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Re: Esperimento: socializzare coi colleghi di università
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Re: Esperimento: socializzare coi colleghi di università
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In passato (20 anni e più fa) mi capitava.. abbastanza casualmente.. senza grosso impegno o fatica da parte mia.. di riuscire, nonostante i problemi, ad avercele delle interazioni (anche se superficiali e limitate) con qualcuno .. sul lavoro ad esempio.. cioè, la gente almeno mi vedeva, non ero del tutto invisibile come se non esistessi proprio.. ma ora......... :miodio: |
Re: Esperimento: socializzare coi colleghi di università
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Cioè che qualunque cosa fai o scrivi non ricevi comunque considerazione. Dipende da cosa scrivi. Che scrivi cazzate o cose interessanti devi COMUNQUE incontrare i gusti del "pubblico". Altrimenti, anche se scrivi cose belle e valide, ti ignorano. Non basta partecipare: bisogna essere in grado di suscitare interesse..è sempre lo stesso problema, come nella vita reale, solo gli strumenti cambiano. |
Re: Esperimento: socializzare coi colleghi di università
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Re: Esperimento: socializzare coi colleghi di università
Bravo Genesis.
Io ho notato che personalmente mi sono sempre sentito più a mio agio (o meno a disagio) all'università rispetto ad altri luoghi di socializzazione. Da una parte, e questo vale per tutti, all'università ci sono più appigli per iniziare a parlare; dall'altra credo che l'ambiente universitario mi mettesse addosso una certa adrenalina che mi dava l'energia per parlare. Forse perché si discuteva di studio, che è sempre stata la mia comfort zone per eccellenza (l'attività che mi riesce meglio dopo correre e dormire, ciò che tuttora vorrei fare invece di dover lavorare). Su quegli argomenti, su come affrontare un esame e quale libro comprare, non mi sentivo in difficoltà, e d'altra parte non vedevo altre possibili minacce all'orizzonte, quindi parlavo tranquillo. |
Re: Esperimento: socializzare coi colleghi di università
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Re: Esperimento: socializzare coi colleghi di università
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Questa è una paura introiettata, ce l'avevo anche io, immagino dipenda dagli sfottò delle elementari/medie, "tizio va dietro a tiziaaaaaaa! :sarcastico: " e baggianate simili. Persone più sensibili o rese fragili da numerosi episodi di perculamento hanno introiettato questa paura, mentre altri ragazzi sono cresciuti elaborandola e abbandonandola. La verità è che alle ragazze tendenzialmente dispiace che i ragazzi non parlino con loro, o che ci parlino ma tenendo metaforicamente le mani alzate (ad esempio ribadendo implicitamente o esplicitamente che non ci stanno provando... che poi, come se ci fosse del male in questo :interrogativo: ). La dimostrazione ce l'ho avuta in diversi raduni dove le forumiste faticavano a trovare qualcuno con cui parlare. Consigli su come superare questa paura non te ne posso dare, ma se tieni a mente che è una tua paura irrazionale e immotivata, e che i discorsi che possono interessare ad un ragazzo potrebbero interessare anche ad una ragazza, il giorno che capiterà il contesto giusto magari ti verrà di lasciarti andare, senza doverti forzare a cercare la cosa. |
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