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Re: Vita da selfie
sono convinto che fra qualche anno ci saranno parecchi nuovi disturbi di personalità dovuti all'uso sfranto dei social e di whatapp, tra cui il fatto che molti non riescono già più ad articolare un discorso di media durata e senso compiuto, ma parlano a monosillabi!
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Io ho trovato il modo di non avvelenarni l'anima: su Facebook gli "amici" che mi stanno sul piffero non li seguo, tanto basta cliccare sull'opzione apposita, e così non mi compaiono i loro post sulla home.
Anche a me capita di pubblicare qualche foto raramente, ma sono una parte insignificante rispetto a quelle che posseggo sulla memoria del pc o del cellulare. Il problema non sono gli autoscatti, ma il pubblicarli in maniera ossessiva per mettere la propria vita in vetrina sui social network. Invece non vedo niente di male nel farsi delle foto con gli amici e conservarle privatamente per ricordo. Ovviamente però quelli che si sparano la posa con la bocca a gallina vanno giustamente condannati, perché ridicoli. |
Re: Vita da selfie
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Re: Vita da selfie
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Il bisogno di sentirsi parte di un qualcosa di più grande è tipico dell'adolescenza, è una fase di passaggio quasi necessaria. Si cercano conferme in uno stile, una moda e si imitano modelli secondo il codice stabilito dalla corrente preferita. Poi gli anni passano, la vita ci definisce e le stampelle non sono più necessarie. Eppure di questi tempi vediamo tanti adulti ancora confusi. Insicuri. Ed ecco le millemila foto patinate dei profili, le frasi da staseragrandeimbriaghera :D , le bocche a culo di gallina, la ricerca compulsiva del commento favorevole. Qualcosa è andato storto durante il tragitto. Probabilmente queste nuove forme di comunicazione ci hanno spiazzato, regalando a tutti o quasi i famosi quindici minuti di (presunta) celebrità. E così capita di esagerare con il protagonismo e i social finiscono per essere delle nuove stampelle. Delle vetrine... ma nelle vetrine solitamente si collocano gli oggetti e non le persone. |
Re: Vita da selfie
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Re: Vita da selfie
Questi discorsi mi puzzano di "o tempora o mores" e un po' anche di volpe&uva.
I social media sono, per prima cosa, media. Le persone normalmente hanno quest'impellenza di comunicare, di connettersi con gli altri, di trasmettere i propri stati d'animo e di recepire quelli altrui. E' normale, umano anzi. Il linguaggio dei "selfie", delle foto, degli stati d'animo, è un modo attraverso cui alcune persone riescono a rapportarsi con gli altri, o tentano di farlo. Ecco, su questo secondo punto avverto un po' di malinconia, nel vedere certi status su FB sul genere "sto pranzando" o "vado a farmi una doccia", come il manifesto di persone che urlano silenziosamente la propria solitudine. Ma tolto questo punto (che alla fine è comprensibile), io dico che se queste persone riescono attraverso il media sociale a rapportarsi meglio fra di loro, ben venga. E non credo sia utile stigmatizzarne un uso che consideriamo non nostro, solo per questo motivo. Piuttosto, la cosa sensata da fare è non farsi condizionare dai comportamenti altrui, ma comportarci come sentiamo sia più consono al nostro modo di porci e di comunicare con gli altri. Non vi sentite di farvi i selfie? Ottimo, non fateli. Non volete vedere quelli altrui? Ottimo, smettete di seguirli. Non vedete il punto di facebook e affini? Perfetto, disiscrivetevi. Ma non bisogna applicare giudizi tranchant sugli altri, basandoli su un modo tutto vostro e peculiare di intendere i rapporti umani; modo che a mio parere non è univoco (per fortuna). |
Re: Vita da selfie
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Re: Vita da selfie
Ogni volta che vedo un selfie (più i soggetti inquadrati che i selfie in sé) rimpiango la moda della Macarena e i Los Locos
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Re: Vita da selfie
oggi pensavo che la prima ad aver inventato la posa della bocca a culo di gallina è la signorina silvani di fantozzi :mrgreen::mrgreen::mrgreen:
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