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Re: Il disagio sociale
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Io vi ricordo che l'ho superato. Quindi evidentemente ne ho una consapevolezza consistente. Posso essere una risorsa utile, cosa aspettate a sfruttarmi? Sono uno 0-! |
Re: Il disagio sociale
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Re: Il disagio sociale
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Però non è tanto importante la causa scatenante quanto la causa di permanenza: i bulli non ci sono più alla mia età, cosa mi importa? Se ho ancora il disagio sociale evidentemente il problema è un altro. |
Re: Il disagio sociale
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In genere si fa una media statistica per valutarlo, ma una media nasconde bene che in certi singoli casi le persone e gli individui magari non stanno bene affatto.ù Io da singolo difendo il mio interesse e privilegio il mio interesse, non quello della globalità. Poi gli interessi dei singoli se soddisfatti producono anche un benessere globale, ma questo benessere globale al più rappresenta una media statistica dei vari valori relativi al benessere individuale di ognuno di noi. Il benessere di una certa globalità (così inteso) può essere buono ma andare in conflitto lo stesso con gli interessi di certi singoli o di certe minoranze... Succede quello che diceva Trilussa... Sai ched'è la statistica? È na' cosa che serve pe fà un conto in generale de la gente che nasce, che sta male, che more, che va in carcere e che spósa. Ma pè me la statistica curiosa è dove c'entra la percentuale, pè via che, lì,la media è sempre eguale puro co' la persona bisognosa. Me spiego: da li conti che se fanno seconno le statistiche d'adesso risurta che te tocca un pollo all'anno: e, se nun entra nelle spese tue, t'entra ne la statistica lo stesso perch'è c'è un antro che ne magna due. Che una globalità di individui mediamente stia bene non implica affatto che ogni singolo individuo stia bene. Faccio un esempio semplice, una coppia di individui rappresenta una globalità. Ora io personalmente non tendo a privilegiare affatto la coppia rispetto alla non-coppia, quel che conta è che entrambi i singoli riescano a soddisfare meglio le loro esigenze individuali all'interno di questo tipo di relazione, se non è davvero così (se i singoli non stanno bene in questo tipo di relazione) la coppia non ha alcuna ragione di esistere dal mio punto di vista... Perché bisognerebbe dare tutto questo valore alla coesione o certi tipi di coesione se poi all'atto pratico non permettono di soddisfare i veri desideri dei singoli. Poi succede anche questo: se uno dei membri di una coppia sta una volta peggio in coppia (in un certo tipo di relazione di coppia) e l'altro quattro volte meglio in coppia, facendo una media potremmo dire che "globalmente si sta meglio" e che la coesione arricchisce. Ma al singolo individuo, quello che sta peggio, cosa gliene può mai fregare di questo valore globale aggiunto legato alla coesione se lui ci va a perdere? :nonso: Ed in base a quale logica bislacca un singolo dovrebbe privilegiare un interesse globale di un gruppo di individui, di cui magari fa anche parte, a discapito del proprio? Per me il singolo fa più che bene a privilegiare il proprio benessere rispetto a quello di un qualsiasi gruppo, ma penso che già normalmente in generale ogni persona funziona così. Perciò non vedo e comprendo quale sia questa inversione di valori di cui parli. Se il gruppo funziona da supporto nei confronti dei propri interessi allora sono d'accordo con te (ma in tal caso si sostiene la coesione, o un certo tipo di coesione, perché conviene), ma mica è detto che sia così. Per me l'interesse dei singoli soltanto esiste, non esiste alcun interesse della globalità (che non è un organismo, non ha intenzioni e desideri e che perciò non si può trattare come tale). Sono i singoli individui che hanno intenzioni e desideri, poi in base a questi si costruiscono e istituiscono certi tipi di organizzazioni, relazioni ed altro grazie a dei rapporti di potere e di forza di vario tipo. Che poi questi rapporti siano una manna dal cielo e un toccasana per tutti bisognerebbe andarlo a verificare caso per caso chiedendo ad ogni singola persona se è contenta e felice di vivere nel mondo e nei modi che questo mondo le concede. Io mi chiedo prima di tutto "io come sto?", e quando sto bene e sono felice secondo il mio senso posso dirmi soddisfatto. Per me questo è davvero importante, tutto il resto è giusto che venga dopo, compresa ogni forma di coesione ed armonia sociale auspicata da questo o quell'altro per il loro quieto vivere. |
Re: Il disagio sociale
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http://www.repubblica.it/economia/20...olt-104270443/ |
Re: Il disagio sociale
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Io dico di aver superato il disagio sociale perché altrimenti nessuno mi vedrebbe come una risorsa affidabile. Pensa se aprissi un post dicendo "sto sempre malissimo, ma ho trovato delle ipotetiche soluzioni"... chi mi darebbe ascolto? Sono passati ormai sei mesi da quando il mio stato si è stabilizzato, credo di poter essere d'aiuto. Tra l'altro non nego di poter progredire ulteriormente: fra domenica scorsa e mercoledì ho avuto un terribile attacco d'ansia, nel quale caso ho richiesto aiuto ad alcuni forumisti (angus e lupanisky). Ora però sto bene quindi è il mio turno di offrire consigli, finché posso. |
Re: Il disagio sociale
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Re: Il disagio sociale
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Non so, la rassegnazione passiva la vedo come una forma di debolezza. Allo stesso modo come sperare in future soluzioni a prescindere. Preferisco pensare ad una persona come forte se soffre e cerca attivamente di arrivare ad una soluzione, ben sapendo che potrebbe benissimo non esserci nessun punto di arrivo però. Quote:
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Direi che allora nel tuo caso la causa scatenante ( bullismo) sia quella che ti ha portato ( insieme a tutto il resto che fa parte della tua vita chiaramente ) a interiorizzare tutta una serie di comportamenti, pensieri etc fonte di sofferenza anche al venir meno di quest'ultima. Mi pare tu dica appunto di essere arriato ad una soluzione a quest'ultima situazione, ora. Però immagino il tutto sia stato fonte di sofferenza nel mentre. Sofferenza che magari permane ancora in parte. Quote:
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Ho superato ( e anche qui in realtà è tutto da vedere) bullismo, pensieri suicidi, violenza sessuale, forme varie di bassa autostima e via discorrendo ma la comprensione che ho di queste cose è altamente parziale. L'unica consapevolezza solida che potrei avere relativamente a quei fenomeni è di quello che in me li ha scatenati, hanno provocato e di cosa mi è servito per superarli. |
Re: Il disagio sociale
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Vediamo se riesco a chiarire la differenza fra individuale e globale. Allora, mettiamo che nel mondo ci siano 10 persone. Ciascuna di queste persone si autoproduce il cibo, si ripara l'impianto elettrico, installa pannelli solari per l'energia, eccetera. Stanno tutti bene? Se sì, questo è un benessere individuale. Separato. Isolato. Se invece ci sono 10 persone, dove alcune riparato gli impianti elettrici degli altri, dove alcune forniscono l'acqua ad altre, dove alcune coltivano il cibo per altre. Se tutti ricevono e tutti danno, allora questo è un benessere globale. Di gruppo. Basato sulla dazione. Il secondo benessere è più stabile perché nel caso ci manchi una risorsa possiamo contare sul sostegno reciproco e sul fatto che qualcun altro avrà quella risorsa. Inoltre è bello dare, no? :) |
Re: Il disagio sociale
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Re: Il disagio sociale
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Re: Il disagio sociale
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Re: Il disagio sociale
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Prima di tutto non vedo perché dovresti attaccarmi con una tale vena polemica. Che ti ho fatto? Cosa ho fatto a chi di voi? Dove e quando? Perché? Io ho avuto la fortuna, il culo, la benedizione, di uscire da un disagio enorme che tramite approfondite riflessioni, confronti con psicologi e psichiatri, genitori, siamo riusciti a razionalizzare. Io vi porto delle soluzioni concrete non a nome mio (chi sono io? non sono forse soltanto un nickname?) ma a nome di Fluviale, una maschera, una "robba" senza un'identità precisa. Sono soluzioni concrete e che hanno funzionato. Mettere in dubbio le mie buone intenzioni con questa malizia mi offende veramente tanto: mi domando che bisogno ci sia. E' ovvio che io sia un soggetto poco stabile, altrimenti non sarei mai caduto nel disagio sociale. E' ovvio che io vi reputi miei pari (in molti casi vi reputo di grande potere intellettuale e morale, superiore al mio) altrimenti non mi sarei disturbato a venire qui. Se tu superassi i tuoi problemi e non avessi l'esigenza di condividere le soluzioni... sbaglieresti. Pensa se tutti avessero fatto così. Pensa se le persone che hanno scoperto delle soluzioni a dei problemi psichici se le fossero tenute per sé. Pensa a quanta gente ne sarebbe preda senza saperlo. Forse il disturbo ossessivo compulsivo sarebbe ancora ritenuto qualcosa di connaturato alla propria persona. Forse tutti i disagi psichici sarebbero ritenuti delle pazzie e i pazzi isolati. Io dico che il disagio sociale è un disagio, una distorsione che causa malessere. Questo dovrebbe motivare a guarire e star meglio... Comunque in buona misura ho effettivamente raggiunto qualcosa che posso definire come la mia "cuccagna", anche se con qualche ricaduta. Ma che c'è di male se voglio esporvi cosa impedisce di raggiungerla? Per me è veramente incomprensibile... |
Re: Il disagio sociale
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Re: Il disagio sociale
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Lo so che infastidisce l'aiuto "offerto dall'alto", a me avrebbe fatto rabbia, ma questa impressione che evidentemente trasmetto deriva semplicemente dal fatto che per miracolo siamo riusciti a razionalizzare un problema. Forse dovrei recuperare una modalità più dialogica... Anzi, ho deciso che attraverso post pubblici non offrirò più alcun tipo di aiuto. Userò modalità diverse. Grazie per avermi segnalato il disagio. Ciao :) |
Re: Il disagio sociale
Fluviale posso chiederti qual'è il principale cambiamento interiore che ha fatto sì che ti definisca guarito dal disagio sociale?
Cos'è quella cosa che è nuova in te? pensiero/modo di ragionare/consapevolezze o cos'altro? Anchio ho fatto passi avanti ma non riesco ancora a definirmi guarito. E quali sono i passi principali che ti hanno fatto arrivare a quella maturità e realtà di pensiero? E' frutto di moltissimi piccoli passi sicuramente, ma col sennò di poi quali sono i fatti principali? Io sono del parere che ogni individuo ha una sua strada per la risalita, qualcosa di analogo ad un altro può esserci ma nessuna risoluzione di un problema è efficace per tutti, altrimenti gli psicologi non servirebbero a nulla. Ciò non toglie che sentire progressi come i tuoi può essere positivo mentalmente e dare buoni spunti per provare ad uscirne. |
Re: Il disagio sociale
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Re: Il disagio sociale
No caratteriale, ti ringrazio per essere stata così elastica, per me è un piacere poter dialogare :) Non voglio assolutamente finire per essere impositivo e fare soffrire qualcuno, se ho causato sofferenza mi devo scusare, perché mi dispiace tanto.
Crystal, chiamarla maturità di pensiero penso sia eccessivo, perché se avessi davvero conseguito una maturità di pensiero sarei stato capace di comunicare con voi in maniera razionale sin dall'inizio. Il percorso che ho seguito per riuscire a eradicare l'ansia è stato molto lungo e complesso. Infatti, non mi aspetterei mai che qualcuno possa miracolosamente stare meglio leggendo uno o due dei miei post. Però, dato che mia madre tramite le sue parole di incoraggiamento e la sua costanza nel ripeterle mi ha smosso profondamente, ho creduto che avrei potuto fare lo stesso anche qui. Fondamentalmente ho seguito queste indicazioni: perdonare, tollerare, smontare l'ego, non trascurarsi. Il percorso tramite cui ho assimilato che seguire quelle indicazioni è stato altamente non lineare, sofferto e costellato da disturbi d'ansia di intensità estrema. Però per me ha davvero funzionato alla grande. Prima di tutto, il perdono garantisce la fiducia nel prossimo, quella fiducia che permette di avere rapporti sempre costruttivi, di pensare di poter sempre migliorare una situazione che non è propriamente perfetta con qualche nostra conoscenza. La tolleranza combatte perfettamente l'ansia, perché accettare i difetti delle persone, delle cose e di noi stessi garantisce un basso livello di disagio nel caso le persone, le cose o noi stessi non siamo all'altezza di qualche parametro. Smontare l'ego è fantastico: all'inizio fa molta paura, perché si pensa di perdersi, invece ci si guadagna molto. Ovviamente questo è un processo ancora in corso e non deve essere completo (altrimenti ci si annulla, che è un errore). Pensa quanto può essere bello dire: lui è più bravo di me al pianoforte, gli auguro di ottenere ciò che vuole. Magari hai una puntina di invidia, ma se sei contento del successo di altri vuol dire che hai un'altissima fiducia nei tuoi valori. Una stabilità grande, data dal fatto che la tua autostima non dipende dalle potenzialità magari maggiori degli altri! Non trascurarsi è per compensare lo smontare l'ego: posso tollerare di essere sminuito, se ciò è congruo, ma se non è congruo non posso e non devo tollerarlo. Se tutti lo facessero, tutti soffrirebbero, ed è quindi sbagliato. Certamente questi principi possono essere raffinati :) Visto che ogni tanto ho qualche attacco d'ansia. |
Re: Il disagio sociale
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Re: Il disagio sociale
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Se non dovressero trovare quella "soluzione" che vanno cercando saranno distrutti? Se la risposta è no, allora li definiresti rassegnati. Se la risposta è sì, allora hanno una debolezza perchè dipendono dall'esito di quella ricerca. |
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