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Re: vergognarsi della timidezza?
No, non è una cosa della quale mi vergogno perché ritengo siano ben altre le cose di cui vergognarsi. Tuttavia la vedo come un peso, per via di tutti i limiti che mi impone.
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Re: vergognarsi della timidezza?
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Perchè se il fine è quello di nascondere il disagio per non passare come quello "a disagio"...alla fine il risultato che si ottiene è sempre quello di sentirsi a disagio! Che poi...vergognarsi di qualcuno non è molto carino. E lo stesso è vergognarsi di sè stessi. E' come un'offesa alla propria persona. E un'offesa è spesso una ferita nell'anima. Percui...forse dovremmo fermarci a pensare cosa comporta il non accettare anche le parti di noi che ci piacciono meno...e il rinnegarle facendo finta di non conoscerle! E questo è un promemoria anche per me stesa,ovviamente... :timidezza: Quote:
Ed è quello che ripetiamo ogni volta che in queste situazioni ci concentriamo troppo su di noi per apparire diversi da quel che siamo. Chi alla fine non si sentirebbe male se per oooogni pizza si dovesse affrontare un'aaaltro esame di maturità?!? Che poi...non è detto che l'essere timido significhi che tu sia chissà che brutta persona! Percui...bisognerebbe forse dirsi "ok,sono così! Fanpiffero ciò che pensano gli altri!". Ma so che non è semplice a fatti quanto a parole. Ci vuole pratica anche per questo,suppongo...e forse sarebbe più salutare far pratica per questo che per nascondere ciò che ci verrebbe spontaneo. Quote:
E ancora (scusate se sono confusionaria e mi dilungo spesso). Le conferme del fatto che gli altri possano considerarti una bella persona nonostante la timidezza arriveranno nel momento in cui permetterai agli altri di vedere ciò. Se si continua a "fingere" o a mascherare la nostra timidezza,come faranno gli altri a poterla vedere -e quindi in maniera positiva? La mia esperienza...che è tuttora in corso (XD)..è che sino a qualche tempo fa in pizzeria neppure ci entravo. Non ci passavo neppure davanti,se potevo. Pian piano ho fatto pratica con altre persone (purtroppo a volte entra in ballo anche il fattore c,si). Poi ho trovato una pizzeria tranquilla,non tanto affollata,e quando più mi sentivo in modalità "ci voglio provare",mi facevo una passeggiata e...se non c'erano troppe persone all'interno...entravo e chiedevo la mia pizza. Spesso chi stava al bancone mi chiedeva di ripetere,altre volte magari si saranno fatti delle domande su di me. Il più delle volte,pensandoci lucidamente,probabilmente non gliene importava una cippa e pensavano alle loro bollette da pagare. Pian piano ho imparato anche io a pensare alle mie bollette da pagare mentre aspettavo ed ero lì. Come ho detto,ancora non ci ho preso la mano. In questo periodo soprattutto. Ma ad oggi posso dire di aver fatto un enorme progresso in tal senso. Certo,mi limito alla mia pizzeria di fiducia. Percui,alien boy,forse tu sei pure più avanti di me,nonostante il disagio! :bene: Ma non avere fretta e non scoraggiarti. Non è un crimine essere timidi. E anche se il giudizio (più di noi stessi che esterno,in realtà) pesa...ricordati che comunque la tua pizza te la sei portata a casa! E questo significa che nonostante la timidezza sei una persona capace di agire e di raggiungere un obiettivo,no? |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Comunque alla fine la penso come te che è meglio accettare la timidezza e non vederla come qualcosa da evitare a tutti costi di far trasparire (ammesso che sia possibile ciò), avevo iniziato questa discussione proprio con questo pensiero. Solo che credo che qualche capacità di arginare certe manifestazioni emotive un po' impulsive non ci farebbe male, almeno in alcune situazioni. Quote:
Sulla domanda finale: dipende dall'obiettivo, finchè si tratta di andare a prendere una pizza ok :mrgreen: Comunque ti ringrazio e ricambio l'incoraggiamento. Anche a non cambiar pizzeria se la pizza è buona :D |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Gira e rigira spesso dipendiamo troppo dal nostro giudizio o da quello ipotetico degli altri più che da quello effettivo. |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Re: vergognarsi della timidezza?
La vergogna devasta la nostra autostima, quindi ci rende ancora più timidi.
Il fatto è che ci identifichiamo con il problema, quindi pensiamo di essere difettosi o sbagliati. Ma non è colpa nostra. Se mia madre da piccolo mi chiamava "mezza cartuccia" difficilmente avrei potuto sviluppare fiducia e senso di dignità... Si dovrebbe pensare di essere persone degne di rispetto e stima come tutti, invece si pensa di valere meno solo perché si ha un problema. I problemi li hanno anche i non timidi; magari uno ha la fobia dell'aereo, un altro è un maniaco dell'igiene, uno è aggressivo perché è stato menato da piccolo...nessuno ha il diritto di considerarsi superiore a noi. Certo che una volta che l'imbarazzo e il senso di inferiorità si sono radicati in una persona diventa difficile estirparli... |
Re: vergognarsi della timidezza?
L’attività di controllo, di monitoraggio di se e/o dell’ambiente, è una delle pratiche più disfunzionali cui ricorrono, in automatico, le persone timide e anche coloro afflitti da altre forme d’ansia sociale.
Questo mudus operandi della mente, alimenta l’ansia, l’auto percezione negativa, e condiziona i flussi dei pensieri negativi che passano per la testa. In pratica alimenta il circolo vizioso della timidezza [http://www.homomentis.it/tabelle_e_s...e-sociali.jpg]. Ma poi cos’è la timidezza? È un disagio di natura cognitiva che nasce dalla percezione negativa di sé, e caratterizzata dalla tendenza a interpretare comportamenti ed eventi in chiave negativa o preoccupata. Io credo che non sia tanto che ti vergogni, ma forse temi che la visibilità della tua timidezza, induca gli altri a giudizi negativi su di te. In un certo senso, il tuo pensiero emotivo e il tuo percepirti emotivamente, ti fanno sentire “sbagliato”. Probabilmente temi che questo percepirti emotivamente sbagliato, ti faccia anche sentire trasparente. Non ti vergogni della timidezza, ma dell’apparire “sbagliato”, impacciato, goffo. Forse tutto ciò ti fa sentire ancora di più non socialmente appartenente alla comunità o di appartenervi in modo sempre più precario. Forse ti preoccupa o spaventa la tua diversità per le conseguenza che ciò comporta. Dato che, però, sei una persona senziente, cogli anche la non funzionalità di questi meccanismi. Il problema è che quando sei preso da queste preoccupazioni, che sono emotive, quindi non il frutto della tua razionalità, finisci che non ti riesce di averne il controllo reale: controlli senza avere il controllo dell’attività di controllo. Ma essere timidi, non significa affatto essere sbagliati. Né il percepirsi inadeguati o sbagliati implica la sua corrispondenza con la realtà oggettiva. Una cosa è percepirsi o pensare di essere in un certo modo, altra è esserlo per davvero! Non bisogna dimenticare che il pensiero (e ciò che da esso scaturisce) non è la realtà: il pensiero è attinente al dominio della descrizione, non essendo la realtà, oltre non può andare. La realtà è ciò che oggettivamente è, non ciò che si pensa che sia. Dunque che tu sia timido, non c’è da vergognarsi, o da preoccuparsi, di essere ciò che si è. |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Ecco, cosa dovrei fare di preciso quando penso qualcosa che potrebbe turbarmi? Quote:
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Re: vergognarsi della timidezza?
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Comincia a distinguere i fatti puri e semplici (quelli materiali) dall'impressione che ne hai ricevuto, da quello che hai pensato, dalle emozioni che ti hanno provocato. Metti tutto nero su bianco, che ti aiuta a comprendere quanto siano emozionali i pensieri che hai. Quote:
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Re: vergognarsi della timidezza?
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Il punto è che non saprei dire quali siano i pensieri corretti e quali quelli non veritieri senza utilizzare ciò che ho appreso dalle esperienze precedenti. Se passo davanti a un gruppo di ragazzi e mi vedo non disinvolto nel camminare e magari sento mormorare tra di loro, dovrei pensare ad esempio che stanno parlando di cose che riguardano loro e non di me. Questa ad esempio sarebbe un'interpretazione alternativa. Poi però ci devo credere e non devo ascoltare la parte 'emotiva' che però è basata come ho già detto sul vissuto precedente. L'interpretazione alternativa parte svantaggiata :nonso: Quote:
Il vantaggio potrebbe essere che mi organizzo in modo diverso, di ricordare a me stesso di adottare dei comportamenti e di avere dei pensieri diversi da quelli avuti precedentemente. |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Non sono esempi validi per interpretare la realtà, ma sono, semmai, esempi di come ti sei autocondizionato. Quote:
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Re: vergognarsi della timidezza?
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Re: vergognarsi della timidezza?
@maralgiu
però sembra che debba partire dal presupposto che un giudizio negativo non possa esserci, invece non è così. Le persone vengono giudicate in base a come si comportano e a come appaiono. Perciò non è sempre 'emotiva' l'interpretazione, bisogna capire quando il pensiero è irrazionale e quando invece può avere rispondenza con la realtà. Bisogna poi considerare che c'è spesso una valutazione pregressa delle persone, sulla base della conoscenza che si ha di quella persona da diverso tempo, e che quindi l'immagine che si è creata non è facile da cambiare, non si cambia certo negando che ci sia (quell'immagine). Sulla parte del riconoscere la possibilità di non successo dei tentativi sono d'accordo. |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Allora permettimi ti porti delle domande:
:pensando: |
Re: vergognarsi della timidezza?
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Re: vergognarsi della timidezza?
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