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Re: In che modo vi sabotate?
Lotto con me stessa da diversi anni. Mi autosaboto non studiando, non curandomi, essendo ipercritica con me stessa, ma non facendo nulla per cambiare. Forse non voglio cambiare davvero
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Re: In che modo vi sabotate?
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Il problema attuale è proprio l'assenza di talento e capacità ai massimi livelli della società, siamo nelle mani di corrotti ed imbecilli. Non c'è una visione di insieme da fare, nella tua vita scegli da che parte stare e come vivere e ne paghi il prezzo. Il fatto è che oggi non si accontentano che ti sia imposto, la cosa incredibile è che ti devi convincere che questo sia un bene per te e per l'intero creato. Si è passati da una sorta di imposizione delle cose, ad una presa per il culo, ti sfottono apertamente. |
Re: In che modo vi sabotate?
è anche difficile non perdere ideali lungo la strada perchè molta della nostra libertà è legata al denaro e al modo in cui lo guadagniamo. Tralasciando quelli che sono apertamente dei disonesti e che vendono se stessi per denaro, resta la maggior parte delle persone che in qualche modo deve campare e spesso è costretta a rendersi complice del sistema pur di vivere. Io stesso sono diventato un fottuto capitalista ora che ho l'azienda. Il massimo che posso fare per mettermi la coscienza in pace è fare della beneficienza se farò i soldi. Sono arrivato al punto in cui non sono più sicuro di niente neanche di quelle posizioni che in questi anni ho difeso a spada tratta. In fondo siamo tutte anime che stanno sperimentando la vita sulla terra e credo che le condizioni di evoluzione qui siano particolarmente difficili. Credo che la salvezza dell'umanità sia la cooperazione tra le persone, smettere di lottare tra loro per sopravvivere. Per questo mi ha sempre affascinato la forma del baratto o l'economia del dono (vedi: http://it.wikipedia.org/wiki/Economia_del_dono ) o le banche del tempo. In questo modo la gente dovrebbe rinunciare a parte di questa ricchezza esagerata in modo da collaborare per vivere. Magari aiutati da una tecnologia usata con criterio
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Re: In che modo vi sabotate?
cmq vorrei davvero essere parte di un'umanità che lavora per un mondo migliore invece di vivere una vita tanto per vivere
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Re: In che modo vi sabotate?
il punto è che se non avete nulla da perdere (famiglia o sarcazzo) e vi sta sui coglioni la società, il mondo è pieno di posti fantastici dove scomparire per sempre. quei posti stanno ancora lì così solo perché la gente non rinuncerebbe mai alle comodità, all'ignoranza dilagante in cui sguazzano come maialozzi. io ho avuto la mia occasione e l'ho bruciata per un tocco di fica, non me ne pento, ma è stata un pò una minchiata. destino. poi tre anni me li sono fatti on the road, che non è esattamente vivere nel sistema, soprattutto in un paese considerato terzo mondo.
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Re: In che modo vi sabotate?
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Re: In che modo vi sabotate?
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Per questo ero d'accordo con te quando dicevi che non è possibile lasciare all'individuo tale onere. E sempre per questo io mi chiedo come sia possbile risolvere questo conflitto, se non ignorandolo completamente ed ingenuamente (dunque per me chi non si sabota è più che altro fortunato a non accorgersi di questi meccanismi o a non avere percorso una strada personale affatto che lo ha indotto al conflitto interiore). Non è possibile, dal momento che vedi in te, fare finta di non aver visto, anche se è possibile non vedersi mai. I valori sociali devono essere imposti, non c'è alternativa al caos, ma se una persona non li condivide non è una colpa o una disfunzione (probabilmente è funzionale al sistema stesso nel lungo periodo), è una logica conseguenza di non essere macchine su cui installare software con un click. Ti dirò, a seconda del contesto (a livello intellettivo o di adattamento) le varie tipologie di individui risultano utili ed efficai o meno, non in assoluto. Rimane che quel che più da fastidio è la presa in giro di imporre modelli che devi anche apprezzare con un immotivato sorriso di soddisfazione. Il problema di oggi non è avere più o meno denaro, la gente è felice con ben poco in realtà, quasi tutto quello che desideriamo è una compensazione di altro. Il problema è l'assoluta carenza di amore, di rispetto e di sentimenti positivi nella società, non il denaro. E' vero che compra anche queste cose il denaro, ma in realtà se uno ci pensa perchè pagare ciò che si dovrebbe dare ed avere gratis? Quante cose paghiamo e compriamo che non sono mai state in vendita? |
Re: In che modo vi sabotate?
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Re: In che modo vi sabotate?
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Tralasciando il non trascurabile fatto che il suo personaggio rappresentava il paradigma normativo dell'individualismo borghese imperiale, l'uomo occidentale che ricostruisce sull'isola il proprio habitat, che replica in miniatura l'universo testuale da cui proviene e pone fin da subito Venerdì come soggetto da tradurre nel proprio codice dominante, negandolo in quanto indigeno. |
Re: In che modo vi sabotate?
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chissà, forse tra vent'anni. fine del petrolio permettendo. |
Re: In che modo vi sabotate?
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Re: In che modo vi sabotate?
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Non è che voglio negare la liceità dell'indifferenza, della passività. Figurati. Mi sembra però giusto ogni tanto chiamare le cose con il proprio nome senza caricare inutilmente ogni motivazione di ciò che (non) si fa con sta specie di esoterismo sgrammaticato misto a strani imperativi morali autoimposti. |
Re: In che modo vi sabotate?
Anche io non sono per la strada Crosue, mi pare una evasione (legittima).
Il mio problema è semplicemente che non mi viene lasciato, come mi sembrava di avere prima, dei margini per mettere i miei valori e la mia creatività, nel mio piccolo, nella mia vita e nella struttura diciamo. Se mi provo di farlo ora, in questa fase, come ho sempre fatto, mi frantumano, mi distruggono (sono in depressione per quello), se non lo faccio ho un danno di autostima e di coscienza. Devo evidentemente riconoscere il mio fallimento, o almeno è purtroppo così che la vedo adesso. E pago il prezzo di sentirmi incredibilmente depresso e frustrato e di dover riconoscere che sono costretto a rinunciare e ad arrendermi. Non parliamo di poco perchè sono quasi 20 anni di vita per costruire delle competenze umane e intellettive e dei valori in cui credevo e che hanno portato dei buoni esiti, eppure l'andazzo generale non le gradisce. Nonostante il mio fallimento e le sofferenze che dovrò patire per essere stato una persona libera, mi sentirei di consigliare lo stesso di tentare, forse sono solo stato sfortunato, oppure ho sbagliato qualcosa nei compromessi che ho fatto, oppure ho lottato nella direzione sbagliata. |
Re: In che modo vi sabotate?
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Re: In che modo vi sabotate?
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Re: In che modo vi sabotate?
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Re: In che modo vi sabotate?
O.T.
million dollar question Antimateria, ti consideri un anticonformista? |
Re: In che modo vi sabotate?
Mi auto-saboto arrendendomi alla paura, all'inerzia, al pessimismo, al cinismo, sino a giungere a pensare che non sono, né sarò mai, all'altezza delle sfide che mi si parano dinnanzi...
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Re: In che modo vi sabotate?
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in tutte le filosofie è la chiave dell'illuminazione, e se interiorizzata fino in fondo porta paradossalmente all'opposto del nichilismo. Così dicono :mrgreen: |
Re: In che modo vi sabotate?
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Questa mia natura ha diverse componenti deliranti, asociali e ed estremamente depressive, legate al mio vissuto travagliato. Lungi da me non avere riflettuto su tutto quello che è difettoso e disfunzionale nella mia mente o voler fare l'apologia di quel che è il mio modo di vivere e di pensare che mi ha arrecato alcune gioie, ma anche molto dolore evitabile, alla prossima vita farei meglio e questo significa che non ho vissuto al massimo delle mie possibilità e che ho sbagliato troppe cose (soprattutto con le persone). Nonostante questo, per altri aspetti non rimpiango di aver percorso la mia strada, dovevo farlo, la vita mi ha portato in quella direzione. E' adesso che devo cambiare qualcosa e non riesco a capire come e dove, non ho avuto problemi fino alla attuale crisi depressiva, ora non mi è chiaro cosa posso fare, lo accetto, non posso fare altro che lavorare per trovare le energie necessarie ad intraprendere un nuovo cammino (perchè il precedente non è più funzionale alla mia asutostima e felicità esistenziale). Per farti capire, il fatto è che il mio anticonformismo non è frutto tanto di un pensiero contrario a quello che è il pensiero comune (sebbene avessi il tratto del ribelle e del difensore delle cause perse già da ragazzo), ma dipende dal fatto che mi sono isolato tutta la vita e nel mio mondo ho fatto cose ed ho maturato una visione totalmente personale e mai ho avuto particolare necessità e desiderio di mescolarmi, se non per brevi momenti di socievolezza da cui devo disintossicarmi, è soffocante questa mancanza di silenzio e di pace. Passavo 10 ore sulla chitarra, ore a dipingere, a leggere, e sentivo questa necessità di mettere delle energie che non riuscivo ad esternare fuori, nel mondo esteriore perchè non si occupa di questo. La mia necessità è stata di fare un percorso artistico, cosa compensi questo, cosa significhi è un altro discorso ancora, di certo eliminavo frustrazioni, disagio e rabbia accumulata, ma è possibile e sicuramente valido vederne il massimo del comportamento evitante. Ancora una volta c'è un dilemma e gli aspetti della stessa questione si prestano a più interpetazioni a seconda di chi osserva, di come raccontiamo a noi stessi la verità o di come ci vedono gli altri e via discorrendo. La mia vita sociale è migliorata quando ho conosciuto quella che è stata la mia compagna per tutta la vita, altrimenti non sarei mai uscito dal mio mondo. Di questo le sono grato in eterno poichè è necessario trovare un equilibrio tra la propria vita intima e quella sociale. E' proprio questo equilibrio che avevo trovato che mi è stato intaccato pesantemente per condizioni ambientali avverse, per cattiverie di alcune persone nei miei confronti e conseguente depressione e negatività che sento negli ambienti che sono costretto a frequentare, o forse perchè sono cambiato e non trovo abbastanza cose positive da trasformare miseria in ricchezza, dolore in esperienza, odio in amore, etc... la mia mente non sogna abbastanza, si sta conformando alla realtà più di quanto ero abituato a sopportare. Rimane che questa mia esperienza, questo mio percorso da totale autodidatta nello studio e nell'arte, mi ha costretto ad una visione personale delle cose gioco forza. |
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