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Re: Gli altri che parlano
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Re: Gli altri che parlano
Contenta di essere in pausa dal lavoro(conto i minuti e o secondi),ma infastidita dalla presenza di colleghe e bidelli,vorrei starmene per cacchi miei.Però spesso sono io a cercarle per parlare di cose urgenti di lavoro,è un lavoro fatto cosí.
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Re: Gli altri che parlano
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Ovviamente da fobico è difficile interagire perché nn si è rilassati e si sta con un tappo nel culo:D |
Re: Gli altri che parlano
Se non conoscessi le persone attorno a me all'inizio sarei un po' in tensione/imbarazzo (soprattutto se tutti gli altri "fanno gruppo") e inizierei a guardare l'orologio sperando manchi poco alla fine. Questi però sono i momenti in cui alla fine mi "esercito" a stare tranquillo e il più neutrale possibile, e magari a cercare di dialogare con qualcuno (:scared:).
Di solito invece se ci sono buoni conoscenti o amici sto con loro e parlo anche :mrgreen: |
Ovviamente mi verrebbe un bellissimo attacco di panico,soprattutto se non c'è nessuno che conosco,rimarrei in silenzio faticando a non sentire il frastuono della mia testa,vorrei parlare ma qualcosa me lo impedirebbe.
Che bella vita! |
Re: Gli altri che parlano
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Re: Gli altri che parlano
Dipende dagli argomenti, il più delle volte quindi non proprio a mio agio... quando poi raccontano di esperienze, uscite, viaggi, cinema ecc. mi ammutolisco del tutto e mi limito ad ascoltare. E spesso in questi casi il disagio appare evidente e cerco di nasconderlo in qualche modo se possibile (es. uscendo fisicamente da quel posto per andare ad esempio in bagno, tirare fuori il cellulare, ecc.).
Però con determinate persone può anche succedere di non avvertire particolari disagi... quelle che nonostante i tuoi silenzi cercano di coinvolgerti in qualche modo, quelle con cui hai a che fare da diverso tempo... |
Re: Gli altri che parlano
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quando andavo alle medie e elementari aspettavo con ansia l'intervallo per mangiare e sbracarmi/chiacchierare :sisi: invece con l'università e lavoro era un incubo, non sapevo con chi parlare o cosa dire. poi mi vergognavo a pranzare con gli altri e mangiavo in angoli nascosti, tipo sulle scale anti incendio, il dramma era quando pioveva che non sapevo dove nascondermi :miodio: momento peggiore: una volta in una pausa di un corso con 4/5 persone uscirono tutti e io rimasi in aula e una tizia venne a chiamarmi con voce compassionevole:"Dai, vieni fuori con noi", io uscii ma mi sentii una merda di fronte a questa gentilezza. Forse avrei avuto più dignità dicendo che restavo dentro perchè mi divertivo a fare finta di rileggere gli appunti. p.s. dopo mi sono ritirata dal corso di laurea :sisi: |
Re: Gli altri che parlano
odio le pause, è il momento in cui bisogna inventarsi qualcosa per far conversazione, stare sempre sull'attenti per paura di qualche domanda troppo indiscreta, insomma, si sprecano energie per nulla :testata:
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Re: Gli altri che parlano
Nei periodi peggiori all'università durante la pausa tra una lezione e l'altra facevo un paio di volte il giro del palazzo per non parlare con nessuno :sisi:
La mia frequentazione infatti è stata piuttosto breve, per 3/4 l'ho fatta da non frequentante a causa dell'ansia che mi mettevano non tanto le lezioni, ma appunto le pause. Anche sentire i discorsi degli altri alla macchinetta del caffè mi metteva ansia. Se invece la pausa era più lunga mi ficcavo in aula studio. Scelgo la due! |
Re: Gli altri che parlano
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