Originariamente inviata da sceicco
(Messaggio 1612440)
(Oggi sono in modalità pessimismo mode on).:testata:
Torno su un argomento molto dibattuto su questo forum,ovvero il tormentato rapporto tra noi maschietti timidi e le ragazze.
Partendo da alcune condizioni date,ovvero:
-ho passato la trentina e, fisiologicamente, le occasioni di conoscenza si riducono rispetto al decennio venti-trenta;tra chi è già sposato\fidanzato di lungo corso,chi ha meno interesse,chi è inserito in una compagnia e sta bene in quella è difficile(non impossibile)fare nuove conoscenze.
-mi pare una realtà che la timidezza\introversione sia una caratteristica poco o per nulla attraente per la maggior partedelle ragazze(non tutte,ovviamente),soprattutto se a questo si aggiunge una totale inesperienza con l'altro sesso;
-mi pare,altresì,una realtà(non vorrei scatenare polemiche)che nella maggior parte dei casisia l'uomo a dover fare il famoso primo passo,senza il quale il rapporto non può iniziare; e la qual cosa può essere molto difficile per un timido.
Detto questo...secondo voi è meglio accettare il fatto di essere poco attraenti per una donna?magari lottando per superare i propri limiti,ma rimanendo consapevoli di avere scarse possibilità?
Oppure la speranza è l'ultima a morire e, a costo di sopportare delusioni su delusioni, non tenere conto di questa realtà e mantenere fermo l'obiettivo di avere finalmente un relazione d'amore?
Io ancora non ho trovato una risposta,sono ondivago,viaggio tra la speranza e la tristezza,quest'ultima poi mi prende quando situazioni di vita mi fanno scontrare con la "vita degli altri".
Per dire, nel mio ufficio(composto da 13 persone,chi bello,chi meno bello,chi alto,chi basso,chi estroverso,chi giovane,chi vecchio) sono tutti fidanzati o sposati,tranne me,ovviamente...per cui vi lascio immaginare le battute sull'unico single dell'ufficio,a cui cerco di rispondere con ironia e autoironia,anche se è come rigirare il coltello nella piaga.:miodio:
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