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Equilibrium 13-10-2015 02:28

Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
 
Evidentemente a molti piace socializzare.
Evidentemente molti si trovano a loro agio fuori di casa cosi come tu ti trovi a tuo agio nello stare in casa.

Dovresti farti la domanda al contrario.
Stare in casa.... a cosa serve?

Keith 13-10-2015 09:00

Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
 
Quote:

Originariamente inviata da Crystal (Messaggio 1610100)
l'uscire deve avere un fine...deve essere qualcosa di strutturato..Che caspita vuol dire passare la sera a bere e parlare? Vuol dire perdere tempo x me.
O si fà qualcosa di coinvolgente, altrimenti è tempo sprecato.

stavo pensando la stessa cosa, uscire per bere o mangiare e parlare di cose che non mi interessano è una perdita di tempo.. se di una serata non mi rimane niente allora ho perso tempo.

cancellato15249 13-10-2015 11:13

Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
 
Alcune uscite sono aihme obbligate, quelle personali se posso le evito.
Sto tanto bene a casa mia.

timido87 13-10-2015 11:58

Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
 
Serve per fare qualcosa di diverso, prendere una boccata d'aria, sentirti vivo e non impazzire.

Nothing87 13-10-2015 12:17

Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
 
Buoni motivi per uscire nel tempo libero:
1) Per fortuna, fuori non ci sono solo locali e spiagge dove fare baldoria ma anche luoghi costruttivi come musei e città d'arte. Visitarli dal vivo, magari con amici, anziché sui libri, è più coinvolgente e ce li fa rimanere più impressi.
2) Equilibrare i momenti di quiete domestica a quelli più dinamici del mondo esterno (soprattutto se non si studia o lavora). Esagerare invece con una circostanza, secondo me, svilisce i suoi pregi ai nostri sensi.
3) Conoscere meglio altre persone ci aiuta anche a capire meglio noi stessi.
4) Uscire dalla propria zona di comfort (non solo da casa propria ma anche e specialmente dalla propria città e da soli), mette a prova e migliora le proprie capacità organizzative, di orientamento e di leadership. Così si diventa mentalmente più autonomi dai genitori e dunque, secondo me, più disinibiti.

Hor 13-10-2015 13:09

Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
 
Quote:

Originariamente inviata da Joseph91 (Messaggio 1610041)
Vuoi dirmi seriamente che tu non sei mai uscito, che ne so, nella tua vita liceale, il sabato sera? Mai mai?

No, mai, e non ne ho mai sentito la necessità.
È anche vero che:
1) Coi compagni di classe delle scuole superiori non ho mai legato tanto da "uscirci assieme".
2) Vivevo in un paese minuscolo lontano dalla città principale e mal servito dai mezzi pubblici. Anche se avessi voluto "uscire", non ne avrei avuto modo.

varykino 13-10-2015 13:23

Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
 
nn tutte le cose si fanno perchè " servono" ..... uscire come dici tu nn è che serve a qualcosa ..... si esce per interaggire , per vedere che succede intorno a te , per gioire per cosi dire delle dinamiche che si vengono a creare in un luogo publico , ovviamente fare quelle cose tra le mura di casa toglie gran parte delle improvvisazioni dinamiche che si vengono a creare fuori che il più delle volte creano emozioni ai soggetti interessati ..... penso che si esca per questo e anche perchè la birra alla spina a casa nn c è :mrgreen:

Sayuri 13-10-2015 16:48

Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
 
Quote:

Originariamente inviata da Hor (Messaggio 1610034)
"Uscire".
È qualcosa che non ho praticamente mai fatto in vita mia.
Non ne sento il bisogno. Non ne capisco il senso. Non ne ho mai capito il significato.

Proprio perchè non lo hai mai fatto, non ne comprendi il significato.
I luoghi, sono molto importanti. Quasi come lo sono le persone con cui decidi di ritrovarti per stare assieme.
Se tu abitassi in un appartamento molto piccolo, potresti radunarti lì con i tuoi amici? Sarebbe scomodo.
Oltre a questo, uscire serve per vedere posti diversi che non siano le solite quattro mura domestiche o il parco sotto casa.

E' come se tu mi chiedessi: a cosa serve viaggiare? Le persone ci sono anche qui, ci sono gli alberi, le strade ecc.
Ma viaggiare è bello perchè ogni posto è diverso, ogni luogo è "impregnato" di un suo profumo, della sua gente.

Non fraintendermi, non sto asserendo che, che so, una discoteca sia un luogo a cui "ambire".
Dico solo che per un essere umano diventa alquanto ripetitivo e noioso starsene confinato sempre nello stesso luogo, prima o dopo sente la necessità di muoversi, di stare in altri luoghi.

Joseph91 13-10-2015 17:26

Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
 
Quote:

Originariamente inviata da Hor (Messaggio 1610354)
No, mai, e non ne ho mai sentito la necessità.
È anche vero che:
1) Coi compagni di classe delle scuole superiori non ho mai legato tanto da "uscirci assieme".
2) Vivevo in un paese minuscolo lontano dalla città principale e mal servito dai mezzi pubblici. Anche se avessi voluto "uscire", non ne avrei avuto modo.

Cavolo, sei un essere più unico che raro :D

cancellato2824 13-10-2015 20:53

Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
 
Quote:

Originariamente inviata da Hor (Messaggio 1610034)
Quello che si fa fuori di casa, quando si esce, ovvero: sedersi, consumare qualcosa, parlare... lo si può fare benissimo in casa! Tutto quanto. E allora a cosa serve uscire di casa? A cosa serve far tutto ciò in un luogo pubblico? Dov'è la differenza, dove sta la magia?

Presupponendo che immmagino per farlo benissimo a casa non intendi parlare dietro a un pc o al tavolo coi familiari ma invitare amici a casa propria e magari andare a casa loro,

per quanto riguarda invitare a casa propria mi rifaccio a quanto scritto da Eitaros, in particolare

Quote:

Originariamente inviata da Etairos (Messaggio 1610042)
Perché magari a casa non si può, perché si disturbano altre persone.
Perchè fuori sei servito e riverito, mentre a casa no. Se inviti qualcuno per esempio dopo devi pulire tutto e almeno per me è un fastidio.

( oltre alla pulita data magari prima per non fare una figura barbina)

Poi in un locale se ad un certo punto mi stufo/voglio andarmene posso farlo, a casa mia non sta bene dire "fine, tutti a casa!".

Non so se sei solito invitare persone a casa tua, sì certo si può fare anche informalmente, improvvisando e come va va, ma normalmente le serate che riescono e che alla gente piacciono richiedono un lavoro dietro non da poco...Ma poi stiamo parlando di invitare il tuo miglior amico, o 5 o magari 10 persone (e magari fino all'ultimo il numero è anche abbastanza incerto) ? In questo caso mi sembra evidente perchè ritrovarsi fuori venga preferito all'invitare a casa visto l'impegno non indifferente che richiede e motivo per il quale infatti in un locale si paga.

E poi, penso sia più stimolante un locale... e al limite anche fosse non una grande esperienza perchè il cibo fa schifo, la musica pure e il locale deprimente... io a differenza che se fosse stato fatto a casa mia non ne porto responsabilità e nessuno associa queste cose a me, in particolare se si è optato per quel posto insieme.


Riguardo ad essere io ad andare a casa degli altri... bè, io mi dovrei sbattere come per andare in un locale visto che di casa devo comunque uscire... e a casa di altri mi sento anche più a disagio che in un bar o locale, essendo un ambiente privato non mi sento libera di muovermi , ho più paura di sporcare ecc.


Insomma non vedo buone ragioni per preferire trovarsi a casa propria o altrui rispetto a uscire se non fobia degli altri/ della confusione/ paura ad uscire di sera o altre motivazioni (risparmio, freddo, impossibilità a muoversi ecc.). Poi c'è locale e locale, alcuni sono più adatti ad un tipo di persone ed altri ad altre.


(Comunque anch'io alle uscite di sera preferisco di giorno... ma mi rendo conto son cose diverse e c'è un atmosfera diversa. A dirla tutta a me piacerebbe almeno un pò anche unire l'occasione di vedere gli amici col fare con loro qualcosa di utile, per noi stessi o altri)

Etairos 13-10-2015 21:58

Re: Uscire... a cosa serve? (fatemi capire)
 
Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 1610317)
Immagino che a questo punto sia unicamente un punto di vista personale, apprezzo allo stesso tuo modo il concetto di godersi i piccoli momenti ma sono convinto che un genere di realtà non possa permetterne di crearne di reali: riprendendo l'esempio di conoscenze che frequentano in modo compulsivo lo stesso bar non penso sia giusto prendere come esempio un telefilm come “how i met your mother” che è ambientato nella città più grande del mondo New York, grazie al cazzo, i protagonisti si godono i piccoli momenti avendo infinite possibilità, realtà, incontri, qualsiasi cosa il mondo possa offrire; Mentre abitando in una provincia italiana dove km di campagna separano i luoghi d'interesse sinceramente mi sono sempre sentito male nel vedere che eventi stupidi diventavano i pilastri di quel mondo, l'ubriachezza sembrava l'unica prospettiva per tutte quelle persone, il consumo di droghe, il blaterare continuo goliardico dei rapporti sessuali, la denigrazione dei concetti fuori dal gruppo, razzismo, omofobia, la stupidaggine nel organizzare assurdità per scappare alla routine, idiozia allo stato puro.

Le piccole cose sono sempre state spezzate, quello che mi sta dicendo non mi da nessun motivo per ipotizzare di uscire, “prendere un caffè”, magari con una persona fantastica che ti fa sentire bene, poi ritornare nella propria casa sentendosi felice per il piccolo momento ma con un enorme mostro creato durante gli anni che ti trascina via quel momento, secondo me l'unica possibilità per salvarsi è non avere più la sensazione di ritornare indietro, creare qualcosa di costante che è un cosa grande, un branco di piccole cose può essere carino come un recinto di gattini ma finché non te ne porti uno a casa non potrà mai vivere veramente quel momento, tutto questo diventa una sfida sempre più grande che alla fine demoralizza nelle sconfitte costanti di vedere solo piccole cose, si inizia ad non avere più interesse nel uscire ed essere infelici di qualunque realtà perché consapevoli che è tutto frivolo, la gente va e viene, le chiacchiere sono solo chiacchiere ed i momenti diventano soltanto fotografie con nessuna reale esperienza e/o mantenuta realtà, con quante persone ho visto lunghe albe che poi si sono rivelate vagabondi allo mio stesso modo.

Comunque come scritto inizialmente queste sono percezioni personali.

Sì, ci sta. Alla fine ognuno ha le sue sensazioni e i suoi bisogni (sempre che uno capisca veramente cosa sia più adatto a se stesso. Io per esempio fatico in tal senso molto spesso a capirmi. Talvolta desidero una cosa, poi la odio) Io invece avrei più paura delle cose "grandi" che uno rischia di abituarcisi e non appena se ne vanno via, anche solo per motivi per noi inaspettati, dopo tutto rischia di crollare ._.
Ovviamente l'esempio di how i met your mother era estremizzato, per riuscire a capirsi, però credo che poco cambi il posto dove ti trovi (o almeno relativamente) se stai bene con qualcuno. Anche a New York ci saranno le persone da te citate, che vivono una vita gretta, ripetitiva e nausante. Posso capire, anche se probabilmente non ai tuoi livelli, quello che vuol dire stare staccati dal mondo. Non sono mai stato a vivere in aperta campagna o che altro, ma per la maggior parte della mia vita ho vissuto in una piccola città di 60-70 000 abitanti e già lì ho visto quello che tu hai descritto perfettamente e molto volte mi sono sentito, mi sento estraneo a tutto ciò. Certe volte mi sento più un abitante del mondo, un senza patria e senza meta, disposto a viaggiare, a estraniarmi da tutto e da tutti, a scappare fino a che il mio animo non sia disposto a placarsi.

PathFinder83 14-10-2015 01:42

Quote:

Originariamente inviata da Joseph91 (Messaggio 1610443)
Cavolo, sei un essere più unico che raro :D

Dubito, con me siamo gia' a due! :D


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