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Re: Amministrare la Depressione
Ciao Devilinside,
bene che hai smesso i farmaci. Perché vuol dire che stai bene. Però ti sconsiglierei di smettere la terapia, nel senso dei colloqui. Ogni sei mesi - mettiamo - un controllino dallo psichiatra, è bene farlo lo stesso. Il medico non darà dei farmaci, ma ti dirà "ok". Ma se qualcosa non dovesse andare, se ne accorgerebbe per tempo. Del resto, tutti quelli che hanno avuto una malattia recidivante di una certa importanza, alcune visite di controllo le fanno di profilassi. E a volte senza malattia: pensa alla mammografia, e alla colonscopia dopo i 50 anni. |
Re: Amministrare la Depressione
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Bisogna credere ed avere fiducia anche in se stessi convincendosi di stare bene. un esempio Per farti capire; io, solo per precauzione non mi sottoporrei mai ad una colonnoscopia eccezion fatta se vedessi sangue nelle feci.così come non farei un olter pressorio a meno che non mi accorgessi di avere frequenti sbslzi di pressione sanguigna..... capi cosa voglio dire? :) |
Re: Amministrare la Depressione
Dovrei fare dei multi-quote pazzeschi, non ho abbastanza ringrazia per tutti, nessuno escluso.
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Inoltre, ci sono persone che non se la sentono nemmeno di guidare... Quote:
Si può andare avanti anche stando in prima e avanzando un po' alla volta, giocando con il pedale della frizione. |
Re: Amministrare la Depressione
La depressione è una malattia grave e in quanto tale andrebbe affrontata con la massima potenza di fuoco, inteso come con tutte le opzioni terapeutiche possibili, ma a volte questo non basta. Servono anche le giuste soddisfazioni nella vita e che non capitino troppe sciagure, serve il riconoscimento sociale e tante altre cose. E bisogna aver la fortuna di non avere una personalità tendente alla depressione, altrimenti tutti gli sforzi sono moltiplicati per due.
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Re: Amministrare la Depressione
Forse è o.t. ma neanche tanto.
Ai disoccupati del forum: voi come affrontate la vostra situazione senza deprimervi? Per me è veramente difficile, anche solo dove indirizzarmi per trovare un lavoro, questa indecisione mi ammazza.. |
Re: Amministrare la Depressione
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Ora é il momento a casa in cui sto meglio... Vado in biblioteca a studiare e lavorare sul mio sito che é una specie di cv con le mie competenze. La cosa mi tiene impegnato ed é molto anche perché mi devo sempre aggiornare e leggo libri presi da tutte le biblioteche provinciali |
Re: Amministrare la Depressione
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Re: Amministrare la Depressione
Ciao, Sparkles, reknub e NatoMorto.
Anch'io ho lo stesso problema. Ha effetti negativi sull'umore e purtroppo costanti. E' come camminare con un pesante zaino sulle spalle. Se è vero che lo dobbiamo portare, è altrettanto vero che lo possiamo posare... Io ho alcune linee guida: 1° non prendersela con gli altri, con la società, con le ingiustizie (che pure ci sono); piuttosto pensare che siamo Noi i risolutori dei nostri problemi. Siamo sempre Noi che decidiamo. 2° continuando a rimuginare sul problema, non aiuta a risolverlo: si ottiene solo di fondere il cervello. Meglio lasciar sedimentare e anche dimenticare. Perché quando una cosa non va, è inutile insistere. Questo crea la condizione ideale perché ci venga una buona idea. Una buona idea, può valere più di tanti sforzi. 3° non sentirci in colpa se ce la prendiamo comoda. Riflettiamo: perchè dovremmo correre? 4° ognuno aggiunga all'elenco quello che vuole |
Re: Amministrare la Depressione
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Occorre piuttosto astuzia, affinamento, tatticismi. Più che il fuoco di sbarramento, funziona opportunismo. Non nel senso morale, ma darwiniano, cioé di sfruttare i punti deboli del nemico e cogliere tutte le opportunità che si presentano. Ad esempio l'intensità della depressione è variabile, quindi in qualsiasi momento sappiamo che calerà d'intensità. Possiamo aspettarcelo. Questo ci sosterrà nei momenti più difficili. |
Re: Amministrare la Depressione
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devo dedurre da tuo post che non sei in terapia farmacologica e che non lo sei mai stato. In questo caso è chiaro che non ha senso una profilassi. A meno che non ho capito male. |
Re: Amministrare la Depressione
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Sei un'amministratrice perfetta! Quello che tu metti in pratica, cioé di dividere in piccole parti i compiti onerosi, in modo da affrontarli con meno fatica, è quello che io ho appreso 9 anni fa presso l'Ospedale Fatebenefratelli di Milano e che viene detto normalmente ai pazienti di depressione. Aggiungo solo una cosa: anche se faccio cose meno impegnative, sto attento a fermarmi quando avverto la soglia dello sforzo. Una cosa, infatti, può anche apparire leggera, ma il peso reale dipende da quanto ci investiamo sopra. Se investiamo molte energie, diventa pesante. Penso che in generale, dovremmo avvertire come agevole quel che facciamo. Se si rivela disagevole, perché continuare? Meglio fermarsi: non c'è treno che non si possa perdere. |
Re: Amministrare la Depressione
Ognuno può avere il suo metodo per amministrare la depressione, ma è sempre partendo dal presupposto che gli stati depressivi sono la conseguenza di una certa chimica cerebrale, e che quindi ogni deriva verso stati d'animo e formulazioni negative del pensiero, è il prodotto più spesso di quella chimica che non di una vera e propria realtà negativa (spesso siamo noi a produrre la realtà negativa a causa di questi stati d'animo, sul quale poi tendiamo ad arrovellarci in modo ombelicale). Ricordare questo come punto di partenza è doveroso, per il resto ognuno troverà la sua strada e i suoi metodi.
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Re: Amministrare la Depressione
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Qualche volta lo faccio anch'io, ma più spesso faccio la Dansia, quando sono teso e ansioso e mi scioglie molto. Ritrovo anche il sorriso. Si tratta semplicemente di chiudermi in una camera, mettere la mia musica e ballare, nel modo più libero che mi viene. Sono cose importanti, perché il gioco ci riporta alla nostra infanzia, l'età in cui si è felici. Per giunta sono esperienze che fanno emergere la nostra irrazionalità e fa partecipare il corpo al ritrovamento del benessere. Questo interrompe quel continuo rimuginio di pensieri che è tipico della depressione. In depressione, ci sentiamo tutta testa e niente corpo. In generale, se qualcosa, qualsiasi cosa, può darci lo spunto per un gioco, facciamolo. Capite che non si può giocare ed essere depressi nello stesso tempo. |
Re: Amministrare la Depressione
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Sono stato per molti anni in terapia farmacologica e non ma , ora che Mi sento bene ho pensato di non recarmi da alcun psichiatra. Non vi sono sintomi allarmanti fortunatamente. |
Re: Amministrare la Depressione
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Questo lo trovo molto interessante, perché evidenzia il carattere ciclico della depressione, che io credo non sia costante per nessuno. Tenere conto di questo, significa avere sempre un'aspettativa di miglioramento, cosa che è di grande aiuto quando stiamo proprio male. Ci permette almeno di non disperare. |
Re: Amministrare la Depressione
Tiro una linea
Avete dato risposte diverse, ma quasi tutte hanno in comune il fatto di vedere la vostra parte attiva, rispetto alla depressione. Noi tendiamo, io credo, a sentirci oggetto della depressione, ma possiamo accorgerci che siamo soggetti e che invece è la depressione ad essere un oggetto. Certo, essa è variamente dolorosa, anche ineluttabile, ma noi non siamo passivi, come spesso ci convinciamo di essere. Siamo Soggetti, allora vuol dire che prendiamo delle decisioni, anche sulla depressione. |
Re: Amministrare la Depressione
Un nuovo tema: i nostri modi:
Spesso non posso cambiare le situazione, perché molte cose non dipendono da me, né posso prevenire stati d'ansia e/o di di depressione. Ma posso decidere l'approccio alle cose, cioé il modo in cui le prendo. Qui ho più libertà d'azione. Ho capito questo: l'approccio passionale (magari pure sulle minkiate!) è un disastro. Sto tanto meglio, quanto più riesco ad essere spassionato. Pensateci: se un certo fatto avverso, magari secondario, ci sembra un dramma shakespeariano, la Depressione non riconosce che il fatto è secondario, ma solo il fatto che è shakespeariano. La grandissima passione per un evento piccolo è una famosissima poesia scritta da Catullo, nella quale la morte del passerotto della sua amata Lesbia, diventa un fatto gonfio di dolore e degno di figurare tra gli Déi dell'Olimpo. Riporto l'incipit: Lugete Veneres Cupidinaesque... (Piangete Veneri e Amorini...) Vedere lo cose spassionatamente, man mano che si presentano, è un'azione concreta contro la depressione e l'ansia. |
Re: Amministrare la Depressione
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Il problema è proprio, a quanto pare, a livello di coscienza. Gli "scarsi" strumenti cognitivi che possediamo non sono sufficienti. Anzi il più delle volte ci portano a trovare spiegazioni (e peggio ancora ad adottare soluzioni) che sono del tutto inadeguate rispetto all'urgenza del malessere che chiede di essere ascoltato. |
Re: Amministrare la Depressione
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Re: Amministrare la Depressione
Ciao NatoMorto.
E' vero quel che dici: il dolore, sia fisico sia morale, è sempre maledettamente dentro, per poter essere visto di fuori, oggettivamente. Tuttavia, ogni volta che decidiamo di fare (o non fare!) qualcosa per noi, trattiamo il dolore in modo più oggettivo. Cioè non siamo noi sofferenti, ma c'è una cosa che ci fa soffrire. Se ad esempio mi fa molto male un piede, o me lo tengo, o decido: lo tengo a riposo, provo con una pomata, o vado subito dal medico o in pronto soccorso, oppure cerco di ricordarmi gli ultimi sforzi fatti. Mi farà anche male, ma lo sto trattando. Il dolore diventa materia del mio agire; il dolore non sono Io. |
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