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Ne ho preso coscienza tempo fa e da allora cerco di combatterla.
Ho vinto tante battaglie mentre altre ancora no.. Ma non mi arrendo! |
Re: Venire a patti con la propria condizione
Sono abbastanza rassegnata, consapevole.
Generalmente vivo in una situazione di abitudine e non ci faccio più caso di tanto...il problema è che quando vedo e provo per un pò il resto (che comunque realmente non riuscirei a reggere) poi fatico a tornare serenamente alla condizione di prima...per me o è bianco o nero e lottare per imprevedibili sfumature di grigio mi esaurisce. |
Re: Venire a patti con la propria condizione
quando sono triste penso che l'essere umano è avvolto dal pessimismo cosmico di leopardi , chi più chi meno ma tutti abbiamo sta radiazione di fondo fissa ... e mi sento più umano :D .
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Re: Venire a patti con la propria condizione
No,non riesco a venire a patti con la mia situazione,è così estrema che non lo farebbe nessuno,non ho mai provato nulla di simile,mi sento morire,come ora,sfiancata da pianti a dirotto,dopo che ho passato la mattina a cercare annunci di lavoro ma per i quali in cuore mio,non ho nessun interesse,ma rifiuto grandissimo.Non so che diamine cerco,perchè qualcosa cerco,forse il nulla,stare così a fissare il vuoto,e poi disperarsi..?Non penso che io cerco questo,e allora perchè annullo ogni possibilità..non lo capisco,ma non riesco a reagire.Potrei sforzarmi a costruirmi una vita,trovare un compagno,un lavoro,ma sento nel profondo che non ce la faccio,come fossi rimasta una ragazzina.Qualche anno fa avevo almeno un contesto intorno,se pur non felicissimo,come quello della mia famiglia,qualche amico caro di vecchia data,invece poi è sparito tutto,sorelle sposate che vivono in un'altra città,cugini con la propria vita..gli unici a essere rimasti sono i miei e pur odiandoli talvolta per i danni fatti,sono i soli che mi danno un minimo conforto solo per il fatto che conoscono la mia storia e nel bene e nel male hanno vissuto tutto con me,una volta che se ne saranno andati,io sarò sola completamente sola,con tutto quello che mi porto dentro...ma forse non dovrò pormi il problema,così non posso più continuare,qualcosa dovrà cambiare per forza di cose nel frattempo,non posso vivere così altri mesi,schiatto in queste condizioni.Il problema è che non sta scattando nulla in me,neanche la paura muove una minima motivazione..
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Re: Venire a patti con la propria condizione
Credo che vivere una vita decente senza essere in pace con se stessi non sia possibile. Nel senso, per me rassegnarsi vuol dire comunque aver raggiunto un certo equilibrio interiore con se stessi :)
Per quanto mi riguarda, per un lungo periodo ho cercato di poter essere come gli altri, ma poi capitano certi momenti no e tutti gli sforzi crollano inevitabilmente. E niente, la differenza tra gente in gamba e quelli come me, è che almeno i primi sicuramente non si adagiano ai primi ostacoli. |
Re: Venire a patti con la propria condizione
non verrò mai a patti con la mia condizione. La mia condizione non è un'assoluta incapacità a parlare con la gente magari fosse così. Almeno potrei farci qualcosa. Certo è difficile per me aprirmi con sconosciuti o fare amicizia/trovare nuovi amici, ma sento che il mio problema è ancora più grande. Non sono maturata abbastanza, ho passato la vita a cercare di risolvere problemi, sono sempre stata concentrata sui problemi e basta. Adesso qualsiasi cosa debba fare, la faccio da schifo, non mi tengo un lavoro neanche a sforzarmi, non sono capace di rendermi indipendente, ho comportamenti ancora da post adolescenza ma il tempo passa. Non riesco ad adeguarmi alla società, tutto mi viene difficile
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Re: Venire a patti con la propria condizione
Io non l'accetto, nonostante sappia di essere diversa e di stare anche bene (in parte) da sola, non accetto di essere così debole, non accetto il fatto di aver infranto da sola i miei sogni e di non riuscire ad impegnarmi abbastanza per realizzare quei pochi desideri che mi sono rimasti.
Non l'accetto perché non ero così e non so come ci sia arrivata ad una condizione simile. |
Re: Venire a patti con la propria condizione
nel mio caso più che accettazione direi rassegnazione, in questo periodo poi non ne parliamo, vorrei tanto provare a fare qualcosa ma proprio non ci riesco sono immobilizzato, ho solo pensieri autodistruttivi, pessimismo, sono tornate le crisi di pianto e non vedo prospettive di miglioramento
non ho la minima idea di come raddrizzare la mia vita, se mai fosse possibile... ormai sono diventato una pietra di paragone, io sono l'esempio di come non dovrebbe essere un individuo, sono la misura con cui gli altri pompano il loro ego a scapito della mia dignità |
Re: Venire a patti con la propria condizione
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Re: Venire a patti con la propria condizione
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datti pace perchè nella vita ci può essere compagnia però nasciamo soli e moriamo soli. |
Re: Venire a patti con la propria condizione
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Re: Venire a patti con la propria condizione
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io non voglio dettare la normalità, sto solo dicendo che NON-SIAMO-TUTTI-UGUALI. C'è chi da solo sta meglio che in compagnia e non siamo 1 su 100, guardati bene intorno. Lo stare bene non esiste, nessuno sta bene, infatti il topic si chiama venire a patti con la propria condizione. Si può stare bene soli o in compagnia ma sicuramente le persone intorno non sono la soluzione a tutti i mali. |
Re: Venire a patti con la propria condizione
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Re: Venire a patti con la propria condizione
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Re: Venire a patti con la propria condizione
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Re: Venire a patti con la propria condizione
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in tutti i miei 2082 messaggi non troverai mai la disperazione per non avere la ragazza, sono fatto così che ci posso fare? quando stai solo per 35 anni su 38 alla fine ti abitui..te ne fai una ragione che se stai solo forse è giusto così, che è la natura che sceglie per noi..non lo so.. qui non è che tutti ci uccidiamo se non abbiamo la ragazza.. molti purtroppo lasciano questo forum o scrivono poco proprio perchè il tema è sempre quello: la fantomatica ragazza! Manco fosse un essere soprannaturale :) |
Re: Venire a patti con la propria condizione
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si hanno alle spalle molti anni di solitudine....forse anche io fra qualche anno parlerò cosi, xrò sono assolutamente sicuro che magari quando avevi 20 o 25 anni non la pensavi in questo modo... |
Re: Venire a patti con la propria condizione
Non me lo ponevo il problema,pensavo che l'avrei trovata oppure no..non é quello il problema..se uno non sa stare da solo é un grosso problema, perché poi succede che la trovi,ok,che bello! Poi metti che ti lascia? Che fai,la ammazzi come quelli che si sentono in tv? Oppure ti ammazzi te? No, rimani da solo in pace e magari ne trovi un altra o magari no. Non cambia,ci sei cmq tu con te stesso
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Re: Venire a patti con la propria condizione
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venir a patti per me è importante, ma nel senso che non posso avere quello che voglio, non in queste condizioni, bisogna fare tutto un percorso, incognito ma chiaro allo stesso tempo. chi sa affrontare le difficoltà, è abituato a impegnarsi. chi sa tenere la testa alta è abituato a guardare il faccia i dolori . in pratica la soluzione spesso sta osservare l cose come stanno e agire da li senza cercare la scorciatoia, o il miracolo, o dose quotidiana. |
Re: Venire a patti con la propria condizione
Cerco di darmi da fare, almeno dal punto di vista degli interessi e di fare qualcosa di nuovo. Non migliorerà le mie capacità ma penso che cmq un minimo incida lo stesso almeno da come mi posso percepire. Peccato solo che non mi sia deciso prima e cmq in non tutti gli aspetti vedo miglioramenti.
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