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Secondo avere diversi lati del carattere è un conto,
desiderare e allo stesso tempo disprezzare una cosa, essere dottor Jehkill e Mr Hide significa non accettare che ci sia una zona grigia che intacchi un certo "perfezionismo" nel bene o nel male. In questo c'è sicuramente la presenza di un ego molto forte e a dire la verità Giova infili nelle frasi una serie di iperboli (il più, sono i primi, sono io a fare 44 passi verso chi ha bisogno ecc.) che sembrano mostrarlo chiaramente :!: Detto questo condivido molte cose che hai detto ad esempio questo mi è capitato molte volte: Quote:
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ma anche a me la solitudine non crea disagio e anzi da solo me ne sto più che bene.
mi ritrovo davvero in molto.... sisi meglio soli che male accompagnati :lol: La verità è una ed è lampante: fossero tutti come noi il problema non sussisterebbe :twisted: |
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A me spiace che qualcuno (soprattutto eprsone che dimostrano di voler fare 100 passi - altro iperbole, ma è tutta roba voluta che uso nel linguaggio scritto per far capire estremizzando tutti i miei concetti - verso di me) pur volendosi avvicinare a me si senza in questo modo in disagio/intimorita e non riesce a comprendermi (non capendo se la mia sia misteriosità,freddezza,timidezza,paura ecc...ecc...quando la risposta più semplice sarebbe una: sono così). Il fatto è che comprendo che il "problema" (che poi non mi ritengo tale, ma semplicemente con un mio carattere particolare) non sono gli altri, ma io: cioè o meglio sono gli altri che non possono comprendere me pur sforzandosi. E' non è questione di cercare: ti posso assicurare di avere legami con persone tra le più dolci e sensibili al mondo, ma il problema sussiste; anzi più sono sensibili/timide (e quindi tendono a non fare la prima mossa) e più il loro timore/disagio si manifesta. Posso cercare anche tra 1 milione di persone, ma sono sicuro che tra quelle al massimo mi capirebbe (intendo al volo senza spiegazioni) una persona come AnimaSola e poche altre. Non è che gli altri non capiscono..e che con gli altri c'è bisogno di spiegare, di fermarsi e rallentare per dire "io sono questo e questo...sembra assurdo, ma ve ne rendete conto voi stessi; per questo però non significa che me ne freghi totalmente di voi, non vi voglia parlare o che abbia timori o qualsiasi altra cosa". Senza parlare gli altri spesso capiscono solo una parte di me... loro non cercano di inibire nessuno: ripeto non è presunzione o narcisismo, nè bisogno di mitizzare niente e nessuno, ma è un dato di fatto percebile--> per me sentono molto affetto,mi prendono al volo in certi aspetti, ma "purtroppo" per loro sono duttile in un modo incredibile (passo senza farmi problemi dai silenzi a parlare,ridere e scherzare). La prima impressione solitamente è: "stravaganza", "carattere pazzo", in realtà sono semplice io nel bene e nel male. Per accettarmi mi accettano anche troppo (e ripeto è un dato di fatto, alcuna presunzione), sia nei lati dolci,sensibili del mio carattere, sia quando ironizzo,parlo loquacemente; il blocco loro spesso avviene quando mi distacco io. Quando si ride e si scherza, magari l'attimo prima ti st oabbracciando e accarezzando, dandoti buffetti e l'attimo dopo osservo il gruppetto in silenzio pensando tra me e me E alla domanda "perchè?" la risposta è sempre la stessa "perchè ragazzi sapete che ho sti momenti in cui mi devo alternare...perchè sono così e non voglio forzarmi con voi...voglio essere me stesso nel bene e nel male ed io sono così". Il giudizio degli altri non mi interessa è vero: per me una persona può anche pensare "oh guarda...quel ragazzo o è pazzo o è sfigato o si fa troppe canne". Non mi tange (al massimo mi tocca se è un commento di una persona che "amo"--> ecco lì mi altero probabilmente). Ma la reazione al mio silenzio non è un giudizio...è un senso di ineguatezza (non mio, ma degli altri che non riescono a comprendermi fino in fondo--> che si rendono conto di stimarmi in tutto anche nei silenzi, ma solo quando essi non vanno oltre un sesso pratico di loro "normalità" ). Il problema sta lì. Non il perfezionismo, ma tutto sommato una sensibilità per gli altri/altruismo disinteressato. Mi spiace che una persona che fino al secondo prima mi salterebbe addosso riempiendomi di baci e abbraci un secondo dopo riesce a sentirsi inadeguata a capirmi,intimorita e imbarazzata per questa sua incapacità e questo mio atteggiamento. La stima/il rispetto non cala nemmeno nei momenti di silenzio (permane e lo si legge negli occhi), ma contemporaneamente si legge nei loro occhi anche una domanda "perchè?" a cui non riescono a dare una risposta. E questi sono discorsi che malvolentieri faccio e rifaccio; perchè prima o poi la domanda oltre che farsela nella mente sentono il bisogno di farla direttamente. Non giudicano nè me, nè loro...giudicano entrambi (la relazione tra me e loro): e le prime volte la reazione che suscito è "ma perchè con l'altra tua amica vai di baci e abbracci e con me un momento sei dolce e carino e il momento dopo non mi cag*i e stai in silenzio dopo 3-5 mesi che ci conosciamo?)....boh...è così...che te devo dire...mi hai preso nei momenti sì con l'altra mia amica, mentre con te mi alterno come sono solito fare con tutti/e. Il fatto non è forse nemmeno tanto che non comprendono...è che non possono adeguarsi: insomma li posso anche capire...sono in grado di passare davanti in silenzio, fissare e andare come non fosse successo nulla. Capisco che per qualcuno possa essere un ostacolo e motivo di disagio, timore... |
Sisi io ho esemplificato molto i concetti, ma è ovvio che esiste una difficoltà, pur volendo, nel capire l'altro: altrimenti non sussisterebbe nemmeno il problema se bastasse l'impegno per capirsi.
P.S: ah oggi ho chiesto a Dorian Gray e m'ha detto che sono a postissimo 8) |
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