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alien boy 16-12-2017 18:50

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Originariamente inviata da fobicona (Messaggio 2037437)
Io per etichette intendo un modo per identificare aspetti ritenuti particolari o strambi dalla società. L'essere estroverso è un plus, invece, tutte queste "divisioni" tra timido, introverso, chiuso, hikikomori ecc. mi sembrano solo aggettivi che in realtà identificano persone che hanno difficoltà a relazionarsi.

Vabbé ma la timidezza esiste e non tutti quelli che hanno difficoltà a relazionarsi sono timidi. Mi sembra normale usare termini per descrivere caratteristiche, anche delle persone, che si osservano nella realtà, tanto più se non sono comportamenti diffusi, quindi con contorni più definiti. Perché non si dovrebbe specializzare il 'tipo avente difficoltà relazionali' a seconda delle cause e delle modalità con cui si hanno quelle, riscontrando dei comuni denominatori? Oppure lo si può fare ma senza usare aggettivi ma magari con codici? :nonso: Inoltre 'timido' non ha sempre accezione negativa. Ci sono addirittura ragazze che dicono che a loro piacciono i timidi. Anche se magari non si riferiscono ai veri timidi comunque usano quel termine verso una direzione e non in senso dispregiativo.

fobicona 16-12-2017 18:58

Re: Tiimidezza o fobia?
 
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Originariamente inviata da alien boy (Messaggio 2037444)
Vabbé ma la timidezza esiste e non tutti quelli che hanno difficoltà a relazionarsi sono timidi. Mi sembra normale usare termini per descrivere caratteristiche, anche delle persone, che si osservano nella realtà, tanto più se non sono comportamenti diffusi, quindi con contorni più definiti. Perché non si dovrebbe specializzare il 'tipo avente difficoltà relazionali' a seconda delle cause e delle modalità con cui si hanno quelle, riscontrando dei comuni denominatori? Oppure lo si può fare ma senza usare aggettivi ma magari con codici? :nonso: Inoltre 'timido' non ha sempre accezione negativa. Ci sono addirittura ragazze che dicono che a loro piacciono i timidi. Anche se magari non si riferiscono ai veri timidi comunque usano quel termine verso una direzione e non in senso dispregiativo.

Sarà che sono contraria un po' io di natura alle etichette :)

barclay 16-12-2017 23:23

Re: Tiimidezza o fobia?
 
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Originariamente inviata da MeStessa93 (Messaggio 2037422)
Sinceramente non ho capito la logica che porta alla conclusione che non è timido.

Non mi resta che quotare Alien Boy... :bene:
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Originariamente inviata da alien boy (Messaggio 2037431)
Io l'ho letta così: non è semplicemente timido ma fobico o altro (più che timido), per cui vive un vero e proprio disagio che sente il bisogno di curare, a differenza della timidezza con cui si può convivere e che si può accettare.


TM 18-12-2017 16:06

Re: Tiimidezza o fobia?
 
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Originariamente inviata da fobicona (Messaggio 2037423)
Gira che ti rigira, l'estroversione non è mai da correggere o troppo eccessiva, ma è sempre il più timido a dover cambiare, e credo che in tal senso si stiano creando troppe etichette che paralizzano ancor più nell'agire: timido, introverso, hikikomori...

Tutto ciò che è normalode e predomina è considerato giusto, una assioma per i normaloidi.
Tutto il resto è sbagliato, altro assioma dei normaloidi

Winston_Smith 18-12-2017 16:31

Re: Tiimidezza o fobia?
 
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Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2037381)
E' il timido a sentirsi in difetto

Quelli che parlavano alla radio di "vincere la timidezza" erano quindi tutti timidi?

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Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2037381)
se ti fanno notare che parli poco e ci rimani male, da dove deriva il sentirsi male? Dal commento ricevuto, o dalla lettura negativa del commento stesso da parte del timido?

Di certo non ti stanno facendo notare una tua qualità, a meno che non ti dicano "ah, parli poco, bravo, continua così".

muttley 18-12-2017 16:58

Re: Tiimidezza o fobia?
 
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Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 2038309)
Quelli che parlavano alla radio di "vincere la timidezza" erano quindi tutti timidi?

Chi parla di vincere una malattia ne è per forza affetto? Se i timidi vivono male la loro timidezza, significa che non sono in sintonia col loro modo di essere.



Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 2038309)
Di certo non ti stanno facendo notare una tua qualità, a meno che non ti dicano "ah, parli poco, bravo, continua così".

A me fanno spesso notare (in chiave negativa) che sono pallido ma io non lo considero un difetto, quindi non ci rimango male. Se ci rimanessi male, significa che non accetterei il mio pallore. Gli altri potrebbero fare tutti i commenti che vogliono, è il mio non accettarmi a fare la differenza.

Winston_Smith 18-12-2017 17:01

Re: Tiimidezza o fobia?
 
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Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2038330)
Chi parla di vincere una malattia ne è per forza affetto? Se i timidi vivono male la loro timidezza, significa che non sono in sintonia col loro modo di essere.

Ah, quindi è la timidezza che è una malattia, non è il timido che si sente in difetto.
Come fai a essere in sintonia con una malattia?

Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2038330)
A me fanno spesso notare (in chiave negativa) che sono pallido ma io non lo considero un difetto, quindi non ci rimango male. Se ci rimanessi male, significa che non accetterei il mio pallore. Gli altri potrebbero fare tutti i commenti che vogliono, è il mio non accettarmi a fare la differenza.

Per altri invece potrebbe significare che girano i coglioni perché certi si permettono di rinfacciare loro che sono pallidi, invece di pensare ai casi propri.

muttley 18-12-2017 19:08

Re: Tiimidezza o fobia?
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 2038332)
Ah, quindi è la timidezza che è una malattia, non è il timido che si sente in difetto.
Come fai a essere in sintonia con una malattia?

Malattia è ciò che non ti fa stare bene. Il timido vive la timidezza come disagio, indipendentemente dal fatto che glielo facciano notare. Se parli poco e ne soffri sei timido, tutto il resto è introversione (semi-cit.)


Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 2038332)
Per altri invece potrebbe significare che girano i coglioni perché certi si permettono di rinfacciare loro che sono pallidi, invece di pensare ai casi propri.

Di sicuro se smetti di far notare qualcosa, il disagio non passa. Chi è fobico soffre per i rimarchi della gente e si chiude in casa evitando quindi qualsiasi altra forma di rimarco. Ne esce forse guarito?

Aurora. 18-12-2017 20:17

Re: Tiimidezza o fobia?
 
Secondo me il timido riesce a fare quello che fanno gli altri, ma magari con qualche difficoltà, con imbarazzo e disagio. In particolar modo magari nelle situazioni che sperimenta per la prima volta, poi col passar del tempo si "scioglie".

Il fobico invece è paralizzato dalla paura, quindi non fa. (in linea generale, poi c'è caso e caso)

La timidezza in sé non credo sia da sconfiggere, perché non ci vedo nulla di patologico. Se poi è vissuta male dalla persona è liberissimo di trovare dei metodi per "sconfiggerla".

Inosservato 18-12-2017 21:46

Re: Tiimidezza o fobia?
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 2037273)
Ieri sera, su una nota radio nazionale, hanno parlato a lungo di come “vincere la timidezza” (e vi lascio immaginare la marea di consigli stupidi); la mia riflessione è stata: se uno definisce la timidezza come qualcosa che deve vincere, non è semplicemente timido. Siete d'accordo?

vabbè ma la timidezza è la fobia dei poveri, ci stanno anche i consigli stupidi dai, parliamo di acqua ferrarelle al confronto di champagne cristal -___-


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