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Citizen Kane 24-12-2014 02:05

Re: Darwinismo sociale.
 
Mmh. Distinguiamo tra bullismo e stimolo sociale verso una reazione.

Al primo non ci si può opporre in quanto farlo significa effettivi lividi. Al secondo, non opporsi genera isolamento e probabilmente una buona parte dei disturbi che veniamo a raccontare qui. Il resto è solo caso e genetica.

Nel caso dello stimolo, il darwinismo sociale ha ragione. Nel caso del bullismo no.

Il problema sorge quando al bambino viene detto da familiari, maestri eccetera di NON reagire, e il bambino confonde le cose in quanto bambino.
Magari ci vorrebbe l'ora di darwinismo sociale al posto di quella di religione
Un mondo di estro verrebbe su
L'undicenne bulleggerebbe suo padre sociofobico in poche settimane :mrgreen:

veracare 24-12-2014 02:36

Re: Darwinismo sociale.
 
Che il più forte abbia la meglio non è una teoria, è la definizione di più forte.
Meno che mai vedo perché dovremmo auspicarlo od esserne contenti

utopia? 24-12-2014 11:46

Re: Darwinismo sociale.
 
Penso che una simile teoria non meriti neanche il termine "sociale" che contiene al suo interno.
Una simile società non sarebbe degna d'esser definita tale.
...
Non che quella attuale lo sia, dopotutto.
...
Una società degna d'esser definita tale, esisterà mai?

cancellato13317 24-12-2014 13:24

Re: Darwinismo sociale.
 
Da persona credente penso che le cose vanno comunque sempre a buon fine e che noi "scegliamo" ma non decidiamo le nostre sorti e quelle del mondo. Se in un determinato gruppo sociale non veniamo accettati probabilmente significa che quello non è il posto per noi. Se poi insistiamo a voler nuotare controcorrente è a nostro rischio e pericolo... e allora sicuramente in quel caso veniamo eliminati.

Ansiaboy 25-12-2014 15:35

Re: Darwinismo sociale.
 
Quote:

Originariamente inviata da Pulcina (Messaggio 1427230)
Mettiamo su un'isola deserta un "figlio di papà" universitario che non ha mai alzato il sedere dal suo suv e un ragazzo delle favelas... secondo voi, chi sopravvive?

ovviamente il secondo caso però c'è da considerare che è appunto la cultura a creare queste differenze però c'è anche da dire che uno dalla pelle scura in un clima tropicale sopravvive molto più probabilmente rispetto ad uno che con la pelle chiara rischia di morire per un'insolazione.. e qua la selezione naturale agisce.

poi è vero che parte del nostro carattere dipende dai geni come insegna la fisiognomica... quindi sicuramente la selezione naturale agisce sempre almeno un pò..

Emil 25-12-2014 16:52

Re: Darwinismo sociale.
 
La cosa più inquietante del darwinismo sociale sta proprio nell'accettazione (o forse sarebbe meglio dire rassegnazione passiva) incondizionata verso la totale indifferenza e mancanza di sensibilità (o se si vuole empatia) verso l'altro e le sue difficoltà e la conseguente mancanza di pietà che dovrebbe accendersi in ogni uomo che come tale dovrebbe prima di tutto riconoscersi nel più debole.
Se è vero che proprio la pietà e l'empatia sono stati per l'evoluzione umana una spinta forte per la sopravvivenza difendendo prima di tutto i deboli, allora si dal caso che si sta vivendo un'inversione di tendenza quantomeno allarmante.

Una sempre maggiore anestetizzazione emotiva che per molti aspetti si può ricondurre ad un fattore predominante: l'egoismo, o se si vuole l'individualismo.
Se è questa l'impronta più tipica del vivere occidentale allora non è difficile far rientrare certi fenomeni (il bullismo per es. come se ne parlava in un'altro topic ma anche riguardo il mondo del lavoro e del sociale ce ne sarebbero da dire) in questa tendenza ormai posta come valore di riferimento assoluto che ha come conseguenza la disumanizzazione progressiva di chi vi aderisce per adattarsi al contesto sociale che la caratterizza. Più normale ma meno umano.

La conseguenza, come già qualcuno ha fatto notare, si ha in primis nei rapporti interpersonali, anzi nell'uso che le persone fanno degli altri: un uso strumentale utile a soddisfare il proprio narcisismo o ad alimentare l'egoismo giustificato come normale condotta di vita.
Per non parlare della rimozione inconscia di tutta una serie di valori umani (come ne ho parlato nel topic riguardo al sistema scolastico) mascherata da protesi di socialità integrata della persona che così smette di preoccuparsi di ciò che è giusto o sbagliato, vero o falso...ecc., auto-assolvendosi da ogni giudizio critico (etico e morale) solo perché è normale (ossia rientra nella norma).

In molti di questi atteggiamenti non bisogna vederci della cattiveria, perché non si tratta di questo.
L'anestetizzazione emotiva riguarda soprattutto processi inconsci, in cui il soggetto non è (del tutto?) consapevole della propria condotta.
E sinceramente non so se sia meglio il "cattivo" riconoscibile ad occhio nudo o chi agisce in maniera sconsiderata ben nascosto dietro l'approvazione sociale.

Tra l'altro l'ultimo film dei fratelli Dardenne Due giorni, una notte, tratta proprio di egoismo e solidarietà nel mondo (precario in tutti sensi) del lavoro.

rosadiserra 25-12-2014 21:13

Re: Darwinismo sociale.
 
Quote:

Originariamente inviata da Emil (Messaggio 1427978)
La cosa più inquietante del darwinismo sociale sta proprio nell'accettazione (o forse sarebbe meglio dire rassegnazione passiva) incondizionata verso la totale indifferenza e mancanza di sensibilità (o se si vuole empatia) verso l'altro e le sue difficoltà e la conseguente mancanza di pietà che dovrebbe accendersi in ogni uomo che come tale dovrebbe prima di tutto riconoscersi nel più debole.
Se è vero che proprio la pietà e l'empatia sono stati per l'evoluzione umana una spinta forte per la sopravvivenza difendendo prima di tutto i deboli, allora si dal caso che si sta vivendo un'inversione di tendenza quantomeno allarmante.

Una sempre maggiore anestetizzazione emotiva che per molti aspetti si può ricondurre ad un fattore predominante: l'egoismo, o se si vuole l'individualismo.
Se è questa l'impronta più tipica del vivere occidentale allora non è difficile far rientrare certi fenomeni (il bullismo per es. come se ne parlava in un'altro topic ma anche riguardo il mondo del lavoro e del sociale ce ne sarebbero da dire) in questa tendenza ormai posta come valore di riferimento assoluto che ha come conseguenza la disumanizzazione progressiva di chi vi aderisce per adattarsi al contesto sociale che la caratterizza. Più normale ma meno umano.

La conseguenza, come già qualcuno ha fatto notare, si ha in primis nei rapporti interpersonali, anzi nell'uso che le persone fanno degli altri: un uso strumentale utile a soddisfare il proprio narcisismo o ad alimentare l'egoismo giustificato come normale condotta di vita.
Per non parlare della rimozione inconscia di tutta una serie di valori umani (come ne ho parlato nel topic riguardo al sistema scolastico) mascherata da protesi di socialità integrata della persona che così smette di preoccuparsi di ciò che è giusto o sbagliato, vero o falso...ecc., auto-assolvendosi da ogni giudizio critico (etico e morale) solo perché è normale (ossia rientra nella norma).

In molti di questi atteggiamenti non bisogna vederci della cattiveria, perché non si tratta di questo.
L'anestetizzazione emotiva riguarda soprattutto processi inconsci, in cui il soggetto non è (del tutto?) consapevole della propria condotta.
E sinceramente non so se sia meglio il "cattivo" riconoscibile ad occhio nudo o chi agisce in maniera sconsiderata ben nascosto dietro l'approvazione sociale.

Tanto di cappello :applauso:
Non ho altro da aggiungere, solamente io avrei optato per "pietas" anziché pietà.

Emil 25-12-2014 21:49

Re: Darwinismo sociale.
 
In effetti "pietas" calzava a pennello.
Un saluto a te e auguri.

rosadiserra 26-12-2014 05:42

Re: Darwinismo sociale.
 
Quote:

Originariamente inviata da Emil (Messaggio 1428147)
In effetti "pietas" calzava a pennello.
Un saluto a te e auguri.

Grazie :)


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