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Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
I sociofobici, gli introverssi, i timidi, non sono visti come ritardati ma semplicemente come soggetti da schivare in quanto pesanti, deprimenti...
I "normaloni" vogliono vivere la propria vita senza che chicchessia li appesantisca con i suoi problemi o le sue incapacità sociali. Da un lato trovo detestabile la superficialità e la leggerezza con cui tante persone preferiscono ignorare ed evitare chi non sta bene, ma dall'altro capisco anche la volontà di non impelagarsi in situazioni deprimenti, di non ridursi a fare la "balia" di chi è problematico. In fondo quando stai male essere esclusi dagli altri è il male minore, sempre meglio che beccare chi decide di sfogarsi su di te. |
Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
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Esempio: fobico si incrocia con normalone, si passano l'uno affianco all'altro e il normalone guarda per terra per non salutare. Specifico che il normalone e il fobico in questione si erano parlati e conosciuti in precedenza (ovviamente con le evidenti "limitazioni" del fobico, già sufficienti a rendere esplicita la sua incapacità sociale). Un trattamento simile difficilmente lo riservi a una persona normale, anche se ti sta un po' sulle balle, perché è impossibile non accorgersi che lo hai fatto apposta (a meno che non è ritardato, appunto). Quote:
Casi come li descrivi sono sicuramente molti ma come detto prima un po' diversi. Sinceramente di fare un 2°,3°,4° passo etc. ti passa un po' la voglia quando il primo va di merda Quote:
Però si tratta di una singola persona, mai conosciuti altri, e in più è un caso estremo perché io parlavo anche dell'assenza totale di empatia verso il fobico, al punto da ignorarlo del tutto (in un contesto sociale coercitivo che non comporterebbe implicazioni di nessun tipo poi) e addirittura manco salutarlo. Qui si parla o di insensibilità o di non pensare che l'altra persona possa risultarne offesa... e da qui il resto del discorso |
Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
Purtroppo e cosi, dall'esterno siamo visti più o meno in questo modo, xchè non si ha una certa spigliatezza nel parlare, ed essere tranquilli nel fare una conversazione senza magari essere stremati dall'ansia, e sparare quelle quattro cazzate come fanno gli altri....per come la vedo io o se ne esce di sta situazione in tutti i modi e mezzi possibili, o si soccombe...credo che un buon psicoterapeuta e una terapia cognitivo comportamentale, potrebbe dare qualche buon risultato, ma per adesso non posso permettermelo...chi può secondo me potrebbe, o dovrebbe provare questo tipo di terapia.
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Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
Ci sono delle rare, rarissime persone "speciali" che non scappano di fronte ai problemi altrui perché ne hanno attraversati o ne stanno comunque attraversando altri a loro volta.
Ma aldilà di questi casi, la brutalità e l'insensibilità con cui si viene tagliati fuori dai "normali" può essere sorprendente, ma solo fino a un certo punto. Mettiti nei panni di chi vuole vivere la propria vita in modo leggero e senza pensieri, divertendosi e svagandosi. Un soggetto problematico viene visto come un ostacolo, un elemento di disturbo deprimente, una possibile fonte di imbarazzo sociale. Lo capisco. Del resto l'asocialità è probabilmente il peggior handicap che si possa avere nella società odierna. |
Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
Si, ci vedono come ritardati o malati di mente… probabilmente una volta le persone come noi venivano messe in manicomio…
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Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
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Inoltre un approccio (un saluto, una frase, quello che vuoi) goffo può essere sempre risollevato da una battuta. L'autoironia è un'arma potentissima. L'importante è non demoralizzarsi. Mai. Il mondo non ce l'ha con i sociofobici. Detto questo capisco le difficoltà.. però dobbiamo contare sulle nostre forze. |
Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
non pensi invece che in te sentono un clima di chiusura/diffidenza e quindi "non vogliono romperti le scale" o magari si sentono in adeguati a rapportarsi con te ?
cioé io se vedo in una clima di diffidenza/chiusura non mi sento di andargli incontro.. |
Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
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Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
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Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
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Una cosa che spesso è richiesta dagli utenti è l'empatia. Mettendoci nei panni di una persona normale che tenta di socializzare con un fobico e vede che: -Non la guarda negli occhi; -Risponde a monosillabi e non argomenta/dice la sua; -Rifiuta qualsiasi invito con scuse sempre più dubbie e campate in aria. Soprattutto rifiutare gli inviti è segno che non interessa stare con quella persona. Capite che spesso non è superficialità, ma comprensione che l'altro non vuole, per motivi suoi, interagire con noi. |
Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
secondo me no ma forse mi sbaglio, pikachu, non so. Chiedo a bulbasaur e poi ti dico
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Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
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Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
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.....figurati che in uno dei peggio periodi di sterco che ho passato; in cui insieme era appena finita una storia di 5 anni con convivenza all'estero con la ex, subivo mobbing sul lavoro.....quindi mi sentivo un'ameba.....per cercare di scaricarmi un po' e smaltire i kg di troppo che prendevo scaricando lo stress nel cibo..... ....una sera in giro con conoscenti ho detto, io ho cominciato ad andare a correre un 40 minuti tutti i GG qualcuno vuol venire ?? .....la risposta di uno che per di più consideravo "amico" é stata Corri Forrest corri....con annesso ridacchiamento generale.... .....spero sto qua mangi la m#rda che si merita.... ....ergo la cattiveria umana ha ben pochi limiti :( |
Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
L'eventuale reazione di una persona dipende dal suo carattere e dal suo vissuto, per cui ogni persona ci vede in modo diverso, anche se a noi (a seconda dei nostri schemi, più o meno simili) pare che ci vedano, a seconda dello schema che abbiamo incastonato in testa, strani, ritardati, malati mentali, menefreghisti ecc.
Detto questo, tornando alla domanda può anche darsi che ci sia qualche ignorante che superficialmente definisca ritardato uno che parla poco/non parla, ma credo che ce ne siano pochi. La maggior parte penso che si guardi dentro e si dica: "non ho argomenti per attaccare bottone con questo, non mi caga, per cui vado da qualcun'altro, punto". Almeno la prima volta che ci si incontra. La seconda volta se è una persona sensibile ci spronerà e tenterà una o più volte di attaccare bottone, se è uno con meno sensibilità andrà ancora dalla persona con cui si è trovata meglio la volta prima, evitandoci sistematicamente. Ovvio che se becchiamo un altro fobico sociale il discorso cambia, ma da ottimi conoscitori della materia lo scopriremmo in breve. |
Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
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Penso che la gente comune venga sia scoraggiata dall'incapacità o dalla mancata voglia da parte del "fobico" di rispondere ai tentativi di interazione sociale e sia allontanata dall'aura di pesantezza che questo emana. Per interagire approfonditamente con una persona del genere devi comunque accollarti in qualche suoi problemi, e questo non vuole farlo nessuno. Insomma, la percezione distorta che una persona malata ha del mondo esterno, l'incapacità di interpretarne i segnali, causa una buona fetta delle problematiche di cui si sta parlando, ma io credo anche che "la massa" tenda in ogni caso a tagliare i ponti con chi è in difficolta molto, molto velocemente. Alla fine, il punto è che purtroppo, se si hanno problemi non si può fare altro che cercare di risolverli da soli, perchè nessuno giustamente o meno ha voglia di comprendere o aiutare nessuno. |
Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
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Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
Una volta andai a un colloquio di pseudo-lavoro (consulenti commerciali), tra i rappresentanti dell'azienda c'erano due tipi che parlavano che si erano portati appresso uno che non disse neanche una parola e aveva l'aria smarrita. Io credo che in molte situazioni sociali ho esattamente lo stesso comportamento e appaio come il soggetto in questione, ma in quell'occasione dovetti perlomeno porre qualche domanda sul lavoro, per cui stranamente non fui il più sociofobico. A ripensarci, l'impressione che mi fece il tipo era quella di un'ombra, qualcosa che sta sospesa nell'ambiente e non ti trasmette niente.Voi dareste da parlare a un'ombra? Ecco, allora potrei capire perchè la maggior parte delle persone non mi calcola.
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Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
Molto.
Accoppiata alla bruttezza ed alla nanezza, poi, è una croce. Per dire, in gita scolastica una professoressa ha chiesto ad un mio compagno di badarmi e controllarmi, a mo' di baby-sitter. Ed ho 18 anni. |
Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
Mh... si, le esperienze mancante lasciano cicatrici che possiamo cercare di nascondere giusto per qualche istante, magari per più tempo ai nostri occhi, ma la cosa si nota.
Il punto sta anche nel saper farlo notare nel modo giusto. Ma esiste? Cioè... una mancanza è una mancanza. La patente che non hai, la laurea che non hai, il lavoro che non hai, la ragazza che non hai mai avuto, il ragazzo che non ti ha mai fatto il filo... etc ecco... il non avere che diventa cicatrice e sminuimento dell'essere, fino ad essere appesantiti da queste assenze. Il mio primo bacio risale ai 17 anni... ed ero praticamente sicuro, prima, che non l'avrei dato a nessuno; quando raccontati, anni dopo, del quando ebbi la mia prima esperienza, lei disse: "anche tu tardi", con aria pensosa. Pensando al suo ex, e paragonandomi a lui. Ecco allora che al paragone mi venne fatto notare come qualcosa che eri "sconvoltamente felice" di aver raggiunto era, di fatto, qualcosa del quale storcere le labbra perché avvenuto... tardi, agli occhi di lei. Ma non ai miei. Una mancanza può essere ancor più di una mancanza se può essertelo fatto notare, e di queste personcine puntigliose ne è pieno il mondo. |
Re: I sociofobici sono visti come ritardati?
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Mettiti nei panni di una persona normale, magari di una persona timida. Fa amicizia con una persona depressa, ma lui non lo sa ancora. Quando ci parla nota che risponde poco ed è schivo. Rifiuta i suoi inviti. Un timido non andrà mai ad invadere pesantemente il depresso con richieste tipo "Dai, dimmi che cosa hai", per quanto sarebbe sincero il suo aiuto. Quando vedi che dall'altra parte non c'è reazione positiva, lasci perdere. Non te lo fa fare nessuno di investire il tuo tempo nello sbloccare qualcuno. Un estroverso farà la stessa cosa, magari sarà più "brutale" nel dire certe cose, ma quando vede reazioni schive, lascia perdere anche lui. Da fuori si ha l'impressione che la persona provi fastidio quando le parliamo. Chi darebbe fastidio a qualcuno? Chi andrebbe a forzarlo nel parlare dei suoi problemi? [Che poi anche sbloccarsi per un depresso è difficilissimo, non lo fai parlare dall'oggi al domani] La dinamica è questa, ci sono passato. Si deve avere un culo pazzesco per trovare una persona disposta ad investire tempo e risorse su coloro che hanno difficoltà ad aprirsi e socializzare. E poichè "il simile attira il simile", a volte chi fa questo tipo di investimento è una persona problematica a sua volta. Non difendo la persona normale, nè attacco il depresso. Ho cercato di riportare la mia visione delle interazioni sociali da ambo le parti. |
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