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Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Evidentemente a molti piace socializzare.
Evidentemente molti si trovano a loro agio fuori di casa cosi come tu ti trovi a tuo agio nello stare in casa. Dovresti farti la domanda al contrario. Stare in casa.... a cosa serve? |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
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Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Alcune uscite sono aihme obbligate, quelle personali se posso le evito.
Sto tanto bene a casa mia. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Serve per fare qualcosa di diverso, prendere una boccata d'aria, sentirti vivo e non impazzire.
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Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
Buoni motivi per uscire nel tempo libero:
1) Per fortuna, fuori non ci sono solo locali e spiagge dove fare baldoria ma anche luoghi costruttivi come musei e città d'arte. Visitarli dal vivo, magari con amici, anziché sui libri, è più coinvolgente e ce li fa rimanere più impressi. 2) Equilibrare i momenti di quiete domestica a quelli più dinamici del mondo esterno (soprattutto se non si studia o lavora). Esagerare invece con una circostanza, secondo me, svilisce i suoi pregi ai nostri sensi. 3) Conoscere meglio altre persone ci aiuta anche a capire meglio noi stessi. 4) Uscire dalla propria zona di comfort (non solo da casa propria ma anche e specialmente dalla propria città e da soli), mette a prova e migliora le proprie capacità organizzative, di orientamento e di leadership. Così si diventa mentalmente più autonomi dai genitori e dunque, secondo me, più disinibiti. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
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È anche vero che: 1) Coi compagni di classe delle scuole superiori non ho mai legato tanto da "uscirci assieme". 2) Vivevo in un paese minuscolo lontano dalla città principale e mal servito dai mezzi pubblici. Anche se avessi voluto "uscire", non ne avrei avuto modo. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
nn tutte le cose si fanno perchè " servono" ..... uscire come dici tu nn è che serve a qualcosa ..... si esce per interaggire , per vedere che succede intorno a te , per gioire per cosi dire delle dinamiche che si vengono a creare in un luogo publico , ovviamente fare quelle cose tra le mura di casa toglie gran parte delle improvvisazioni dinamiche che si vengono a creare fuori che il più delle volte creano emozioni ai soggetti interessati ..... penso che si esca per questo e anche perchè la birra alla spina a casa nn c è :mrgreen:
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Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
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I luoghi, sono molto importanti. Quasi come lo sono le persone con cui decidi di ritrovarti per stare assieme. Se tu abitassi in un appartamento molto piccolo, potresti radunarti lì con i tuoi amici? Sarebbe scomodo. Oltre a questo, uscire serve per vedere posti diversi che non siano le solite quattro mura domestiche o il parco sotto casa. E' come se tu mi chiedessi: a cosa serve viaggiare? Le persone ci sono anche qui, ci sono gli alberi, le strade ecc. Ma viaggiare è bello perchè ogni posto è diverso, ogni luogo è "impregnato" di un suo profumo, della sua gente. Non fraintendermi, non sto asserendo che, che so, una discoteca sia un luogo a cui "ambire". Dico solo che per un essere umano diventa alquanto ripetitivo e noioso starsene confinato sempre nello stesso luogo, prima o dopo sente la necessità di muoversi, di stare in altri luoghi. |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
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Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
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per quanto riguarda invitare a casa propria mi rifaccio a quanto scritto da Eitaros, in particolare Quote:
Poi in un locale se ad un certo punto mi stufo/voglio andarmene posso farlo, a casa mia non sta bene dire "fine, tutti a casa!". Non so se sei solito invitare persone a casa tua, sì certo si può fare anche informalmente, improvvisando e come va va, ma normalmente le serate che riescono e che alla gente piacciono richiedono un lavoro dietro non da poco...Ma poi stiamo parlando di invitare il tuo miglior amico, o 5 o magari 10 persone (e magari fino all'ultimo il numero è anche abbastanza incerto) ? In questo caso mi sembra evidente perchè ritrovarsi fuori venga preferito all'invitare a casa visto l'impegno non indifferente che richiede e motivo per il quale infatti in un locale si paga. E poi, penso sia più stimolante un locale... e al limite anche fosse non una grande esperienza perchè il cibo fa schifo, la musica pure e il locale deprimente... io a differenza che se fosse stato fatto a casa mia non ne porto responsabilità e nessuno associa queste cose a me, in particolare se si è optato per quel posto insieme. Riguardo ad essere io ad andare a casa degli altri... bè, io mi dovrei sbattere come per andare in un locale visto che di casa devo comunque uscire... e a casa di altri mi sento anche più a disagio che in un bar o locale, essendo un ambiente privato non mi sento libera di muovermi , ho più paura di sporcare ecc. Insomma non vedo buone ragioni per preferire trovarsi a casa propria o altrui rispetto a uscire se non fobia degli altri/ della confusione/ paura ad uscire di sera o altre motivazioni (risparmio, freddo, impossibilità a muoversi ecc.). Poi c'è locale e locale, alcuni sono più adatti ad un tipo di persone ed altri ad altre. (Comunque anch'io alle uscite di sera preferisco di giorno... ma mi rendo conto son cose diverse e c'è un atmosfera diversa. A dirla tutta a me piacerebbe almeno un pò anche unire l'occasione di vedere gli amici col fare con loro qualcosa di utile, per noi stessi o altri) |
Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
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Ovviamente l'esempio di how i met your mother era estremizzato, per riuscire a capirsi, però credo che poco cambi il posto dove ti trovi (o almeno relativamente) se stai bene con qualcuno. Anche a New York ci saranno le persone da te citate, che vivono una vita gretta, ripetitiva e nausante. Posso capire, anche se probabilmente non ai tuoi livelli, quello che vuol dire stare staccati dal mondo. Non sono mai stato a vivere in aperta campagna o che altro, ma per la maggior parte della mia vita ho vissuto in una piccola città di 60-70 000 abitanti e già lì ho visto quello che tu hai descritto perfettamente e molto volte mi sono sentito, mi sento estraneo a tutto ciò. Certe volte mi sento più un abitante del mondo, un senza patria e senza meta, disposto a viaggiare, a estraniarmi da tutto e da tutti, a scappare fino a che il mio animo non sia disposto a placarsi. |
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