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Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
Io ci son sempre riuscita ma non è una bella cosa. E' solo sintomo di chiusura estrema. Perché poi tra l'altro quando arrivi a casa le emozioni ti travolgono come uno tsunami e stai malissimo. Oppure se ne stanno in apparenza silenti e ti mangiano dentro. Magari riuscissi a sentire le emozioni sul lavoro, o in generale fuori casa, vorrebbe dire che mi sto liberando.
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Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
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Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
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alla fine ho "mollato" dopo ennesima presa per il chapet del capo |
Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
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Oltre al fatto che devi pure ringraziare per essere sfruttato perché diventato un privilegio di pochi fortunati, lavorare significa sputare sangue (quando va di lusso 8 ore al giorno) perché chi ti fa il contratto pretende, visto il privilegio che ti offre, prestazioni abnormi e che ti assorbono letteralmente ogni energia vitale al prezzo della propria (sempre al limite) sopravvivenza. Alcuni sono realmente grati di tutto ciò perché non fanno altro che compiere il proprio dovere. Poi di corsa a casa giusto per mangiare, guardare la tv, dormire e riprendere le energie appena sufficienti per farsi rubare l'anima anche il giorno dopo. |
Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
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Devi trovare un tuo metodo e raffinarlo, ce ne sono un bel po' per emozioni di varia intensità: per esempio la psicoterapeuta mi ha suggerito (quando arrivano molte emozioni negative) di immaginarmi un contenitore dove mettere tutti i pensieri sgradevoli, altri si trovano bene a meditare lasciando scorrere i pensieri o anche instaurando un dialogo interno consolatorio. C'è da tenere presente che sono metodi da usare per l'emergenza del momento, il resto del tempo dovrebbe essere dedicato a capire da dove vengono queste emozioni disturbanti, anche perché reprimerle le fa tornare dopo più potenti di prima. |
Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
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E' quello che penso e quello che succede ... una melodia di sottofondo che più o meno lavora insieme a me. |
Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
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Non so se si possa imparare a lasciare a casa le insicurezze, il bisogno di approvazione, l'ansia, etc. forse si può imparare a riconoscere queste problematiche e gli effetti nefasti che hanno sulla percezione della dimensione lavorativa e cercare di conviverci. Il problema è una mentalità quasi universalmente accettata, secondo la quale il lavoro non è solo un mezzo, uno dei tanti aspetti, piacevole o meno, della vita, un servizio che offriamo, la risoluzione di problemi altrui ma uno status vero e proprio in cui ci si identifica, a volte totalmente purtroppo. C'è quasi un crogiolarsi nel parlare dei propri problemi sul lavoro, avere problemi lavorativi implica avere un lavoro, mentre risulta imbarazzante ammettere di essere disoccupati. |
Ansiolitici e auricolari con musica a palla.
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Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
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Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
non è molto facile, certo bisogna provarci, ma non so se più di tanto si riesce.
posso riuscire a controllare l'ansia, a contenere un po' la rabbia, ma spesso capita che dico cose che non dovrei dire, cose fuori dal coro e tutti i normaloni/uniformati ti guardano come se fossi un marziano |
Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
Secondo me è impossibile è come cercare di lasciare una gamba a casa.
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Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
Diciamo che non sempre ci riesco, ma cerco sempre di mostrare la parte più "bella" (simpatica, ridente, gioiosa) per non far capire che sono particolarmente giù di corda (e nello scorso mese è capitato spesso, non per colpa del lavoro). Non è facile, ma mi sforzo.
Fino al 2008, le mie preoccupazioni riguardavano tutte il lavoro ed era impossibile non pensarci: lavoravo male, i miei datori di lavoro se ne accorgevano e quante volte sono finito con le lacrime... :miodio: |
Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
Ho paura che sia una cosa molto difficile tagliare fuori completamente le emozioni… almeno per quel che mi riguarda… non ho avuto molte esperienze lavorative, ma ricordo come durante il mio primo stage il disagio che mi provocava il luogo di lavoro richiamasse con forza tutte le problematiche private, enfatizzandole… mi martellavano in testa, e mi distraevano, causandomi altri problemi… un circolo vizioso… poi ho finito per concentrami sul da farsi, e a gestirle in qualche modo… come una presenza costante, che si riaffacciava nei momenti di calma… finivo per dirmi: va bene, i problemi ci sono, ma adesso devi pensare a “sopravvivere” a questa giornata… difficile dire se un approccio del genere possa funzionare… io stesso sono incasinato al riguardo… un po’ come tenere i problemi al guinzaglio, averli sempre a portata di mano invece che lasciarli liberi e ritrovarseli addosso la sera… ovviamente come è già stato detto la cosa migliore sarebbe risolvere tutto alla radice… però a pensarci continuamente mi sembrava proprio di complicarmi ancora di più la vita…
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Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
lo fai perchè lo devi fa .
la routine aiuta molto cmq , i primi giorni anche se sono un incubo ora so che se lasci passare il momento critico iniziale diventa tutto insignificante e quindi privo di ansie. |
Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
Probabilmente la routine è davvero la soluzione migliore, a patto di riuscire a raggiungerla… sicuramente vale lo sforzo inziale… forse sono banalità ma poi dipende anche dal lavoro, e da quanto uno riesca a “farselo piacere”… quando i problemi personali si sovrappongono a quelli lavorativi può essere facile far confusione, almeno a me era capitato…
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Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
non credo sia facile, e comunque non c'è nulla di male se magari traspare al lavoro un momento un pò così, siamo umani
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Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
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alla fine siamo pur sempre liberi di fare quello che vogliamo , te becchi le conseguenze ovvio però sei pur sempre libero di mollare tutto e nn è male come cosa , è già tanto il fatto che potenzialmente sei libero , t'aiuta a fare lo schiavo meglio :D |
Re: Lavoro: lasciare le emozioni a casa
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poi vedi che nn funziona solo col lavoro sta cosa allora è la fine , isolamento rulez :D |
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