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Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
In genere no.. di solito mi mostro come sono, anche se certe volte nascondo certi pensieri e emozioni perché ritengo sia giusto così.
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Me lo dico praticamente sempre.
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Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Si me lo dico, e funziona solamente quando dietro c'è un pò di autostima costruita precedentemente.
Altrimenti devo fare altro per non permettere ai pensieri negativi e autoavvilenti di succhiarmi lentamente. Se ho l'autostima intatta o quasi, funziona perfettamente: Mi ha detto che non non valgo nulla, sono una merda? Se c'è l'autostima intatta, posso pescare da lei e rispondere ad esempio, "è invidiosa/o e rafforzare questa tesi con ottime argomentazione che mi portano a crederlo veramente ed a distruggere il pensiero negativo dell'altro su di me. Diversamente non troveremo mai un'esauriente o convincente ipotesi di contrasto al pensiero negativo altrui attribuitoci. |
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Noi non siamo nè quello che pensano gli altri nè quello che pensiamo noi di essere.....a volte servono anni per scoprire chi siamo realmente , a volte tutta una vita, a volte non basta manco quella....
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Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Sì. Finché parliamo di rapporti d'amicizia o familiari riesco ormai ad essere me stesso quasi del tutto; insomma, non parlerei ai miei amici del mio essere qui sul forum, ma per il resto quanto sostengo in questo spazio lo affermo anche al di fuori e sono la stessa, identica persona in entrambi i contesti. Quando invece mi lego affettivamente, entra in gioco quel complesso di insicurezze che mi fa trascurare i miei bisogni in nome di quelli altrui e a tenere un comportamento "perfetto", quando magari dentro di me sono a pezzi. Ma è comunque colpa mia, perché tendo a scegliere persone così prese dai propri problemi da non considerare che possa averne anche io, o da rendersi conto del sacrificio che faccio per spendermi anche a loro favore, e puntualmente il rapporto si risolve in un inseguimento in cui lentamente mi dissanguo, sempre più consapevole che quel che sono non sia stato realmente compreso perché mancava a monte l'interesse a condividere qualcosa, piuttosto che a ricevere soltanto.
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Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
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Oppure un consiglio pratico: ho ripescato le pagelle delle elementari e delle medie e mi sono riletto i giudizi delle maestre. Ho riconosciuto un paio di tratti della mia personalità! Quote:
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Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
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Io potrei sentirmi bene nel far sesso con degli animali, un'altra persona invece potrebbe ritenere questa parafilia roba da pervertiti. Ma non è mica vero che l'astio dell'altro dipende dal fatto che non si è comunicato bene qualcosa di sé in casi del genere, anzi si creano questi attriti proprio perché si mostra apertamente chi si è. Non so davvero cosa convenga fare in generale, mi sembra che sia una boiata sia mostrare parti di sé, preferenze, idee in modo non problematico ed ingenuo, rendendo disponibili queste informazioni a tutti (quando si sa bene che questa cosa qua potrebbe produrre reazioni piuttosto violente in svariati contesti) che vivere facendo finta di essere "un altro" cercando di nascondersi sempre nel tentativo di prevenire le reazioni più negative e distruttive (Bene vixit qui bene latuit / Bene visse chi ben si nascose :mrgreen:) Forse bisogna trovare un buon compromesso. Io comunque non l'ho ancora trovato. |
Sempre. Ho il timore che gli altri mi vedano stupida, antipatica e con poco da offrire, ed è la cosa che più mi fa detestare la mia fs.
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Penso che nessuno mi abbia mai capito davvero
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Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Sarebbe strano il contrario. :nonso:
La percezione che gli altri hanno di noi, si basa sul carattere e il modo di vedere altrui. Su di me, ci sono diverse idee ad esempio, non tutte coerenti con la realtà dei fatti, ma sono un insieme tra il mio modo di rapportarmi in diverse situazioni e la percezione personale di ognuno. Chiaro che dipenda anche dal rapporto che si ha, una conoscenza superficiale sarà incompleta rispetto ad un'amicizia piú stretta o ad un altro tipo di rapporto (famiglia, fidanzato/a, colleghi di lavoro, etc). |
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Sono del parere che piu si conoscono persone, piu si fanno esperienze, piu si frequentano ambienti nuovi tanto piu ci si rende imperturbabili a cio che puo pensare la gente di noi, ma anche a cio che noi pensiamo di noi stessi.
Si diventa piu consapevoli. Quando leggo e sento "fregatene che la gente dice e pensa un sacco di minchiate".... Ecco, queste si che sono perle di saggezza:bene: |
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
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Se scrivi un libro e lo scrivi davvero così come lo volevi scrivere proprio in base alla tua cultura, te stessa, quel che conosci e tutto il resto e questo libro non piacesse davvero a nessun altro nonostante sia stato promosso e pubblicizzato come tanti altri libri, magari stai male per la mancata condivisione di qualcosa che ti appartiene e non a causa del fatto che non hai espesso o trasmesso quel che avevi intenzione di trasmettere scrivendo questo libro. Puoi fregartene davvero della mancata condivisione quando la fetta che condivide è abbastanza ampia e non troppo risicata, in caso contrario iniziano i problemi, e si tratta di problemi che non hanno vere e proprie soluzioni, bisogna poi trovar compromessi e limitare o modificare l'espressione di sé affinché il libro risulti vendibile e condivisibile, ma questa operazione non rappresenta più un'operazione di semplice "traduzione" dei contenuti, rappresenta un'operazione di adattamento dei contenuti del libro all'ambiente affinché risultino condivisibili. Si scrive un libro sia per esprimersi che per condividerlo (in genere si cerca la soddisfazione di entrambi gli obiettivi, poi se lo si vuol far per professione, va be' si cerca anche di guadagnar qualcosa), ora però le due cose potrebbero andare facilmente in conflitto in svariati casi. Se si raggiunge perfettamente il primo obiettivo potrebbe fallire il secondo e viceversa. Fuor di metafora il contenuto del libro ancora non scritto rappresenta quel che si ha intenzione di esprimere, mentre tutti i mezzi capaci di esprimere questo contenuto sono il libro. Se ci fosse in gioco solo l'obiettivo di esprimersi, non verrebbero mai a crearsi conflitti di questo tipo, ma in generale non è così. |
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
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Concordo con myway... cmq ormai cerco di essere "me stesso" in qualunque contesto. Non ha senso tentare di nascondere ciò che cmq verrebbe a galla nel giro di poco. Meglio essere "sciolti" fin da subito. Più si ricerca la perfezione e più si risulta imperfetti
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Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
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"Sii spontaneo" hehehe... Il bello è che questa cosa spesso viene richiesta. |
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
Molte, moltissime volte. A volte penso anche che sia colpa mia, per il fatto che tendenzialmente metto una maschera davanti agli altri, cerco di non far vedere quello che non vorrei vedessero, odio sentirmi debole e allo scoperto ma dall'altro lato credo che sia colpa degli altri. Colpa degli altri perché una volta che istauro delle relazioni d'amicizia dovrebbero comprenderti un po' di più, bene o male poi cerco di essere me stessa ma la maggior parte del tempo sembra che gli altri ti ci mettano l'etichetta addosso e non guardino oltre.:testata:
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Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
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Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
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Se un'altra persona le sganciasse davvero puzzette in pubblico sarebbe più sé stessa di te che decidi di non sganciarle per certi motivi? :nonso: Io potrei immaginare di aggredire qualcuno e poi trattenermi, ma anche questa cosa qua rappresenta in fin dei conti un atteggiamento che definisce chi sono e mi fa distinguere da una persona che non si trattiene in certi contesti e non regola questi modi di fare in relazione a certi parametri. O fare tutto quel che si immagina di fare e che passa per la testa in ogni contesto rappresenta un aderire a quel che si è? Questo "esser se stessi" io non ho mai compreso davvero cosa possa significare, so solo che si agisce in certi modi per dei motivi, al più si può cercare corsi d'azione e modi di fare che nell'insieme ci facciano star meglio, ma lo stesso questo processo qua mi sa che non svela una qualche essenza nascosta, al più svela le nostre preferenze attuali. Per questo io penso che sempre e comunque si è chi si è e non sono mai stato tanto in disaccordo con chi sostiene che "si diviene quel che si è", anche davanti agli altri e anche quando si mente (in quanto mentitori) si è quel che si è, la differenza può consistere in certe circostanze solo nello star meglio o peggio. Dicendo delle bugie può essere che si innescano una serie di conseguenze sgradevoli ed in seguito valutando i pro e i contro si decide di non mentire, ma nel momento in cui si mentiva a mentire sempre noi eravamo e sempre noi eravamo a non conoscere le conseguenze, non altri. Facciamo un esempio. Se io oggi non so guidare l'auto e questa cosa produce nella mia esistenza una serie di disagi, alla fine è vero che adesso non sono capace di farlo, ma se casomai un giorno imparassi a guidare e stessi meglio proprio per questo non credo che questa cosa debba rappresentare un'adesione ad un me stesso più vero (supponendo che questa competenza ci fosse già stata a monte e non la si fosse costruita strada facendo) o che ieri questa competenza era già presente da qualche parte dentro di me, ieri ero diverso ma comunque ero me stesso anche se non sapevo guidare e per questo provavo una serie di disagi, oggi, che sono cambiato e sto meglio perché ho imparato a farlo, sono sempre e comunque me stesso. Da bambino quando avevo paura del buio ero io, adesso che non ho più paura del buio non sono diventato "più me stesso" di ieri. |
Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
circa una decina di volte al giorno
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Re: ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano
"ti sei mai detto: non sono quello che gli altri pensano"
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