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Re: Quel Mostro di Depressione...
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Re: Quel Mostro di Depressione...
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Re: Quel Mostro di Depressione...
Marceline, ti capisco quando parli del lungo processo di maturazione cognitiva in relazione alla sofferenza interiore e al tirarsi fuori diventando più empatici e comunicativi con gli altri, ma penso che una rinascita, nonostante gli altri, sia nel tempo più efficace e duratura. Intendo dire che l'appoggio di qualcuno quando si stà veramente male è necessario, e probabilmente fondamentale; Ma la stampella/altrui usata come risorsa di vita sempre e comunque, può alla lunga risultare sofferente e faticosa.
Non sempre c'è l'aiuto quando ne abbiamo bisogno, e non sempre ci sono situazioni che prevedono l'aiuto esterno. La cosa fondamentale ovviamente è uscirne, ogni mezzo è buono, ma se a posteriori devo soppesare l'utilità a lungo termine, è meglio che i passi principali e l'iniziativa parta da noi stessi e non dagl'altri. |
Re: Quel Mostro di Depressione...
Si, se la compagnia una volta passata la depressione non'è una fatica immane e risulta utile, umoralmente parlando, va più che bene sfruttare il sostegno altrui, e darlo agli altri ovviamente, "socializzare" in una parola sola...
Quello che ci tenevo a sottolineare, è di responsabilizzarsi e rinforzare a palla l'autostima, perchè gli altri non sempre ci sono e le ricadute sono una bella gatta da pelare. Personalmente la stò vivendo così: sono guarito da depressione maggiore e fobia sociale, mi rimane però sempre un'ansia sociale relativa solo a certi contesti. Il fatto però di aggredire gli umori (anche fisiologici e normali) che tentano di riprendermi dal fondo mi è decisamente utile, fà sì che per contrasto, al posto che ascoltarli faccia l'esatto opposto, questo per quanto riguarda quelle situazioni che potenzialmente riesco a gestire. Conoscendo tutte le sfaccettature di ansia, umore negativo, stress ecc. - sò quando stanno arrivando e sò come rimediare e gettarle lontane prima, (cosa molto importante) che il pensiero si impadronisca della mente e la comandi...molto prima.. diciamo che ho sviluppato una certa empatia per questi stati d'animo, su di me e sugl'altri, quindi li percepisco e agisco, ripeto, anche ben prima che si trasformi in malinconia, tristezza, nervosismo, basta il pensiero. Poi tornando ai contesti sociali off-limits, ovvero ancora fobici, ci giro al largo, anche perchè non sono fondamentali per sopravvivere, ne per vivere a dire il vero. |
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