Josef K. |
05-08-2013 20:40 |
Re: Lei è timida tu no!
Quote:
Originariamente inviata da Qatesh
(Messaggio 1121142)
Ti capisco alla grande! Io ho costruito un personaggio che "indosso" ogni volta che devo uscire di casa. Nessuno mi definirebbe mai una ragazza timida, anzi, a volte riesco ad essere estroversa e simpatica!
Eppure evito di stare a contatto con altre persone, e preferisco la solitudine della mia stanza.
Ho avuto sempre e solo pochissimi amici veri, con tutti gli altri magari ho iniziato ad uscire insieme per qualche settimana, poi mi sono stufata anche solo di un loro comportamento che mi ha portata a pensare: "ma chi me lo fa fare, sto tanto bene a casa mia!" e sono scomparsa dalla loro vita.
Ormai nemmeno mi pesa più...da quando ho realizzato di essere estremamente misantropa, vivo molto meglio.
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Ecco, credo che sia il mio caso ed è il punto di vista che più mi interessa. E lo dico partendo da una situazione personale che si è molto evoluta, essendo passato, nel giro di un anno, dall'essermi recluso in casa per oltre sei mesi, a causa dell'interesse pari a zero nell'uscire e coltivare la socialità, a doverlo fare tutti i giorni, come giornalista, e quindi a contatto sempre con molta gente. Dal confronto tra il "prima" ed il "dopo", rappresentato da questi due estremi nei miei rapporti con il mondo, mi rendo conto che nulla è cambiato: con la gente sto bene, voglio bene ai miei amici e mi fa molto piacere uscire con loro, ma sono molto più felice quando leggo un libro, faccio sport o gioco ad un videogioco. E penso: ma chi me lo fa fare di coltivare amicizie, impegnarmi in chissà quali occupazioni, quando per essere appagato mi basta potermi dedicare a me stesso in santa pace? Ma al tempo stesso ho paura di imboccare questo percorso, perché se la solitudine può essere una prigione - il primo aspetto che si coglie pensando ad essa -, è anche vero che può rappresentare una libertà sconfinata - quella di fare ed essere interamente quel che si vuole - persino più spaventosa della prigione di cui sopra. Non è forse vero che molte scelte le compiamo per emulazione, non per un nostro preciso volere, ma perché, tra una strada battuta ed una ignota, si ricerca nella "familiarità" della prima quel conforto che la seconda non può offrirci? Spesso, la nostra vita non è altro che una mancanza di alternative. Quando si è soli, invece, si è liberi ; o meglio, lo si è se la solitudine la si abbraccia nella sua accezione più pura e incondizionata, e non come ripiego che si subisce passivamente. In tutto questo, a 29 anni, non ho ancora capito per quale strada finirò per propendere.
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