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Re: Per i credenti: le divisione tra anime
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Ma dimmi: voi che siete qui felici, disiderate voi più alto loco per più vedere e per più farvi amici?". Con quelle altr’ombre pria sorrise un poco; da indi mi rispuose tanto lieta, ch’arder parea d’amor nel primo foco: "Frate, la nostra volontà quïeta virtù di carità, che fa volerne sol quel ch’avemo, e d’altro non ci asseta. Se disïassimo esser più superne, foran discordi li nostri disiri dal voler di colui che qui ne cerne; che vedrai non capere in questi giri, s’essere in carità è qui necesse, e se la sua natura ben rimiri. Anzi è formale ad esto beato esse tenersi dentro a la divina voglia, per ch’una fansi nostre voglie stesse; sì che, come noi sem di soglia in soglia per questo regno, a tutto il regno piace com’a lo re che ’n suo voler ne ’nvoglia. E ’n la sua volontade è nostra pace: ell’è quel mare al qual tutto si move ciò ch’ella crïa o che natura face". (Paradiso III, 64-87) In ogni caso credo che chi segue la "retta via" in via si avvicini perlomeno a fare suo questo modo di pensare e di agire. Quote:
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Re: Per i credenti: le divisione tra anime
ad esempio il discorso della volontà condivisa con Dio già potrebbe far pensare più facilmente a una scelta, nel senso che si può partecipare alle sue decisioni, come se fosse un'unica mente.
All'interno del rapporto anima umana e Dio rimane il comportamento predeterminato della prima, che non può fare altrimenti, in relazione a quello che è la giustizia divina. E' vero che anche nel determinismo si può parlare di scelta, se è scritto che devo fare una certa azione invece che un'altra in un dato momento, anche se inevitabile si può dire che ho indirizzato il mio agire verso quell'opzione disponibile invece che verso altre. Solo che nell'aldilà anche teoricamente, ipoteticamente, sembra mancare l'altra opzione, già si sa che si andrà ad abbracciare la volontà divina, è un dato noto a priori e che è sempre ugualmente riconosciuto. Comunque è solo una questione di termini, personalmente mi viene più da pensare al significato comune che si dà al termine scelta, ma non era così importante questo fatto. Alla fine si concorda sul fatto che una volta giunti in Paradiso non ci può essere nessuna conflittualità o dubbio sull'essere giusto della volontà divina (e in effetti il dubbio che potesse essere diversamente, che avevo espresso inizialmente, veniva da una logica molto terrena). Il punto rimane come si viva quella possibilità di divisione e di condanna per chi è vicino, quando si è ancora in vita. Presumibilmente, per la maggior parte delle persone, non c'è questa totale capacità di accettazione di quei rischi (uno può sperare per sè perchè sa di avere almeno la volontà di salvarsi, per gli altri può sentirsi più o meno impotente). |
Re: Per i credenti: le divisione tra anime
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Re: Per i credenti: le divisione tra anime
Oppure ancora paradiso, purgatorio e inferno sono luoghi dell'anima
1) Paradiso, la tua anima è adatta all'incontro con Dio (luce) 2) Purgatorio, la tua anima non è attualmente adatta, ma con sofferenza ci si può adattare 3) Inferno, la tua anima non ha modo di adattarsi, la luce stessa ti causa sofferenza (un po' come quando nella realtà trovano delle persone recluse in cantine buie da anni e non possono tornare alla nostra vita immediatamente). |
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