Originariamente inviata da FolleAnonimo
(Messaggio 1551959)
Sinceramente mi affido completamente alla mia paura che penso mi eviti tante umiliazioni e situazioni da vomito, c'è stato ovviamente un passato dove la paura si eclissava e questo solitamente mi portava in situazioni sentimentali,lavorative,sociali dove rotolarsi un intera giornata nel letame era preferibile, pensare di vivere nuovamente questa realtà non solo mi fa paura ma rabbia, disprezzo, cattiveria, devo veramente uscire dalla mia gabbia con la certezza di ritrovarmi nuovamente in queste situazioni terribili? Si la certezza è sicura, come si può credere che potrebbe andare tutto diversamente dopo centinaia di reazioni testate, è una follia pura desiderare tutto questo, capisco solo se si è obbligati a farlo per necessità.
Comunque voglio dirti che non vedo il mondo di un solo colore, penso ci siano tante realtà e che molte persone possano tranquillamente vivere la comunità molto bene, integrandosi, che ci siano molte possibilità e chiunque può desiderare di ottenerne una con successo, però penso sia una follia nella sua maggiorparte quando si ricerca la felicità, infatti sono d'accordo che il concetto di pace è un utopia, si diventa facilmente un automa nel desiderio della stabilità e mi spiace ma penso che sia molto più orribile un gabbione condiviso che una propria solitaria personale.
Nemmeno tu puoi avere chiara l'idea d'essere un senzatetto, può essere solo un concetto stereotipato finché non si vive questa realtà, molto probabilmente è terribile, umiliante, con la probabile fine in malattia e solitudine, rimane comunque una conseguenza innegabile al desiderio di rinnegare la società; Personalmente (anche se non condividerai) è l'unico pensiero positivo che mi fa andare avanti la possibilità di ritrovarmi senza un tetto, vivere la vita con necessità più basilari, vorrei sconfiggere la mia paura per ottenerlo perché anche in questa realtà c'è il mistero dove non vedo un singolo pessimistico colore, un esperienza di consapevolezza migliore che non determina obbligatoriamente la fine di se stessi.
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