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Re: Non riconoscersi più.
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Re: Non riconoscersi più.
per me chi pensa che è tutto finito a 35 anni o 40 l'avrebbe pensato lo stesso anche se avesse fatto tutto quello che avrebbe voluto prima :D , nn lo sapremo mai ma ne sono certo , l'arte del lamentarsi del tempo che passa esiste da sempre , uno dei discorsi " leggeri" che ha sempre albergato nei bar lol.
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Re: Non riconoscersi più.
Che poi fottuti in che senso ? Io le poche soddisfazioni le ho avute tutte dai 30 in poi..
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Re: Non riconoscersi più.
Grazie a tutti per le risposte.
Ieri sera, parlando con un'amica, sono riuscito in qualche modo a ritrovare un po' di fiducia in me stesso. Sicuramente il farmaco in questo c'entra qualcosa, ma non è detto che la cosa sia in negativo. Da quando ho iniziato questo percorso psicoterapico e psichiatrico su me stesso, il quesito su cui sto ruotando attorno è proprio lo stesso di cui si occupa questo thread: chi sono? Come mai non riesco a essere felice? A fare le cose che mi propongo di fare? Come faccio a capire cosa mi piace davvero, e cosa invece rappresenta solo un interesse estemporaneo? E come mai mi sono incastrato in questa totale destrutturazione del mio io? Dove ho smesso di sapere chi ero? Le risposte le sto ricomponendo a tocchi di piccoli indizi, come pezzi del puzzle. Anche se devo continuamente stare a ritrovarli e a rifare i collegamenti più volte, perché come il protagonista di Memento fatico a mantenere costante un quadro complessivo della faccenda, focalizzandomi solo sui dettagli. (Non a caso uno dei programmi che avevo in mente era quello di farmi un tatuaggione). Il farmaco, vedendola superficialmente, mi sta ostacolando. Le fasi "up" le ho vissute spesso come momentanei diradamenti delle nuvole che normalmente offuscano la mia comprensione di me stesso. Riducendole e depotenziandole sono costretto a muovermi alla cieca. Tuttavia ho dalla mia un alleato importante. Un approccio razionale, quasi ingegneristico. Prendere appunti giornalieri mi sta aiutando a tenere la bussola dritta e a dare una valenza oggettiva ai miei ricordi, disinnescando il rischio di privilegiare quelli a impatto emotivo positivo. So che non posso contare più sull'arrivo della prossima ondata positiva, che è la strategia adottata in passato e s'è rivelata inefficace. "Dipende da me", non dai miei sbalzi d'umore. Ancora non mi sento me stesso, ma questo è normale, considerando la repentinità della transizione umorale. Non è una sensazione del tutto aliena, anche prima di prendere i farmaci è capitata, seppur meno intensa e duratura. Se voglio accettare me stesso devo accettare queste variazioni, e renderle costruttive. Grazie a tutti per gli interventi, sono stati utili. |
Lungi da me il voler essere ripetitivo ma gli AD ( antidepressivi)
ti fanno a mille pezzi in tutti gli ambiti, anche della personalità. Dopo anni di AD (ora ne sto uscendo), non so chi sono davvero, quale è il vero me stesso, se quello senza farmaci o quello con i farmaci. Quando vai ad alterare l'equilibrio chimico del cervello, è inevitabile che le ripercussioni siano gravi ed ubiquitarie in tutta la persona |
Re: Non riconoscersi più.
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Re: Non riconoscersi più.
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Re: Non riconoscersi più.
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Re: Non riconoscersi più.
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Re: Non riconoscersi più.
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Re: Non riconoscersi più.
[ot] comunicazione di servizio: gradirei che non si aprissero siparietti in questo thread. Se volete parlare di argomenti non attinenti, vi chiedo cortesemente di aprire uno spinoff dedicato. Grazie.
Stasera ho un concerto. Il biglietto l'ho preso un paio di settimane fa, ma già mi sentivo fiacco. Tuttavia non volevo essere sfiduciato. E' il mio gruppo preferito da 2 anni a questa parte, ha rappresentato e accompagnato questo periodo molto turbolento della mia esistenza, sarebbe un peccato perderlo. Ma mi sento così spento, svuotato. Ascolto le loro canzoni e ricordo solo un flebile eco delle emozioni che un tempo erano talmente vivide da causarmi lacrime. Ed è il mio gruppo preferito. Quello che ho ascoltato quasi ininterrottamente per due anni. Come fare? Come sforzarsi, se ci si sente così vuoti, privi di qualsiasi prospettiva di divertimento perché si è come ciechi dinnanzi ad ogni emozione? Chi lo sa. Il seguito ve lo racconto una volta tornato. Ammesso riesca ad andarci. |
Re: Non riconoscersi più.
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scusa le parolacce..dicono che la depressione sia anche rabbia sublimata..ma qualcuno mi spiegasse come si esprime la rabbia. Al lavoro? no. Coi familiari? No. Allo stadio? No.. boh Ti auguro di andare al concerto, ma se non ci andrai sarà comprensibile.. figurati.. io penso magari di non stare neanche troppo male, poi quando sento di qualcuno che riesce anche solo a pensare di andare a un concerto..allora credo di stare veramente da cani.. |
Re: Non riconoscersi più.
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Re: Non riconoscersi più.
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Invece, è stato da stimolo a prendere un appuntamento psichiatrico. Sono appena tornato dal concerto. Mi sento vagamente insoddisfatto. Non posso dire di aver perso tempo, né di essermi pentito dello sforzo (che peraltro m'è costato 30 euro di taxi, visto quanto ho procrastinato a prepararmi, e riuscendo lo stesso ad arrivare a concerto iniziato). Le canzoni non suscitavano emozioni in me. Si limitavano a elicitare il loro ricordo slavato. Per un momento ero lì, che fiutavo l'usta come un segugio, tentativo disperato di recuperarle, di ritrovare la persona che ero. L'entusiasmo, la voglia di fare, di vivere, l'energia, l'ottimismo. Poi è successa una cosa interessante. A un certo punto mi sono arreso. Ho lasciato che gli input sensoriali scorressero in me liberi. Musica, luci, i bassi che smuovevano le interiora. E mi sono sentito più sereno. Forse devo solo imparare a conoscere questa parte di me che normalmente si guarda bene dal prendere iniziative. Solitamente, col subentrare del down, finivo per scivolare in un vortice di depressione. Magari è solo perché non dò sufficientemente voce a una parte di me. E continuo ad applicare quelle strategie che si rivelano efficaci ed efficienti solo quando sono in Up. Forse dovrei provare a vivere questo periodo della mia vita più liberamente, senza il giogo del ricordo di un'identità passata (e che tornerà, come ha sempre fatto). Cogliere come opportunità questa crisi, imparando a incamerare ogni sensazione senza la pretesa d'un giudizio. Fatto questo, devo solo capire qual è la periodicità dei miei cicli, e potrei persino essere "a posto". Prendendo atto che non avrò mai un anno straordinario, e che ci saranno sempre momenti molto duri nella mia esistenza. Ma facendone tesoro per conquistare qualcosa che sul momento può anche risultare poco utile, ma che in futuro potrebbe rivelarsi fondamentale. Come il ricordo di un concerto la cui musica evocava emozioni slavate di imminenza, di esizialità, di fine del mondo. |
Re: Non riconoscersi più.
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anche i comuni mortali possono (anzi devono) avere entusiasmo e gioia di vivere eh |
Re: Non riconoscersi più.
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Dunque io non ho mai assunto psicofarmaci di alcun genere, ma sto meditando di farlo. La tua mi sembra una cattiva propaganda, e credo che ci sia un po di mito al suo interno. Gli psicofarmaci non modificano permanentemente il cervello o il tuo "essere" (ho letto un libro sull'argomento). Ma se ti va raccontaci perché pensi che nel tuo caso abbiano avuto un effetto negativo... |
Re: Non riconoscersi più.
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Re: Non riconoscersi più.
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Psicofarmaci. Usi e abusi, verità e falsi miti, caratteristiche ed effetti collaterali l'ho trovata una lettura razionale ed imparziale. Mi ha sradicato un bel pò di pregiudizi sull'argomento. Consigliata a tutti. |
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