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Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
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Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
Questa è una condizione classica per noi. L'essere ipercritici verso noi stessi,bassa autostima,paura del costante giudizio esterno (prevalentemente percepito in negativo) unito a un giudicare gli altri in maniera più assolutoria perché in fin dei conti "sono meglio di me loro hanno il diritto di sbagliare ogni tanto". BALLE. Ci raccontiamo queste cose a causa di quello che ci è successo da piccoli ( nel mio caso un padre incontentabile) ma ce lo diciamo anche perché abbiamo paura del cambiamento. Il primo paso da fare è capire che nessuno può avere la pretesa di sapere cosa c'è nella testa degli altri e questo lo hai già colto :bene: ma non basta: serve quello scatto d'orgoglio che ci fa apprezzare come siamo,quell'umiltà nel perdonare i genitori (solo se lo meritano però!) e accettare che il passato è passato e apprezzare qualsiasi dimostrazione anche minima d'amore che ti danno e soprattutto capire che gli altri non stanno sempre a guardare noi. Comprendere che i problemi non sono un nostro monopolio e che anche loro avranno dei grattacapi ma vanno avanti. Parlare con qualcuno e scoprire che persone non sociofobiche avevano paura del giudizio esterno nei momenti più impensabili (come fare la fila al ristorante) mi ha aiutato molto. Ho capito che i nostri problemi sono anche altrove ma che io ne avevo in eccesso. Non se ne sono andati e non se ne andranno mai del tutto però impari a conviverci e non ti ci fai influenzare più di tanto. E la forza di volontà insieme alla curiosità sostituiscono le paure e l'ansia :mrgreen:
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Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
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Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
Penso serva il sostituire il giudicare se stessi con il giudicare le proprie azioni.
Fin quando si agisce in coerenza con i propri principi, non si ha motivo di giudicarsi negativamente. Sottolineo, propri. |
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Nel mio caso sto notando che io, probabilmente avendo introiettato un giudizio genitoriale troppo sminuente, non mi sono mai accontentato di quello che sono e quello che faccio. Una cosa fatta da me o è il massimo, il top (e mai lo è stato, sono una persona con capacità normali, e comunque c'è sempre uno più bravo di te) oppure è 'na schifezza e tanto vale non farla. Questa logica del tutto o niente mi ha impedito di formare una sana autostima, perché non faccio nulla che mi vada bene e che possa fare da base per un'idea di me stesso più stabile e convinta. L'autostima si costruisce come un muro con tanti mattoncini, se ogni volta che prendi un mattoncino ti sembra difettoso e lo butti via il muro non lo costruirai mai. |
Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
"tu giudichi, giudichi sempre, tutti e tutto" mi é stato detto qualche giorno fa. .pensiamo di vivere in funzione del giudizio altrui ma a quanto pare dall'esterno appare il contrario
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Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
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Per rompere questo circolo a me ha aiutato prendere consapevolezza delle mie qualità e dei mie valori, e "tenerle a mente" quando ero in una situazione in cui solitamente mi sentivo giudicata. |
Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
Noi,gli altri se ne fregano
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Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
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Prima o poi può essere che trovo un'attività che riesco a svolgere senza sentirmi troppo male e che può divenire fonte di reddito, ma adesso proprio non c'è e non la vedo. Ora io ammetto che questa cosa non mi riesce proprio, ma poi oltre a non poter fare affidamento su un'entrata economica decente (unica cosa che davvero mi manca) devo constatare che, soltanto in base a questo, io vengo giudicato male da moltissime persone attorno a me, che le relazioni con l'altro sesso subiscono comunque colpi... E così via... Vieni ritenuto una sorta di difetto sociale. Non mi si può dire che creo io questa situazione qua (intesa come "reazioni delle persone al semplice fatto che non lavoro") con la creazione di giudizi fittizi e che posso essere e vivere come mi pare e gli altri non batteranno ciglio... Mi si prende solo per i fondelli quando poi mi viene detto questo. Mi si può dire solo al più che la creo questa reazione non lavorando, ma in questo caso io faccio o non faccio qualcosa, non esprimo affatto giudizi, i giudizi relativi a quel che faccio o non faccio a quanto pare non li esprimo comunque io. Avessi il potere di indirizzare e modificare il giudizio altrui nei miei confronti direttamente l'avrei già usato abbondantemente questo potere e starei messo molto meglio adesso. Non è che sono matto io nel percepire tutto questo (questa non è un'idea delirante tipo quella dei paranoici che sostengono di esser perseguitati dagli Ufo o dai servizi segreti), esiste davvero ed è molto diffuso questo atteggiamento negativo nei confronti di chi non lavora (e non ha un'entrata economica paragonabile a quella di un lavoro) e bisogna anche conviverci con questo atteggiamento negativo sociale qua qualora ti trovassi in una situazione analoga alla mia. Ti dicono che parte da te l'atteggiamento negativo, ma poi com'è che quando sto da solo o non frequento certe persone e ambienti non parte proprio nulla? :nonso: Ci sono ovviamente anche altre persone nella mia stessa situazione e fortunatamente la maggior parte di queste non giudicano (queste persone frequento attualmente). Comunque c'è anche una minoranza che si autoflagella da sola, non solo non riesce ad inserirsi o adattarsi, ma si giudica pure male all'ennesima potenza così come la giudica chi si è inserito in certi modi assumendo questo punto di vista qua. Il fatto che sia diffuso un certo modo di etichettare in modo negativo dei tipi di persone all'interno di certi ambienti lo vedo, non mi si può dire che sono "paranoie" mie. Tieni presente che non sto dicendo "non dev'essere così" sto solo dicendo che c'è, è diffuso questo modo di etichettare o far fuori le persone all'interno di certi rapporti sociali, e che non parte di certo da me o dalle persone che vengono giudicate male in certi sensi. Questo è solo un aspetto della faccenda, ovviamente ce ne sono anche altri, ma in generale non è detto che sia vero che il giudizio negativo relativo a qualcosa parte da chi viene giudicato, spesso questo non possiede nemmeno uno "specchio" grazie al quale potersi guardare. Magari si avesse questo potere qua, basterebbe giudicarsi perfetti e come assolutamente preferibili e gli altri poi grazie soltanto a questa convinzione qua ci riterrebbero tali? Non ci sarebbe bisogno di scendere a compromessi con le loro preferenze relative al cosa dovremmo essere noi per risultare piacevoli e gradevoli a questi? |
Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
Certo che ci giudicano ma secondo me non in maniera così distruttiva come pensiamo.
Non tutte le persone che incontriamo piacciamo ovvio, ma forse chissà che qualcuno non ci giudichi anche positivamente... prendiamone atto. Poi se abbiamo così paura del giudizio degli altri è perché ci percepiamo inferiori oppure siamo così soli da non avere appoggi e soddisfazioni esterne. |
Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
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Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
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il giudizio è tutto nostro, e la paura ci fa pensare che gli altri siano severi con noi come noi stessi lo siamo :interrogativo: ok, non si capisce niente, la frase è scritta in un italiano pessimo, ma se si rilegge più volte alla fine il senso lo si afferra ._. |
Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
Io non tendo a giudicare male le persone, anzi, solitamente mi metto sempre un gradino più sotto a tutti, mi sminuisco spesso e mi considero di gran lunga inferiore agli altri. Ho un'autostima praticamente nulla e sono molto più critica verso me stessa di quanto non lo sia verso gli altri, per questo ho sempre paura di essere giudicata negativamente da chiunque.
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Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
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Spesso ragiono troppo su ciò che gli altri compiono riconducendo sempre tutto alla buona fede.. Per me invece non faccio sconti e punto dritto al giudizio (con verdetto negativo o cmq sminuito). |
Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
che gli altri giudicano(chi più, chi meno) mi pare lapissiano.
poi che bisogna fregarsene veramente del giudizio altrui e quindi dargli pochissimo peso anche.. fosse sempre facile fregarsene :testata: |
Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
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Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
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In questo senso, siamo noi a vedere il giudizio negativo, perché guardiamo le persone con la paura, dunque vediamo gli indizi che presagiscono all'emarginazione da parte della società. Con questo non sto dicendo che l'albero non ti può cadere addosso o che la società non ti può emarginare, sto solo dicendo che siamo noi a decidere come impiegare le nostre risorse cerebrali, i nostri "occhi mentali", in base ai nostri obiettivi. Se il nostro obiettivo è "evitare l'emarginazione" è sicuro che vedremo tutti gli indizi che presagiscono all'emarginazione, all'esclusione, alla non accettazione. Forse dovremmo cambiare obiettivi, i nostri obiettivi devono essere altri, le cose positive che desideriamo per la nostra vita. |
Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
la verità è che pensiamo che tutti ci giudichino perchè siamo noi i primi a giudicare, o almeno io son così. So che è sbagliata la cosa, ma come per l'arrossire, non riesco a bloccare il pensiero.
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Re: Sono gli altri che ci giudicano o siamo noi?
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Ad esempio i voti a scuola non me li davo di certo da solo né sentivo questa necessità eppure i voti c'erano... E nemmeno quando sono andato a fare un concorso pubblico per ottenere un inserimento giudicavo e valutavo da solo se mi spettava questo posto. A me sembra che vengono usati criteri esterni e vengo valutato e schiacciato in una graduatoria in base a questi, non è mica vero che mi vado a piazzare là dove preferisco in base a quel che mi passa per la testa!? Le persone intorno a me poi sostengono che sono io a fare queste cose da solo e che sono il primo a giudicare (male) me stesso piazzandomi a piacere in certe posizioni gerarchiche basse (economiche e sociali)... Ma alla luce di un'esame di realtà minimamente serio, le cose poi non stanno così. Se ce l'avessi il potere di piazzarmi dove mi pare restando ed essendo quel che mi pare, mi sarei già piazzato lì da un bel pezzo... Mi sarei dato un buono stipendio, mi sarei fatto apprezzare da certe donne che mi piacciono davvero così come sono (e avrei impedito che queste mi rifiutassero)... Sono io a decidere come vengo giudicato dalle altre persone? E allora perché diavolo dovrei scegliere di esser giudicato male e di essere scartato? :nonso: Ecco, mi dà fastidio chi afferma e sostiene queste cose relative all'autogiudizio che crea il giudizio esterno degli altri nei nostri confronti, perché sono affermazioni palesemente false. Tutta questa teoria è un'enorme presa per i fondelli perché cerca di attribuire un enorme potere al singolo individuo... Potere che all'atto pratico il singolo non ha affatto. |
Andro' controcorrente nel dire che il giudizio degli altri non solo e' inevitabile, ma anche naturale.
Il giudizio e' il meccanismo con cui la mente dell'uomo interpreta la realta' che ha di fronte. Tutto deve essere esaminato e catalogato in qualche modo. Non so, forse questa tendenza deriva dal fatto che usiamo un linguaggio limitato per comunicare agli altri una realta' che invece e' sfumata. La natura non ha "salti" (per questo adoro la "logica fuzzy"). Il punto e': accettiamo il fatto che gli altri ci giudicheranno sempre per un meccanismo naturale e scegliamo quindi di non dare troppo peso alla cosa. Ovvero freghiamocene! :) Gli altri ci giudicano, ma ai piu' quanto importa veramente di noi? Poco o nulla. Quindi perche' curarci del loro giudizio? Ho osservato che solo ignorando il giudizio altrui riesco a essere veramente me stesso. E quando ci riesco mi relaziono meglio con gli altri, che ironicamente mi apprezzano di piu'. :) |
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