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MisterIcs 07-08-2015 23:09

Re: Storia dei disturbi di socializzazione...
 
Quote:

Originariamente inviata da Borromini XXI (Messaggio 1570474)
Quindi tu pensi che questi comportamenti "maladattivi" come li definisce la scienza abbiano un senso di "conservazione", di "difesa"... io invece li vedo più come delle abilità non sviluppate, dei lati della personalità soppressi, sia che questo sia successo dalla nascita sia che avvenga in seguito a un evento traumatico

Ritornando al tema animali il lato di personalità soppresso a cui ti riferisci è il meccanismo di difesa del tipo colpisci o scappa che si innesca durante un'aggressione o altri tipi di meccanismi di stress o paura (in genere molto brevi ed intensi)
Con il progresso, il benessere fisico materiale, società sempre più uniformate (quindi con stili di vita e modi di comportarsi uniformati dove i rapporti umani sono incasellati all'interno di confini ben precisi come per esempio dipendente-datore di lavoro) e forme di controllo sempre più efficaci e capillari si è avuta una diminuzione dell'intensità della vita e quindi una sofferenza lieve e dilazionata nel tempo

notime 07-08-2015 23:14

Re: Storia dei disturbi di socializzazione...
 
misterics la tua ipotesi suppone che la storia proceda in linea retta e in una direzione ben precisa, ma - vale la pena ripeterlo - le carte sono spesso mescolate, e parecchio.

L'ipotesi più cretina in questo senso è Mad Max. In un futuro post-apocalittico l'umanità riprecipita nel cliché della barbarie e della semiumanità. E il post-apocalittico ci pende sulla testa ogni momento.

MisterIcs 07-08-2015 23:19

Re: Storia dei disturbi di socializzazione...
 
Quote:

Originariamente inviata da notime (Messaggio 1570504)
misterics la tua ipotesi suppone che la storia proceda in linea retta e in una direzione ben precisa, ma - vale la pena ripeterlo - le carte sono spesso mescolate, e parecchio.

L'ipotesi più cretina in questo senso è Mad Max. In un futuro post-apocalittico l'umanità riprecipita nel cliché della barbarie e della semiumanità. E il post-apocalittico ci pende sulla testa ogni momento.

diciamo che ho approssimato la curva evolutiva con una retta tangente.... procedimento valido per brevi intervalli di tempo
per quanto riguarda i scenari post-apocalittici, anche se poco probabili, non è detto che non si avverino... per fare un esempio: l'opinione pubblica europea prima del 1914 era contraria alla guerra

notime 07-08-2015 23:20

Re: Storia dei disturbi di socializzazione...
 
Quote:

Originariamente inviata da MisterIcs (Messaggio 1570505)
diciamo che ho approssimato la curva evolutiva con una retta tangente.... procedimento valido per brevi intervalli di tempo

di cui notoriamente la storia è fatta :mrgreen:

feaanor 01-09-2015 12:36

Re: Storia dei disturbi di socializzazione...
 
Tema molto interessante...da un lato la nostra società è molto più ricca e informata di ogni società passata, ma oggi l'uomo è individualista, mentre nel passato contava in modo fondamentale la comunità, a partire dalla famiglia (molto più numerosa di quella di oggi) al villaggio e così via.

Posso portare la mia esperienza personale (no, ancora non ho inventato la macchina del tempo:mrgreen::mrgreen:): il ramo materno della mia famiglia è calabrese e là ho almeno 10-15 parenti stretti tra zii, cugini ecc. e per molti versi i "costumi" sono all'antica, tipo italia degli anni '50-'60, il che è l'esatto opposto del ramo paterno, romano, di cui conosco si e no 3-4 parenti che non vedo quasi mai.
Ebbene, nei periodi che passo in calabria, mi accorgo che anche volendo non riesco a stare da solo e isolarmi come faccio invece qua a roma...da un lato è faticoso perchè ho bisogno dei miei momenti di solitudine, dall'altro però la vicinanza forzata in qualche modo mi stimola a fare meglio, ad agire, ad avere esperienze...in sostanza, là mi sento meno introverso e solitario


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