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Re: Ricevo un rimprovero e drammatizzo. Perché?
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In effetti alcune osservazioni erano ingiuste, ma l'ho capito dopo. Ma è meglio non tornarci su. Non serve a niente, perché per seguirebbe un obiettivo esistenziale, mentre il preside mi ha dato dato direttive concrete riguardo l'insegnamento, che è lo scopo del mio e del suo lavoro. Ammetto che ha ragione ed è bene che sia intervenuto, correggendomi. Mi basta applicare: in fondo obbedire è più facile che dover decidere. |
Re: Ricevo un rimprovero e drammatizzo. Perché?
Una spiegazione al fatto che mi sento un po' terremotato dentro è questa:
sono una persona sempre molto scrupolosa e corretta, sempre attenta a non ledere altri. Quindi ho questo concetto di me. Se qualcosa o qualcuno lo infrange, si verifica una specie di effetto domino dentro di me. Mi vergogno come un ladro. E direi che la vergogna è il sentimento prevalente. Ora che la scrivo, mi rendo conto che è una fragilità. A livello personale, farei bene a rafforzarmi. Ma mi è chiaro che i sentimenti di colpa e vergogna, l'ansia e le preoccupazioni, le paure eccessive, non servono a risolvere i problemi. Agli altri, studenti, preside e genitori, non interessa quello che provo, ma quello che faccio. E alla fin fine, neanche a me dovrebbe interessare quello che provo, ma quello che faccio. |
Re: Ricevo un rimprovero e drammatizzo. Perché?
Quote:
Capita! Solo chi non fa un cazzo non sbaglia mai. Però te ne rendi conto da solo che questa eccessiva preoccupazione non ti aiuta. Di certo non ti aiuta a non commettere errori. Ne commetterai altri, te l'assicuro! La prossima volta che ti succede, ricordati di quanto ti sto dicendo. Non pretendere la perfezione da te. Cerca di fare del tuo meglio, chiedi dove non sai a chi può saperne più di te, scusati se sbagli, e andrà tutto bene :) |
Re: Ricevo un rimprovero e drammatizzo. Perché?
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Capita di ledere gli altri e molto probabilmente capiterà ancora, nel tuo caso per colpa e non per dolo e perché tu, io, nessuno è perfetto. Quote:
Questo però non significa che devi diventare un robot senza emozioni sul lavoro: semplicemente non ti devi far fagocitare dalle ansie, sulla base del principio che ci sono elementi ingestibili da parte tua. Poi, nulla vieta a terzi di farti un "favore" e venirti incontro modulando le reazioni sulla base della tua emotività, se questo è d'aiuto per l'efficacia del tuo lavoro e del risultato. |
Re: Ricevo un rimprovero e drammatizzo. Perché?
Grazie per questi due ultimi post molto assennati
. Certo che se un errore che in fondo può capitare anche a un collega (e capita...), in un contesto di umana fallibilità, non è da vedersi come un drammone. Se invece confondo la mia correttezza e scrupolosità per garanzia d'infallibilità, son dolori. Oggi, tuttavia, sono tornato volentieri a scuola, conscio del fatto che una difficoltà è meglio affrontarla, come stai stai, che non evitarla. Solo il banco di prova mi può rassicurare, non le congetture. Ultimo, ho parlato con più amici di questo mio fallimento. E' bello parlare dei successi, ma forse è bene "vantarsi" anche dei fallimenti. Primo, hanno sdrammatizzato, perché cose simili sono accadute a loro. Poi io nel lamentarmi , ho organizzato il mio pensiero: una cosa è quando frulla per la testa, una cosa è spiegarlo in modo che l'altro capisca. Comunque l'altrui empatia è una forza buona che non posso darmi da solo. Compresa la vostra |
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Re: Ricevo un rimprovero e drammatizzo. Perché?
Beh ragazzi, l'ipersensibilità alle critiche non è una cosa che si cura in un giorno. Non abbiamo la sfera di cristallo, ma possiamo imparare dal passato: "com'è andata a finire quell'altra volta? Sono morto? Son stato capace di riparare? Ci sono state conseguenze gravi?"
Ma dribbliamo il groviglio dei pensieri. Una critica anche severa , con la maggior pena, sta in un giorno. Il giorno dopo è già diverso e conterrà altre cose, altre scelte, altre esperienze e... altre pene. Perché voler rivivere il giorno di ieri, nell'oggi? Se ieri ho capito i miei errori, e oggi inizio a porre rimedio, oggi è il giorno della riparazione, non del pianto. Ma se un giorno è il giorno del pianto, piangiamo, perché ci tocca, giusto o sbagliato, meritato o no, soggettivo od oggettivo. Domani è sempre diverso. |
Re: Ricevo un rimprovero e drammatizzo. Perché?
Faccio un esempio. Una mia cara amica si suicidò dopo cena. La figlia l'indomani doveva discutere la sua tesi di laurea. Ebbene la ragazza discusse la tesi.
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Re: Ricevo un rimprovero e drammatizzo. Perché?
@ Dedalus e Marco Russo,
scusate se m'intrometto per un istante nel vostro scambio non troppo cordiale, fatto in chiave esistenziale. Lo faccio perché è pertinente con il mio stato attuale. Mi spiego: tutti faremmo bene a imparare a "litigare correttamente", cioé a sanzionare le azioni, le idee espresse dall'altro, ma non l'altro personalmente. Una "lite corretta" può aiutare anzi a risolvere i problemi. (p.s.: non è una critica, ma solo un esempio, peraltro comunissimo) |
Re: Ricevo un rimprovero e drammatizzo. Perché?
La strana equazione.
Succede questo, che ricevo dei rimproveri dal capo e mi riempio di ansia, preoccupazioni e timori esagerati. "E l'equazione?" mi domanderete. E' questa: misuro la gravità del fatto in proporzione all'ansia che provo. Cioé non provo neanche a misurare il reale peso dei fatti, ma invece deduco che: "se sono così in ansia e preoccupazione, allora il fatto sarà certamente molto grave". Ebbene, quest'equazione è falsa: bisogna che io valuti prima la reale natura ed entità dei fatti per quello che sono. - Non è il mio stato d'animo che deve stabilire la gravità di un fatto. - Ma è l'analisi fatto che deve stabilire un più giusto e proporzionale stato d'animo. :) |
Re: Ricevo un rimprovero e drammatizzo. Perché?
Ma alla fine. Alla fine, cos'è che mi rode davvero?
Tutti questi miei ripercorrere i fatti e preparare difese preventive, cioè giustificazioni nel caso fossi riconvocato! Ora si, sono preparato. Sapete a dire cosa? "Buongiorno!". Ebbasta! Vaffanqulo! |
Re: Ricevo un rimprovero e drammatizzo. Perché?
Ma alla fine. Alla fine, cos'è che mi rode davvero?
Tutti questi miei ripercorrere i fatti e preparare difese preventive, cioè giustificazioni nel caso fossi riconvocato! Ora si, sono preparato. Sapete a dire cosa? "Buongiorno!". Ebbasta! Vaffanqulo! Manco fosse Il Processo di Kafka... |
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