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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Mettiti nei panni di un selezionatore che per dieci posti riceve 500 curriculum. Li leggeresti tutti e 500, per poi fare 500 colloqui individuali? Chi seleziona non è né stupido né cattivo. Semplicemente, l'informazione sulle qualità dei candidati è molto costosa, e a volte inconoscibile a priori. E dunque ci si basa su proxy, per quanto imprecise. Se sei in vacanza e devi scegliere un ristorante (in assenza di "raccomandazioni" di qualcuno di cui ti fidi), che fai, entri in tutti e chiedi di parlare con i cuochi, o ti basi su segnali superficiali (attrattività del nome e dell'insegna, bellezza del locale, ecc.)? |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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L'università e il mondo del lavoro sono completamente diversi, così come è diversa l'università e la ricerca stessa, che si svolge all'interno delle accademie. Il percorso scolastico è un percorso tracciato: non devi fare altro che seguire le tracce. Non produci nulla di nuovo, devi solo acquisire conoscenze e con determinati step. Quote:
Ci saranno alcuni lavori dove senz'altro il CV svolge un ruolo assai funzionale e discriminante, ma ripeto che avere 24 anni o 35 non fa alcuna differenza: conta solo la preparazione e la voglia di fare. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Per fare ricerca all'interno delle accademie, poi, è risaputo che tempi e luoghi di laurea e dottorato non contano, ma solo competenze e voglia di fare, che sono con questi del tutto incorrelati. Infatti al MIT è pieno zeppo di ex-fuoricorso dell'Università di Reggio Calabria. Gli istituti finanziari, in tutta Europa, prevedono un'età massima per l'assunzione in profili junior di 26 anni. Evidentemente sono tutti nati e cresciuti in Italia. Il CV non è sufficiente per esprimere le proprie doti, indubbiamente (non leggere nelle mie parole quello che non vi è contenuto). Infatti nessuno assume solo sulla base di esso. Viene però usato universalmente per discriminare ex-ante tra i possibili candidati. Aggiungo, che non vorrei apparire troppo pessimista. Quanto detto naturalmente non significa che non si possa far nulla: alcuni titoli hanno valore, per le competenze che certificano, a prescindere dall'età (entro certi limiti). Vi è poi pur sempre la possibilità di aprire attività in proprio, o di riuscire in qualche modo a superare la prima fase di selezione, per poi giocarsi le proprie carte. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Ad ogni modo, 35 anni non sono l'età prossima alla pensione. Invece tu credi che il 35enne sia una sorta di vecchio fuori dal mondo ed è una assurdità, nonché un luogo comune tutto italiano. Quote:
Esistono tantissimi dottorandi che intraprendono tale percorso anche ad età più avanzate. Poi l'esempio del MIT è del tutto fuori luogo, dato che non si fa ricerca solo al MIT e tu hai citato un posto di eccellenza. Quote:
Ribadisco però che in Europa, in generale, avere 25 anni o 40 non fa molta differenza: è uno dei motivi per il quale all'estero cambiare lavoro è la norma, mentre in Italia, spesso e volentieri, il primo lavoro è anche quello che avrai per tutta la vita. Quote:
Direi che più che pessimista, hai la testa piena di troppi luoghi comuni. PS In Scandinavia ci sono tantissimi studenti universitari over 30. Non dimentichiamo che esistono svariati esempi di persone che hanno avuto carriere scolastiche non esaltanti ma hanno avuto grande successo nel lavoro: Steve Jobs, Marco Travaglio (si è laureato a 32 anni), Bill Gates (non è laureato), tanto per fare tre nomi. PPS Ah, non dimentichiamoci che l'età media dei laureati in Italia non mi pare così bassa e, inoltre, prima della riforma universitaria il laureato medio in Italia era 30enne. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Siamo fottuti, ma non per le parole del vecchio scemo
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Chi non perde tempo invece dopo i 23 anni è fregato a morte. :bene:
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Comunque, il discorso è assai complesso. In estrema sintesi, da una parte abbiamo un'imprenditoria italiana che è strutturalmente diffidente nei confronti dei laureati (il 99% delle imprese italiane sono PMI per lo più guidate da imprenditori che non hanno mai messo piede in un'università), dall'altra parte abbiamo un'università italiana che storicamente è sempre stata più interessata a fornire agli studenti una cultura accademica piuttosto che una preparazione spendibile sul mercato del lavoro (le cose hanno cominciato a cambiare con l'introduzione delle lauree triennali, ma c'è ancora tanta strada da fare). In mezzo, come tra incudine e martello, ci sono gli studenti universitari. Comunque, caro Belacqua, ti consiglio di non struggerti più di tanto. E' inutile, anzi dannoso, stare a rimuginare sugli errori passati. Puoi solo cercare di dare il meglio di te in futuro, e poi que sera sera. Io comunque resto dell'idea che si lavora per vivere, non si vive per lavorare. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Non era affatto mia intenzione deprimere nessuno..anche perchè il primo ad esserlo sono io.....
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
Per quanto riguarda l'età media dei laureati, anno per anno vengono pubblicati i risultati di sondaggi su AlmaLaurea. Prova a guardare lì.
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Guarda che pure io ho affrontato questa cosa deprimente, perché anche io ho avuto problemi con l'università. Anche io rimpiangevo il fatto di non essere riuscito a laurearmi a 23 anni. Questa cosa l'ho superata nel momento in cui in una maniera e nell'altra sono venuto a conoscenza di tante gente che per vari motivi si è laureata ben oltre i 23 anni. Tutta questa gente non era depressa; perchè mai avrei dovuto deprimermi io? |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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Caro Belacqua, innanzitutto benvenuto nel club: anch'io sono in consistente ritardo, e non per mie incapacità ma perché non abbiamo tutti una salute di ferro. Prova a leggere qua: http://dottornomade.com/?p=758 Lettura caldamente consigliata a tutti. Ribadisco che quanto da me detto è tutto vero. Ho parecchi colleghi che hanno intrapreso un PhD e hanno colleghi a loro volta più grandi di loro, anche di 10 anni. Che in scandinavia ci siano tantissimi universitari over 30 è altrettanto vero, così come è altrettanto vero che la carriera lavorativa di un tedesco o americano è molto più ricca di alternative di quella di un italiano, dove quest'ultimo spesso non ha possibilità di cambiare lavoro. Impara l'inglese, imparalo bene. Studia anche un'altra lingua e coltiva i tuoi interessi: se in Italia hobby come la traduzione di testi antichi o suonare pianoforte sono visti come una perdita di tempo, altrove queste qualità fanno risonanza con il merito. |
Re: "Chi ha perso tempo dopo i 23 anni è fregato a vita"
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