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Re: chi si cura
Come ho fatto a non notare questo topic? :miodio:
Ho iniziato proprio ieri con dei farmaci che mi ha prescritto il mio gastroenterologo. Vedremo cosa succederà, per il resto, in cinque anni sono stato in cura da diversi psicologi e psichiatri (mai nessuno mi ha mai prescritto psicofarmaci), proprio domani ricomincerò ad andare dopo la pausa estiva :) |
Re: chi si cura
andavo dallo psicologo ma non ha risolto niente...
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Re: chi si cura
Inizierò psicoterapia dal mese prossimo... speriamo...
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Re: chi si cura
vado sia dallo psichiatra che dallo psicologa, ma non risolvo nulla perchè sono io che non faccio nulla, e nemmeno i farmaci (abilify) fanno niente.
ma io sono un caso dove la morte è l'unica soluzione. |
Re: chi si cura
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Re: chi si cura
5 anni...
5 fottutissimi anni... |
Re: chi si cura
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Re: chi si cura
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Sembra che in questa società che ha demolito tutti i tabù.. l'unico rimasto sia proprio quello (tra l'altro intrinseco alla condizione umana) della sofferenza; che - veramente - è peggio vista di qualsiasi altra (in)umana caratteristica. Se non stai bene e soffri vieni isolato ed emarginato.. è come se umanamente non fossi più degno di NIENTE. |
Re: chi si cura
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Re: chi si cura
La frase in cui dici
"..e quanti stanno qui solo a piangere su se stessi senza fare nulla?" secondo me è una affermazione falsa oltre che gravemente pessimistica. Un forum infatti è un luogo concepito per la discussione, quindi per lo scambio e questo è efficace, è terapeutico e soprattutto è utile, quindi importante. Non è possibile aprire un topic che parta da una premessa simile secondo me perchè si esclude a monte ogni tipo di scambio. Mi viene da chiederti che cosa sia per te terapeutico o quello che tu definisci una cura perché per me terapeutico è qualcosa che ci fa bene, è qualcosa che ci rimette in equilibrio dalle violenze che ci vengono inflitte o che ci autoinfliggiamo, per me terapeutico significa qualcosa che ci rimetta in equilibrio dai nostri squilibri, qualunque sia la causa che li ha generati o il motivo per cui siamo qui. Da come scrivi sembra che l'idea che hai tu di cura, mi correggerai se sbaglio, sia invece qualcosa che abbia a che fare con una "terapia" di un terapeutica o cmq sia un concetto legato ad una figura professionale. E' terapeutico, è benefico avere uno scambio. La discussione anche in un forum permette questo scambio e ogni volta che discutiamo con qualcuno abbiamo l'occasione di cambiare il nostro punto di vista proprio ascoltando il punto di vista degli altri. Anche riguardo la nostra condizione, la nostra situazione. Quasi sempre il nostro punto di vista è distorto; soprattutto quando dobbiamo decidere o valutare per noi stessi, per situazioni che ci riguardano. Qualsiasi Forum come questo non è nato e non è utilizzato dagli utenti per ritrovarsi a piangersi addosso. Anche chi all'inizio si è pianto addosso è arrivato qui perché cercava un aiuto. Sono del tutto convinto che senza frasi di circostanza o posizioni da difendere, in un Forum si possa essere onesti e leali, quindi utili a qualcuno e di riflesso utili a noi stessi |
Re: chi si cura
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poi per carità, se uno interpreta il suo lavoro con coscienza e professionismo immagino sarà in grado perlomeno di non far danni, ci sono situazioni che per forza di cose necessitano di un medico, è ottimo esercizio di umiltà oltre che di intelligenza ammetterlo ed usufruire di un aiuto di un professionista ammetto che le ultime righe le ho scritte per puro spirito buonista ._., avevo paura di essere troppo condizionato da pregiudizi vari e così ho tirato fuori questa perla di buon senso |
Re: chi si cura
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Se osservi il corpo e le ghiandole di un transessuale vedrai di sicuro che questo ha carenze di certi tipi rispetto al corpo di altre persone... Ma da cosa si deduce che è una malattia? Gli organi occhio e croce funzionano non è che sono realmente rotti, solo funzionano diversamente. Se certe sostanze il suo corpo non le produce rispetto al corpo di un'altra questo è vero, ma è così vero che debba considerarsi preferibile essere curati supponendo che si ha a che fare con una malattia oggettivamente riconoscibile? Non è un'invenzione il fatto che il corpo del transessuale produce altre sostanze chimiche, è un'invenzione il fatto che questo stato in cui si trova il suo corpo sia una malattia. Che il corpo di una persona sia carente di certe sostanze rispetto al corpo di un'altra lo si può verificare, che questa carenza poi sia anche patologica... Come lo si verifica? Il discorso è questo. Non ho mica detto che non esiste questo assetto, ho solo messo in discussione il fatto che debba essere etichettato come una malattia. Dove avrei affermato che le sostanze psicoattive (anche gli antidepressivi) non producono mai alcun effetto? :nonso: Che producono certi effetti magari è vero (producono anche un calo dell'eccitazione sessuale), che lo stato finale che producono (quando riescono a produrlo) sia assolutamente preferibile... Bisognerebbe chiederlo ad ogni persona. Chi vive certe emozioni e non vuole fare uso di certe sostanze psicoattive per me non vuole raggiungere certi stati e per questa persona magari non sono problematiche queste emozioni qua ma qualcos'altro, ma non è che non vuole curarsi, perché per me questa non è una malattia, è solo uno stato da cui qualcuno vuol tirarsi fuori per andare nell'altro (che producono le sostanze psicoattive) e da cui qualcun altro non vuol tirarsi fuori, ma nessuno dei due sta cercando o non cercando di guarire da qualcosa. Non è che se qualcuno vuol cambiare sesso da femminile a maschile e richiede un intervento, questo implica che avere il sesso femminile rappresenta avere una malattia, cioé una sorta di carenza patologica del sesso maschile (che poi Freud l'aveva presa seriamente la cosa :mrgreen:). Che certi individui hanno il pisello e altri no, lo osservo, osservo anche che esistono dei sistemi chirurgici per cambiar sesso e rimediare alla carenza del pisello dei corpi femminili (nel senso che nel loro corpo l'organo non c'è). Ma che questa carenza sia patologica io non lo osservo affatto e non riesco a capire poi nemmeno perché quelli che non lo hanno il pisello (le cosiddette donne) debbano esser considerati mutilati di qualcosa. E' solo vero in casi del genere che la persona in questione vive con disagio quel tipo di identità sessuale e attribuisce a questa il suo star male, decide così di cambiarla, ma non è mica poi vero che quel tipo di identità corporeo-sessuale rappresenta un assetto malato o che essere delle donne rappresenti avere un corpo che ha certe carenze! Tutto qui. |
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Re: chi si cura
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Moltissime cose limitano la funzionalità sociale in certi sensi, se accade questo dobbiamo considerarle malattie? :nonso: Anche se una donna ha una gravidanza magari è limitata nello svolgere certe funzioni, che so relative al lavoro, dobbiamo concludere che avere dei figli sia una malattia? In base a quel che hai scritto dovremmo concludere che è così. Io come ho già detto non nego né che ci siano disagi, né che esistano sostanze psicoattive e cose del genere, nego soltanto il fatto che ogni tipo di miglioramento o peggioramento esistenziali siano causati da certe malattie (simili a quelle che riteniamo davvero tali) o rispettivamente da una cura da queste malattie. Anche quando si parla di un'azienda si usa l'espressione "risanare il bilancio", ma viene usato in modo metaforico e non letterale, che sia poi davvero auspicabile per qualcuno mettere a posto i conti in certi sensi e con certi sistemi (che potrebbero non essere condivisi da altri) non significa mica affermare che l'azienda è malata davvero e poi la si è curata. Si è modificato magari solo il modo di operare dell'azienda (e può essere più o meno condivisibile poi la cosa) non è che la si è curata davvero da qualche morbo! Capita lo stesso con i disagi mentali ed esistenziali, si cerca di star meglio in certi sensi (definiti ed inquadrati dal soggetto stesso) ma star meglio in certi sensi secondo una scala di valori non significa necessariamente guarire da qualcosa. Non dico mica a qualcuno che non dovrebbe migliorare la sua vita in certi sensi, avrei affermato per caso che sarebbe bene non usare le sostanze che vengono chiamate psicofarmaci? Se una persona crede che ne trarrà giovamento che li usi, non impedirei nemmeno a qualcuno di fare uso di altre sostanze psicoattive: se questa persona poi sta meglio secondo il suo punto di vista fa bene ad usarle. Dico solo che fare tutte queste cose non significa necessariamente che si è guariti o si sta cercando di guarire da una malattia, ossia ci si sta curando (solo questo ho messo in discussione, il resto non l'ho mai negato). Che si stia meglio in certi sensi potrebbe essere vero in certi casi e falso in altri, ma in nessun caso c'è qualcuno che è guarito da qualcosa o viceversa qualcuno che non è riuscito a guarire, quindi chi va dallo psicoterapeuta o usa psicofarmaci dal mio punto di vista non è che si sta curando, così come non si sta curando chi va in palestra perché gli piace metter su muscoli e provare le sensazioni psicologiche che questi atti producono in lui. Non dico mica che l'andare in palestra i muscoli non li produce e non produca anche certe reazioni chimiche nell'organismo, nego solo il fatto che andarci e magari poi star meglio secondo il proprio punto di vista significa curarsi da una malattia. Che poi una persona specifica stia meglio in certi sensi quando fa certe cose... Ecco... Questo cosa c'entra con l'esser malati o meno? :nonso: Io una connessione diretta e automatica non ce la vedo. Che poi per qualcuno sia auspicabile fare uso di psicofarmaci, degli psichiatri, psicologi, fare yoga, la meditazione, la preghiera, il counseling e chi più ne ha più ne metta va bene per me, quel che non mi convince è inquadrare tutte queste pratiche qua come se fossero delle vere e proprie terapie mediche che servono per far guarire qualcuno da un morbo. Non ho mai messo in dubbio il fatto che poi possano produrre certi effetti nell'organismo, sia fisici che mentali che biologici... L'ho affermato questo da qualche parte? Ho detto solo che non sono malattie e che anche le pratiche che qualcuno usa perché vuol modificare certi assetti non sono vere e proprie cure mediche. |
Re: chi si cura
Ma devono essere limitazioni sostanziali, una donna incinta infatti nn è considerata malata, ma è tutelata perchè in quel periodo è parzialmente limitata nelle azioni da compiere, sia per la difficoltà di effettuarle queste azioni (lavoro per esempio, sia fisico che mentale), sia x salvaguardare il bimbo che ha in grembo. Che esempio è? La gravidanza nn viene considerata malattia x motivi ovvi: nn provoca disagi soggettivi, e comunque è voluta e provoca "disabilità" temporanea ma necessaria all'essere umano.
Guarda che è l'OMS che identifica la salute come uno stato di completo benessere e nn solo assenza di malattia visibile con esami strumentali o di laboratorio...detto così potrebbe sembrare che allora siamo tutti "senza salute", ma se nn ti piace va a discutere con loro, nn so che dirti |
Re: chi si cura
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Dobbiamo concludere che anche una persona che è stata imprigionata e messa in galera e sta molto male per questo è affetta magari da una malattia da curare... Già mi immagino la coniazione del termine psichiatrico... L'"imprigionella" o "fobia della prigione" con tutti i sintomi associati. Per me è utile la catalogazione e la descrizione, ma è del tutto inutile l'etichettamento che associa "patologico" a certi modi di fare e pensare. Io questo dico, non è che ci si cura realmente da qualcosa quando poi si sta bene o si transita da uno stato di malessere ad uno di benessere. E' vero che quando si guarisce da una malattia vera e propria (quando è possibile farlo agevolmente) poi si sta meglio, ma non è vero che ogni qual volta una persona sta meglio in qualche senso questa si è curata da qualche morbo. Altro esempio: una persona che trasloca in un posto in cui le piace di più vivere e sta molto meglio ed è più allegra (prima era spesso triste) per questo, si sta curando o si è curata da una malattia nel compiere queste azioni qua?! Vale solo in un verso questa cosa. In pratica sono d'accordo: il benessere non equivale ad uno stato in cui sono assenti malattie o ci si è curati da ogni possibile morbo. Non si sta bene quando si vivono dei disagi, ma i disagi non è detto che corrispondano a delle malattie vere e proprie. Per me le cosiddette malattie mentali (se non sono neurologiche, in cui è chiara la disfunzione dell'organo) sono disagi e non malattie vere e proprie (ma quando dico questo non voglio mica affermare che si sta bene!). Che si faccia qualcosa o si cerchi di fare qualcosa per star meglio non lo nego, ma se quando si fa questo si assume a monte che le persone si stanno curando da una malattia (e che perciò se A si è "curato" normalizzandosi in un modo ciò implica che debba curarsi così anche B e normalizzarsi allo stesso modo, perché sono affetti dallo stesso morbo) secondo me è scorretto. "Vi state curando?" che significa di preciso quando si sta male e in fin dei conti non si è realmente malati ed affetti da un qualche morbo specifico? Bisognerebbe porsi la domanda "state riuscendo a vivere bene secondo il vostro senso di bene?" e non se ci si sta curando o meno da qualcosa. Comunque queste non sono idee mie... Me le sono formate un po' alla volta leggendo certe opinioni un po' critiche nei confronti di questa roba. Cito Conrad da Szasz... "A STRETTO RIGORE, IL PROBLEMA NON E' COME FARSI CURARE, MA COME VIVERE" |
Re: chi si cura
Uno che viene messo in prigione può cominciare a soffrire di disturbi psichici, nn serve coniarne ancora...Le malattie nn sono solo quelle che si vedono macroscopicamente o tramite esami di laboratorio.
Quindi spiegami...come identificheresti tu la malattia mentale? o il disagio mentale? uno schizofrenico ha quindi solo un "disagio"? |
Re: chi si cura
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Io non ho detto che non si sta male, ho detto solo che non è una malattia, l'errore categoriale è questo. Io conosco una persona alla quale è stato diagnosticato questo disturbo e mi ha raccontato che è stata costretta più volte a dei TSO, in base a quello che mi ha detto non assume volentieri gli psicofarmaci perché la rendono meno capace di studiare o portare avanti certe attività... Vive piuttosto male ma è sotto cura, anzi direi che non si può nemmeno sottrarre facilmente e liberamente a queste cure per il semplice motivo che chi è matto non può capire che lo si sta "curando". Ora secondo te è giusto supporre che ci sia una malattia oggettivamente conclamata e che vada "curata" necessariamente così? :nonso: Direi che a monte non c'è una vera e propria malattia e che la cura solo questa è, c'è un disagio di rapporti, sociale, lavorativo, affettivo, in attesa di una risposta soggettiva (e magari anche sociale) efficace per farvi fronte davvero. Ad identificare un disagio lo si identifica in base a certe caratteristiche, ma questo non è che risulta capace di dirci cosa di preciso non va e va cambiato, la risposta è soggettiva, così come soggettivo è il senso di vita migliore e più piena che ognuno di noi ha in mente. Se invece hai la febbre dovuta ad un virus, le cure sono poche e ben identificabili. Per questo dico che le malattie mentali (o almeno la maggior parte di quelle che hanno messo in mezzo) non sono vere e proprie malattie. Ad esempio la persona imprigionata sta male, ma non è malata o affetta da un morbo! Se una persona sta sempre male in ogni situazione sociale esterna possibile e immaginabile allora abbiamo a che fare con una malattia vera e propria, altrimenti non è detto che sia così. Ad identificare un tipo di persona lo si può sempre fare, si può identificare l'omosessuale e l'eterosessuale, il bianco e il nero, il maschio e la femmina, il timido e il non timido, e così per ogni categoria, ma che certe categorie o caratteristiche siano necessariamente patologiche non è così chiaro, compresa quella della persona imprigionata che non si rassegna volentieri a restar lì. Se qualcuno volesse curare questa intenzione, direi che sta cercando di far cambiare idea ad una persona, non che la sta curando da una malattia. Io direi che certe persone per star bene secondo il loro senso di bene, dovrebbero star fuori dalla prigione, mica esser curate mentalmente e secondo le idee di qualcuno! Ma dico questo in base al senso di bene che leggo nelle loro intenzioni, che magari è diverso da quello di altre persone. Se soffri di un disturbo mentale la cura (ossia il rimedio) non si sa di preciso quale debba essere, se invece soffri di una malattia vera e propria è ben identificabile lo stato verso cui portare l'organismo per farlo star meglio e ne esiste uno solo o molto pochi e ben definiti. Come però ho già detto per me se si vuole fare uso di psicofarmaci lo si può fare tranquillamente se si pensa che questo migliorerà le cose, ma lo trovo equivalente a frequentare la chiesa o fare cose del genere. Non è che se io sono depresso e non sono credente vado convertito al cristianesimo perché chi crede in genere non lo è depresso e devo assolutamente accettare questa cura qua come se fosse equivalente a prendere un'aspirina. |
Re: chi si cura
1)"solo un disagio" lo intendevo come "lo definisci un disagio e nn malattia"?nn intendevo sminuire lo stato di disagio. Stato di disagio che spesso causa disabilità in qualche modo, e la disabilità è la conseguenza di qualche malattia. Capito il collegamento?
2)perchè questa persona ha ricevuto dei TSO? 3)stessa domanda di prima: come definiresti il concetto di malattia allora? perchè se ognuno può dire quello che vuole la medicina nn ha più motivo di essere identificata come scienza. Forse nn ti è chiaro il significato di "malattia" secondo la moderna visione del concetto "salute" |
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