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Re: Prova di coraggio
Concordo anche io con il fatto che la pratica senza un ragionamento prima, non è molto efficiente.
Secondo me la cosa ti è andata male proprio per le paranoie che ti sei fatto PRIMA del colloquio. Dopo avresti potuto maledirti, ma prima avresti dovuto usare il pensiero positivo. Molto ridono su questa cosa, ma non si accorgono di come il pensiero positivo aiuti. Se io penso di essere un'incapace (ad esempio), poi se mi trovo a svolgere un compito magari mi tremeranno le mani davanti a tutti, farò cadere qualche oggetto e andrò in tilt nel momento di parlare. Ma se mi convinco che sono forte, che affronterò la cosa come va affrontata e che ce la posso fare, ecco che allora aquisirò maggiore sicurezza e credibilità agli occhi degli altri. Esistono gli psicologi proprio per lavorare sulla mente delle persone, è quella che causa i disastri si sa. Quindi secondo me avresti dovuto prendera in modo meno pesante, certo non sottogamba, ma almeno darti "un tono" e non presentarti totalmente nel pallone. |
Re: Prova di coraggio
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Poi come è andata, dite? ovviamente è stato un mezzo disastro, una mezza Waterloo. I primi tre giorni sono andati discretamente anche se da solo facevo un po' fatica a socializzare con gli altri ragazzi europei (mi trascinavo grazie all' estroversione dei miei due compagni di stanza), sia per la fobia che per l' ulteriore difficoltà di dover parlare in inglese. Poi qualcosa è "scoppiato" in me, come se non riuscissi a reggere tanta forzata socialità in una volta sola, e ho cominciato a evitare di uscire la sera dopo i corsi (perdendomi tutte le serate e nottate "più divertenti" e anche la possibilità di rimanere minimamente impresso nella mente di qualcuno). Ovviamente i miei due compagni di stanza hanno cominciato a chiedersi cosa non andasse in me e per quale cavolo di motivo uno che fa un corso di una settimana all' estero poi resti chiuso in stanza per 4 sere di fila.. me la sono "cavata" dicendo che era un periodo un po difficile perchè stavo facendo degli accertamenti medici che mi tenevano in pensiero (cosa peraltro vera..). Per fortuna che erano due bravi ragazzi, fortunamente non hanno "infierito" più di tanto (anche se qualche battuta con gli altri ragazzi italiani che avevano conosciuto sarà scappata sicuramente..) Morale: buttarsi fa sempre bene, soprattutto per quelli come noi, ma pretendere di andare a 200 km/h con una ferrari quando si è abituati a guidare una panda a 60 km/h effettivamente espone al rischio di subire figure umilianti.. Io ho preteso, in una volta sola di: - conoscere gente straniera parlando in inglese - conoscere altri italiani con cui condividere la stanza (e che oltretutto erano molto amici da parecchi anni, quindi con schemi comportamentali super oliati fra di loro) - stare 24/24 a estroversalizzare con gente sconosciuta proveniente dalle più disparate località - seguire e dare un esame di un corso con poca possibilità di studiare (dopo la fine della lezione pomeridiana infatti tutti pensavano a divertirsi e bere birra con gli altri stranieri, in pochissimi pensavano "studiamo per l' esame -.-'') - provare a conoscere ragazze ed eventualmente approcciarle ed è finita piuttosto male.. però onestamente sono rimasto comunque contento di averci provato. Alla fine è comunque un' esperienza in più da raccontare (ovviamente in maniera edulcorata.. ;):miodio:) |
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