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Re: Depresso
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Re: Depresso
muttley, se uno ha problemi sociali, come può non dare la colpa alla società??
Pensi che uno ci nasca disagiato? Mah. |
Re: Depresso
Quest'anno ho provato a migliorare un po' sforzandomi di fare attività, di fare nuove amicizie. Per certi versi ho sprecato tempo, per altri no. E non voglio più sforzarmi per qualche tempo. La malinconia è parte intrinseca di me e non posso farci nulla.
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Re: Depresso
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Re: Depresso
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Re: Depresso
quando sei depresso veramente manco il pc accendi e sopratutto non scrivi o parli sui forum , nn è una critica a te , dico solo quello che penso .
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Re: Depresso
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Re: Depresso
Quali sono le colpe di questa società? Sono esistite in passato società migliori per un fobico/introverso? Come dovrebbe cambiare la società in meglio per colmare i disagi dell'introverso medio?
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Re: Depresso
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Re: Depresso
La mia domanda però è la seguente: è mai esistita una società maggiormente orientata al riconoscimento della diversità dell'odierna società occidentale? Riconosco i limiti e gli ampi margini di miglioramento restanti, ma è mai esistita un'epoca migliore sotto questo punto di vista? Non sono forse stati compiuti passi in avanti anche negli ultimissimi anni? Non è il caso di riconoscerli?
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Re: Depresso
Gran parte dell'introversione è maggiormente causata da questa società e dai suoi valori, rispetto che da altre. Nelle società primitivo-comuniste esistevano tante piccole comunità (anziché società), dove si operava per il bene comune e bene o male tutti erano ben integrati all'interno di queste. Le società successive, quella schiavistica, quella feudale e quella capitalistica erano fortemente caratterizzate dal conflitto fra due classi. Noi ora viviamo nella società post-capitalista, dove prevale la prevaricazione individuale a dispetto degli altri e del bene comune, la società forma tanti piccoli individualisti spietati pronti a fare di tutto per accrescere il proprio prestigio, il proprio reddito ed il proprio potere. E' anche normale che qualcuno non si riconosca minimamente nei malati valori e rifiuti i meccanismi di questa società, finendo a trovarsi in conflitto con essa, cercando di combatterla in un primo momento, per finire poi a rinunciarci ed a limitarsi ad alienarsi da essa.
Per me, l'introversione è alienazione e questa è la società che ne provoca di più. Chi vorrebbe riuscire ad essere come gli altri, ma non riesce ad integrarsi, lo considero semplicemente un incapace, che viene posto alla base della piramide sociale, della quale io, alienato, sono estraneo. |
Re: Depresso
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Del resto è anche comprensibile, voglio dire non è facile capire certi nostri comportamenti, interpretare certi stati d'animo, è quindi giusto che stia a noi fare lo sforzo per farci capire, ma è talmente faticoso che il più delle volte finiamo per rinunciarci in partenza.... Devo anche dire che a differenza di quanto ingenuamente credevo in passato, non è nemmeno scontato trovare questa comprensione tra persone che vivono lo stesso disagio, le stesse difficoltà. |
Re: Depresso
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Re: Depresso
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"Se non state bene è perché non volete star bene" è la formula magica che usano le persone come te, ed io non la condivido affatto questa formula magica (morale) qua. E in quel "non volete" si nasconde tutto il rimprovero morale sociale col ditino alzato che è la prima forma di non accettazione (rappresenta un "ti accettiamo solo se"... Ma l'accettazione sociale dov'è se si pongono condizioni così marcate? :nonso:). Tu pensala come ti pare, io comunque continuerò a pensarla come pare a me. |
Re: Depresso
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l'introversione propriamente detta è una caratteristica della personalità e non è né causata dalla società né di per sé fonte di malessere e non sempre implica l'essere impacciati con gli altri. In questo forum spesso si chiamano introverse persone con una personalità estroversa che essendo troppo timide o fobiche che non riescono ad integrarsi come vorrebbero. |
Re: Depresso
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L'introverso medio se si adatta paga con i sensi di colpa perche' mortifica la sua natura docile. Se invece rifiuta tale modello si isola e patisce la solitudine e l'esclusione. Trovare una via di mezzo che integri alcuni aspetti e ne rifiuti altri e' possibile ma difficile. Quote:
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Re: Depresso
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Quello che tu definisci come "compito tecnico" (come se ci fosse una regia superiore a stabilirlo) in realtà consiste nel fatto che i genitori trasmettono ai figli in sistema di valori che gli ha permesso di ottenere un certo benessere e di essere accettati socialmente, quindi sperano che il figlio faccia altrettanto. L'inadeguatezza della famiglia, se proprio vogliamo metterla in questi termini, è dovuta al fatto che il sistema di valori cambia continuamente, quindi può succedere che vengano trasmessi valori non compatibili in determinate situazioni. Questo secondo me è un falso problema; per quanto possa influire o no la famiglia ognuno impara la vita a proprie spese. Il problema in realtà non è la famiglia di per sé ma è la cultura borghese che definisce uno stile di vita ben preciso al di fuori del quale si viene esclusi |
Re: Depresso
Nelle societa' primitive (alcune tuttora sopravvissute alla furia coloniale) consideravano il figlio un membro della comunita' che tutti dovevano "accudire". In alcuni di questi gruppi tribali addirittura il termine 'madre' viene utilizzato in riferimento a tutte le donne del villaggio.
La famiglia nucleare a cui tu ti riferisci non e' nient'altro che un prodotto storico proprio della borghesia che ha ristretto alla cerchia dei familiari piu' stretti il compito di educazione. Ed e' chiaro che due sole persone hanno risorse ben limitate (le depressioni post-partum delle giovani madri sono un esempio drammatico del problema). Comunque i sistemi di valori trasmessi e introiettati si trasformano inconsciamente in un debito (anche per mezzo dell'affetto) nei confronti delle figure di riferimento adulte. Piu' o meno e' cosi' che ci si conforma alle norme pre-stabilite. Per metterle in discussione criticamente serve anche un'attrezzatura culturale adeguata altrimenti la vita che impari a suon di calci in bocca ti imbruttisce (o ai piu' disgusta e deprime) e basta. |
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