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Re: Quanto siamo responsabili dei nostri problemi?
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Re: Quanto siamo responsabili dei nostri problemi?
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Re: Quanto siamo responsabili dei nostri problemi?
Non ho grandi responsabilità... penso di tenere assieme i cocci della mia vita in maniera decente. La mia vita è andata in pezzi per colpa di problemi di salute reali, non per queste cagate mentali che poi mi sono venute dopo come effetto collaterale...
certo, magari un fenomeno poteva reagire meglio ed avere una vita più vicina alla normalità della mia, ma allo stesso tempo persone più deboli qvrebbero potuto lasciarsi andare totalmente, non arrivando ad ottenere quello che io ho... boh... |
Re: Quanto siamo responsabili dei nostri problemi?
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Re: Quanto siamo responsabili dei nostri problemi?
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Re: Quanto siamo responsabili dei nostri problemi?
Secondo me la percentuale sale con l'avanzare dell'età : più tardi acquisti la consapevolezza che devi cambiare rotta altrimenti sprofondi nell'abisso, e più la percentuale di essere gli unici responsabili è alta.
Io credo di aver raggiunto il 97-98%, il 50% negli ultimi 4 anni. |
Re: Quanto siamo responsabili dei nostri problemi?
La colpa è tutta mia, ne sono consapevolissima. Quello che sono ora è causa mia e dei miei comportamenti passati. Per quanto il carattere possa essere scritto geneticamente, io ho sempre alimentato le mie paure e le mie paranoie, creando terreno fertile per il mio disagio attuale.
Sono anni che rifletto su questa cosa, ma non riesco ad invertire la rotta; mi sto rassegnando a tal punto che a volte godo a stare in paranoia... Ovviamente questo è il mio caso, ad altre persone possono contribuire i problemi in famiglia o le vicende adolescenziali... ma non credo siano sufficienti senza una buona dose di masochismo insita giù nella persona. |
Re: Quanto siamo responsabili dei nostri problemi?
Direi al 50 per cento.Se non fosse per tutta una serie di brutte cose non sarei messa così male.Ma se mi fossi data una mossa prima per cercare di uscirne ad esso magari sarei messa meglio.
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Re: Quanto siamo responsabili dei nostri problemi?
Colpa mia se ho sviluppato disturbi e ho vissuto in una famiglia oltremodo schifosa senza un briciolo di criterio, cresciuto tra paure, violenze e traumi che mi hanno condotto sulla via del nulla?
No non sono responsabile di questo. Se ho mancato di volontà, coraggio e lucidità, è a causa di tutto quello che ho passato fin da quando sono nato, con particolare attenzione nella fascia dello sviluppo, importantissima tappa per una futura salute mentale equilibrata. Con questo non voglio dire che siamo completamente dei burattini in balia di turbe passate e presenti, ma che comunque non è proprio possibile che un essere umano sia responsabile di tutto ciò che gli accade, non esiste effetto senza causa. Non significa darsi delle scuse per non agire, ma la difficoltà c'è ed è tanta. |
Re: Quanto siamo responsabili dei nostri problemi?
Non credo ci si possa far carico di responsabilità eccessive sullo stato della propria vita, è chiaro che bisogna aver raggiunto un certo grado di maturità per poter iniziare a pensare come migliorare la situazione e fino all'adolescenza si è più vittime che altro (almeno per quelli come "noi").
Sono sicuro che il contesto famigliare sia molto importante per garantire una qualche serenità e base da cui partire, come la forza, non scontata, di credere che le cose possano cambiare. Personalmente la timidezza, l'essere poco "attraenti" socialmente, è solo uno dei problemi, alla base c'è una sofferenza nel vivere che sembra radicata e cieca. Soprattutto non è detto che le scelte portino a qualcosa di desiderato, in sostanza non sarei così ottimista. Sono sempre più sicuro che essere pragmatici è la cosa migliore, i discorsi astratti spesso non portano a niente. |
Re: Quanto siamo responsabili dei nostri problemi?
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Per quanto riguarda la tua frase vorrei darti un suggerimento spassionato. Spero che anche tu almeno una volta abbia sentito parlare della questione delle "convinzioni" che può avere una persona. Una convinzione non è altro che una sensazione di certezza su una determinata cosa, e può essere frutto di una determinata educazione (famiglia, società etc), propria personale frutto dell'esperienza o da una presunzione senza esperienza. Tra le varie convinzioni esistono le convinzioni sull' Identità e sono riconoscibili del fatto che nella convinzione c'è l'espressione Io sono. Io sono bello, brutto, timido, estroverso, bravo, cattivo etc etc. Ora, dicendoti io sono la mia depressione, mandi un cattivissimo messaggio al cervello. Essendo la depressione riconosciuta e pubblicizzata da tutti come un disturbo, una malattia etc. al tuo cervello stai dicendo che tu sei una malattia (che deve essere curata) di conseguenza sei il problema e che sei sbagliato. Non sarebbe più produttivo dire che la depressione o la timidezza non sono altro che dei comportamenti (che naturalmente uno attua o perché ci sono dei condizionamenti, o altre convinzioni, tutto dipende da contesto e contesto) e che come tale sei tu a decidere di averli o meno? Che sei tu padrone e responsabile delle tue emozioni? Fammi sapere cosa ne pensi, questo è solo uno spunto da cui partire. Quote:
Che ne dici appunto di sostituire la parola colpa con la parola responsabilità? Prova a dire dentro di te è colpa mia se [un fatto a tua scelta] e fermati un attimo ad ascoltare la sensazione che ti da. E dopo prova a dire invece è mia la responsabilità se .... etc etc In quale delle due la sensazione spiacevole sarà più forte? Quale invece ti fa sentire meno mortificato? Essere responsabili di qualcosa è una cosa bellissima perché hai il potere di agire e creare un risultato che scegli tu sin dall'inizio in quel determinato contesto. Non conosco la tua storia, quello che mi sembra di capire è che non è stata tanto positiva, ti sei mai soffermato a pensare a quei pochi eventi belli che ci sono stati nel tuo passato? Sono sicura che almeno due o tre ci sono, ricomincia da quelli. Di famiglie che non funzionano ne è pieno il mondo, e questo non te lo dico per consolarti, ma per farti capire che è una cosa del tutto normale. A prescindere dal passato che è qualcosa di finito (spero), tu vivi nel presente, nel qui e ora e quindi perché non occuparti delle questioni del tuo presente mettendo una pietra sopra alle questioni vecchie dicendoti "Ok, sono stato circondato da dei pezzi di m3rd@, da adesso decido io chi frequentare, chi essere, e dove andare". Di quali sensazioni avresti bisogno per fare questo? (inteso serenità, coraggio fiducia etc etc) Quali azioni puoi fare per ottenere questo? A te le risposte :) Quote:
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Re: Quanto siamo responsabili dei nostri problemi?
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Hai per caso letto ciò che ho scritto sulle convinzioni sull'identità? Se no, vai a leggere prima di andare oltre. "Io sono molto legato al passato" La tua convinzione è questa ma fortunatamente se lo vorrai potrai cambiarla. Finché penserai e crederai ciò, farai di tutto per confermarla. Per esempio: 1. Racconterai del tuo passato a più persone e magari sotto sotto (dì la verità) pensi anche te sei il risultato di quello che ti è stato fatto ieri (altra convinzione da eliminare e bruciare con il lancia fiamme). 2. Raccontando e ripensando queste cose terrai vivi certi sentimenti, come se quelle cose fosse successe ieri, o comunque molto di recente, quando sai benissimo che non è così, magari sono passati diversi annetti. Diventa un circolo vizioso dove i pensieri influenzano le emozioni che influenzano le azioni, rompi questa catena! E come? mi dirai. Smettendo di raccontare la tua storia passata e raccontando quella presente chi sei te oggi cosa fai cosa non fai, quali sono le tue aspirazioni, i tuoi sogni... e se non ne hai incomincia a desiderare qualcosa che ti piaccia e ti fa stare bene. Sostituendo la frase Io sono molto legato al passato con una nuova e molto più potenziante, per esempio: Iosonouna persona che vive nel presente. All'inizio non ti sembrerà naturale perché non è radicata ancora nella tua identità, ma con costanza può diventarlo. Per aiutarti chiediti: Com'è una persona che vive nel presente? Cosa fa una persona che vive nel presente? Cosa pensa una persona che vive nel presente? Di cosa parla con gli altri una persona che vive nel presente? Puoi anche prendere un foglio dividerlo con una linea in mezzo e dare a Sinistra le risposte per la persona del passato (ciò che ti dovrai buttare alle spalle )e a destra del presente. Quando hai scritto una lista di atteggiamenti e azioni concreti, prenditi l'impegno con te stesso di seguirli come fossero i 10 comandamenti per 21 giorni, è il tempo minimo necessario per acquisire nuove abitudini, poi tra 21 giorni ne riparliamo. Ti va di provare? :) |
Re: Quanto siamo responsabili dei nostri problemi?
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A me per primo manca talvolta quella certezza che le cose possano cambiare, che io possa diventare qualcuno, anche perché spesso mi sembra che non ci sia niente che valga la pena di diventare, ma questo è un altro discorso.. Verissimo puoi agire sull'insonnia, sulla timidezza e tutto quello che vuoi, ma se hai alla base dei tuoi malesseri una profonda sofferenza nel vivere, non avendo punti definiti sui quali orientare il corso dell'esistenza, non sei quasi nemmeno motivato a prenderti cura di te, per questo parlavo nei presupposti essenziali di una "sicurezza ontologica di base". Non è detto che le scelte portino a qualcosa di desiderato, ma quantomeno ti obbligano ad essere protagonista della tua vita.. e non è poco.. Quote:
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Re: Quanto siamo responsabili dei nostri problemi?
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E' molto difficile credere alle cose che non si vedono, ma io sono reale e oggi sto bene. Quote:
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Re: Quanto siamo responsabili dei nostri problemi?
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Penso che adesso tu abbia già un po' più chiara la tua situazione e quali siano i tuoi autosabotaggi, quindi occhio a tenere sempre presente queste 2 semplici cose e a porti soprattutto le domande giuste. Un sentito in bocca al lupo! :ciao: |
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