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Re: Empatia (non buonismo)
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L'empatico dovrebbe capire anche che una certa forma di aiuto che si vuol fornire in un certo contesto non può esser catalogato come tale dall'altra persona in base a quel che conosce e sente. Empatizzare con chi si dovrebbe aiutare consiste anche nel comprendere che certe forme di aiuto non verranno interpretate come tali dall'altra persona. Torniamo all'esempio del regalo, io posso pensare che un certo oggetto debba servire all'altro, ma se l'altro non interpreta come tale il regalo mi sa che io non l'ho compreso davvero in qualche senso, liquidare la cosa come "il mio regalo è bellissimo è l'altro che non comprende che è così" non è una posizione empatica secondo me. Io non sono comunque riuscito ad afferrare che in base ai suoi stati interni l'oggetto regalato non risultava poi così allettante. E' un giudizio mio questo, non dell'altro, quando si fa così non si è riusciti a decentrarsi davvero. Per questo io personalmente penso che sia difficile esserlo e non è da tutti. Gli psicoterapeuti dovrebbero esserne dotati o sviluppare queste facoltà qua in modo elevato, altrimenti fanno guai. |
Re: Empatia (non buonismo)
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Re: Empatia (non buonismo)
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10 passi, non una camminata! Si tratta di affacciarsi un po' al balcone della casa del vicino, per vedere che cosa vede lui. Questo non ci serve per abbracciarlo, ma solo di cogliere la sua veduta ed essere così più vicini alla verità. Non vuol dire necessariamente amarlo o dargli ragione, ma solo vedere quel che noi non vediamo. Rifletti: quando qualcuno si lamenta con te di un altro, cosa dici? "Bisogna sentire l'altra campana..." Ecco, se qualcuno ci dà noia, proviamo a sentire la sua campana. Se non ce lo dice lui, possiamo immaginare: di solito abbiamo sufficienti informazioni per poterlo fare. |
Re: Empatia (non buonismo)
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Re: Empatia (non buonismo)
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Con questo non dico che dovresti indignarti ma neanche idealizzare erroneamente la cosa. MARZULLO MODE ON La maggior parte dei farmaci che prendi sono psicofarmaci? Se si, fatti una domanda e datti una risposta (in merito al comportamento del farmacista) MARZULLO MODE OFF Quote:
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Re: Empatia (non buonismo)
Mme Adelaide,
mi compiaccio vivamente per tutti gli interventi saggi che hai postato qui.:applauso: Superpippo |
Re: Empatia (non buonismo)
Io penso sempre che, se una soluzione non è semplice, non serve a nu cazz 'e niente.
Succede un episodio e io lo leggo in un modo. Conviene che io mi domandi quale possa essere la lettura dell'altro, in modo da vedere il senso di tutta un'azione. Se invece resto solo nella mia lettura, è probabile che ci resti dentro e quindi che non sappia più come uscirne. |
Re: Empatia (non buonismo)
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Anche perché nessuno riesce a vedersi da fuori. |
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Chi non ha,chi non mostra empatia,non merita,di conseguenza,di ricevere empatia. Ci sono sofferenze del cuore,della mente,del corpo,che spesso nascondiamo,quando non sono evidenti. E solo chi é empatico può capire,ciò che non si dice,ciò di cui non si parla. La capacità di ascoltare i silenzi. Di leggere ciò che non é scritto,magari attraverso lo sguardo,gli occhi,che parlano,e ci dicono molto dell altro,oppure attraverso gli atteggiamenti del corpo. Non é impossibile essere empatici,é nella nostra natura d altronde. Ma le persone sono troppo crudeli,e distratte,per rendersi conto che esiste una verità assoluta,dentro ognuno di noi,e poche riescono ad accettare ciò.. |
Re: Empatia (non buonismo)
Empatia e la capacità di immedesimarsi nell altro fino a che questi si approfitta ti sfrutta o inizia a prenderti per il culo.:D
Essere empatici aiuta ma aiuta anche essere meritocratici. |
Re: Empatia (non buonismo)
Verità assoluta? :interrogativo:
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Re: Empatia (non buonismo)
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E' che noi possiamo scegliere una via superiore, che tiene conto di che cosa lo ha mosso e tiene conto dei suoi limiti. Questo può cambiare la luce in cui vediamo un certo accaduto. Questa semplice modalità può condurci a uno scopo: che la ferita a noi inferta non ci faccia più male. Perché, fino a quando essa si riapre, ci farà soffrire. Il ricordo di un dolore ci fa soffrire. Che importa quale sia il metodo che ci porta alla fine di una pena? L'importante è che finisca. |
Re: Empatia (non buonismo)
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Ma permette anche un giudizio non a senso unico, un giudizio che tiene conto della diversità dell'altro, che sfugge al nostro controllo. Il giudizio muove le nostre opinioni, che muovono le nostre emozioni. Se cambiamo il nostro giudizio, cambieremo le nostre emozioni. Spesso soffriamo per un pericolo già passato, ma non sopportiamo il ricordo. Vogliamo soffrire a vita o trovare una via che ci fa sereni? |
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A volte la superiorità risiede proprio in ciò. E cioè nel perdonare chi non riesce a comprendere,chi ha problemi di inferiorità intellettiva,empatica.. Ma quella ferita di cui parli,é pur sempre una ferita. E noi siamo pur sempre degli esseri umani imperfetti,dotati di sentimenti,emozioni,diverse a seconda del soggetto,che variano di intensità.. I sentimenti quali la frustrazione,la rabbia,il dolore,l odio..non sono cosi reperibili.. Rimangono,indelebili.. Non esiste una gomma magica,non esiste un farmaco che curi i mali dell anima. Esiste però qualcosa di intrinseco, qualche legge,forse della natura,che ci fa andare avanti,nonostante tutto,sopravvivere.. |
Re: Empatia (non buonismo)
E' vero, ma noi diamo un senso all'accaduto, che spesso è un senso unico.
Ma se il cambia, cambia anche il senso di ciò che abbiamo subito. Una volta scambiai due battute con un tipo simpatico. Ma era un borseggiatore abile e dopo scoprii che mi aveva sfilato il portafoglio. Mi preoccupati della trafila per rifare i documenti, ma lui non mi faceva rabbia: era un professionista. Ma se me lo avesse fatto un amico.... Eppure il fatto sarebbe stato lo stesso! |
Re: Empatia (non buonismo)
In realtà, ogni giorno, in tante occasioni, siamo empatici, ma non ci pensiamo.
Non sempre... Se un amico ci fa torto, pensiamo: "come hai potuto?". Dovremmo andare avanti sulla domanda. Ma si crea un'ostruzione a questo percorso, non appena pensiamo:"non avresti dovuto". Questo non permette di andare avanti, ma ci fa ricadere indietro. "Non avresti dovuto", è una barriera insormontabile. |
Re: Empatia (non buonismo)
Attenzione però: spostarsi sul punto di vista dell'altro, non vuol dire smarrire il proprio!
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Re: Empatia (non buonismo)
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Re: Empatia (non buonismo)
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Puoi farlo sul breve termine per non entrare in crisi, è una soluzione d'emergenza, ma sul lungo termine non è efficace. Bisogna trovare il punto in cui spezzare il loop, qual è il pensiero che ti suscita più emozioni e poi lì cercare di adottare un punto di vista diverso, non degli altri, tuo. A me ha aiutato chiedermi insieme alla psicologa:"come mi sento quando ci ripenso?", "quali sono le parole che mi hanno turbato e perché?", "mi ricorda qualcosa?" o "è collegato al mio valore come persona? Ha detto delle parole a cui credo anche io in fondo?". |
Re: Empatia (non buonismo)
Bel post.
Fare focus, non sul pensiero, ma su cosa provo, tu dici. Ed è vero, perché è quel che provo a farmi soffrire, non quello che penso. O è meglio dire : penso secondo quello che provo. Io sono un sostenitore dell'idea che , quale che sia il problema o la situazione, è il nostro stato la base di tutto. Ciò premesso, a volte capire i perché dell'altro, ancorché non giustificabili, ci permette, come si dice, di farcene una ragione. Ma in altri casi, neanche questo basta. E'quando le offese sono molte e tutte gratuite. In questo caso, vale una sola idea: "lui è quello che è, ha fatto quello che ha fatto, le cose sono andate come sono andate: pure se mi arrabbio a che serve? Se non si trova nessuna ragione, perché continuo a cercarla?" Forse non sopportiamo le cose prive di un perché; abbiamo troppo bisogno di ordine. A volte si litiga perché c'è un problema. Ma a volte l'altro è il problema. Una grana si può risolvere, ma un piantagrane come lo risolvi? |
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