani (addirittura conosce i locali che frequento/avo) e le dinamiche di certi rapporti che, probabilmente, una dottoressa anziana non avrebbe mai potuto affrontare direttamente sulla propria pelle. mi da molta sicurezza quando parlo perchè sembra una vecchia amica a cui racconto tutto quello che mi accade e non mi vergogno, quando sono in buona, di fare battute scherzose. sa che mi manca "il gruppo" e quindi credo che lei partecipi consapevolmente a questo mio gioco di "finta-amicizia". ci diamo comunque sempre del "lei" per mantenere la giusta distanza del rapporto. |
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Te lo posso spiegare con un'analogia: è come se mi avessi dato un'equazione con un'incognita per il gusto di farmi vedere i simboli dell'equazione (non per farmela risolvere), ma io, per divertimento, mi mettessi anche a risolverla. (nell'analogia, la battuta equivale a mostrarmi l'equazione, l'atto di risolverla equivale all'atto di rispondere alla battuta come se fosse stata seria). Ora mi fermo, penso di essere stato abbastanza chiaro :) Quote:
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Ora riesco ad intuire i vantaggi della meta-comunicazione, di come faccia funzionare la comunicazione: per sfinimento dell'interlocutore. ;) ;) Quote:
--- Aggiungo in coda (perché intanto ho finito i messaggi): Quote:
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Torno un attimo indietro. In riferimento a questa tua affermazione che mi sembra così categorica, come nel tuo stile: ;) Quote:
Il mio discorso in realtà verteva proprio su questo punto. Non ho ben chiaro come tu possa ritenere fino in fondo oggettiva la preclusione. Mi spiego meglio: chi conosce l'ansia per le situazioni sociali sa che metterà in azione un meccanismo di evitamento che parte dall'assunto (eterno, incrollabile, sempre vero) che non sarà accettato dagli altri se si troverà in questa o quella situazione sociale, auto-precludendosi di fatto ogni possibilità di verifica. Ciononostante, quello che dovrebbe essere soggetto a verifica, la non accettazione, diventerà un fatto (arbitrariamente) oggettivo e di conseguenza anche la preclusione, quando la prima è perlomeno da discutere e la seconda, a priori, non è possibile stabilirla con certezza (perché dipende dalla prima che è soltanto un'ipotesi, appunto). In ogni caso (vedi interrogativi a raffica di prima) è necessaria, utile, richiesta, l'accettazione indiscriminata, di tutti i potenziali interlocutori (quelli che io chiamavo altri)? Non so quanto mi sono spiegato meglio. |
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Nella meta-comunicazione, questi fattori non impediscono di comunicare. Come ti ho già spiegato, nella meta-comunicazione l'unico obiettivo è comunicare, nella forma poi potrebbe anche essere simile a una conversazione di robot, ogni parola potrebbe essere balbettata oppure pronunciata lentamente, si può anche parlare con lo sguardo abbassato: queste cose non limitano la comunicazione. L'incoraggiamento continuo dato dall'accoglienza e dalla meta-comunicazione poi ha l'effetto di far sciogliere sempre di più l'interlocutore. |
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Ovviamente, solo chi ragionerà sull'effettiva praticabilità della MC sarà persuaso della possibilità di metterla in atto, chi invece, in base alla sua logica (ma più che altro in base ai suoi gusti) concludesse che non è praticabile, non la praticherà. Però dimostrare la possibilità di praticare la MC aumenta la probabilità che qualcuno lo capisca e la pratichi. Quote:
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"La preclusione è una conseguenza della non accettazione, o non comprensione degli altri" questa affermazione non dice che necessariamente un very fobic viene emarginato dagli altri, ma dice che se accade che viene emarginato e che lui usi la meta-comunicazione, la causa dell'emarginazione non può essere altro che la non accettazione o non comprensione, da parte degli altri, del suo modo di comportarsi. Se infatti io uso la meta-comunicazione, non c'è niente che mi impedisce di comunicare, ne mi si può dire che uso una comunicazione non chiara (dato che la meta-comunicazione chiarisce tutto), quindi, se in queste condizioni vengo emarginato, l'omissione non è mia, ma degli altri. Quote:
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tecniche di rilassamento, funzionano?
Io sto facendo psicoterapia cognitivo-comportamentale da un annetto; è stato molto difficile all'inizio perchè mi vergognavo tantiss del mio problema anche con la strizzacervelli e dovevo "violentarmi" per non raccontarle delle palle...So che è paradossale (spt pensando agli eurini che sborsavo), ma tendevo a comportarmi anche con la strizza nello stesso modo in cui mi comporto con il resto del mondo cioè simulando una normalità, un equilibrio in realtà lontaniss da me. Now va un pochino meglio anche se mi imbarazza ancora non aver avuto una vita normale da raccontare...cavolo mi sento sempre l'Edward ManiDiForbici della situazione...Non ho mai preso farmaci perchè mi fanno una gran paura (di solito basta un caffè lungo per farmi svalvolare...non pox neanche drogarmi caz), sarei terrorizzata dall'idea di perdere il controllo,la lucidità...Adex sto provando con la strizza le tecniche di rilassamento e il training-autogeno però richiedono un allenamento abbastanza lungo e non ho fama di esser una tipa muj costante (ho cambiat 3facoltà...)
C'è qualcuno che le ha provate?Ne vale la pena?Lo chiedo perchè mi sento abbastanza cretina quando cerco di utilizzarle, forse perchè non appartengono alla cultura occidentale che prevede una cura "chirurgica" ed immediata...boh sos consigli |
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(perché volerlo fare, non perché non dovrebbe essere possibile farlo ma volerlo) Quote:
La frase originaria era questa: Quote:
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Naturalmente è improbabile che lo sia se è uno sciovinista della comunicazione extra-verbale... probabilmente sarà una persona dotata di intelligenza! Quote:
Quando dico che percepisco che l'esclusione non sia conseguenza di un mio limite, la mia impressione è fondata su una logica non relativa, ma oggettiva: 1) uso la metacomunicazione 2) se uso la metacomunicazione ho tutte le possibilità di partecipare a una conversazione 3) se ho tutte le possibilità di partecipare a una conversazione, l'esclusione non può dipendere da me 4) infatti dipenderebbe dagli altri che non accetterebbero il mio modo non standard di esprimermi. C'è qualche passaggio che non ti è chiaro? 8) |
Toh, adesso ho un messaggio. Ne approfitto e riporto qui quello che avevo scritto in coda al messaggio di prima, così evitiamo confusioni (e nel frattempo ho pure ampliato la mia risposta).
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Credevo fosse di portata un tantino più generale. ;) Quote:
Avere tutte le possibilità di implica soltanto avere tutte le potenzialità, opportunità di non garanzia di (oppure non ci intendiamo sull'italiano e a quel punto non avrei proprio cos'altro dire). Può anche essere condizione necessaria ma non è sufficiente. L'esclusione può dipendere da te, da quello che comunichi a prescindere dal modo. Se con l'uso della metacomunicazione esprimessi in modo inequivocabilmente chiaro argomenti di nessun interesse per gli altri partecipanti alla conversazione? Non si tratterebbe di non accettare il modo di esprimerti, perché non ci sarebbe nulla da eccepire, ma proprio ciò che esprimi, il messaggio che comunichi. Ora siamo esattamente al punto di partenza, cioè alla tua affermazione iniziale e a ciò che si percepisce come oggettivo in modo più o meno arbitrario. Potrei anche riformulare - in parte ripetendomi - la domanda che hai aggirato, ma mi limito a chiedermi di nuovo (e solo eventualmente anche a te): accantonata (o superata) la metacomunicazione, è possibile mettere in discussione la non accettazione degli altri? --- idem come le altre volte Quote:
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Detto questo,anche a me è dispiaciuto che il topic del nostro raduno sia stato chiuso(sebbene per ragioni comprensibili),potevano venire fuori altre opinioni e confronti interessanti... |
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